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Quanto tempo può durare la fase
transitoria dei tassi bassi? Alla vigilia del referendum sulla permanenza di
Londra nella Ue i mercati hanno messo il turbo e in sole quattro sedute hanno
recuperato quasi il dieci per cento sostenuti dalla liquidità iniettata a
piene mani dalle Banche centrali. Lo stesso direttore generale della Banca
d'Italia, Salvatore Rossi, è stato esplicito sui rischi di deflazione.
"Ciò che davvero può distruggere il sistema finanziario - ha detto - è
la deflazione che alla lunga rende insostenibile qualunque tipo di
debito". In Italia il "cambiamento" politico dei ballottaggi
non ha minimamente influito su questo scenario. Una conferma che i problemi
sul tappeto coinvolgono tutto l'Occidente. La propensione al consumo (re:
dati Banca d'Italia) dei più ricchi (65%) e dei più poveri (95%) è eloquente.
In fondo è la stessa situazione nella lunga crisi del '29. Anche allora la
detassazione a favore dei più ricchi fu fatale in termini di mancati consumi
e mancati investimenti. Le osservazioni di Keynes nascono proprio da questi
dati. Matteo Renzi paga oggi lo scotto di non aver affrontato gli sperperi
degli enti locali incentrati nella voragine delle loro società partecipate
(sono oltre 8500) che producono sperperi, corruzione e deficit perenni. Con
la beffa che tutto ciò, in questi otto anni di crisi permanente, è stato
controbilanciato da un aumento del prelievo (le bollette anzichè indicare i
soli consumi sembrano un bilancio societario) a danno dei cittadini. Le
società di servizi ("utilities") sono così arroganti che non
rispondono nemmeno ai reclami scritti dai cittadini. Pagano volentieri le
multe inflitte dall'Antiturst perchè costano meno dei vantaggi (prelievi) che
ottengono dai loro clienti. La proprietà di un appartamento (riguarda oltre
il 76% degli italiani) spesso supera, tra utenze e tasse, il valore
dell'affitto. E' questo il cuore della crisi. La middle class non ha più i
mezzi nemmeno per l'ordinaria amministrazione altro che macroeconomia. Con
l'aggravante che i risparmi non danno più quei margini che servivano per le
emergenze (aiuto ai figli e spese straordinarie). Se l'attuale classe
politica e l'establishment marmoreo che la circonda non prendono atto di
tutto ciò, il "cambiamento", emerso dai ballottaggi per la nomina
dei sindaci, diverrà una valanga inarrestabile. Del resto il total tax rate
(in Italia supera il 73%) è illuminante: il Fisco penalizza le classi medie.
Le imposte attuali hanno invertito il modello del dopoguerra (scaglioni dal
10%al 72%), rendendo più"piatte" le aliquote. Esso abbatte le
aliquote più alte ed alza fortemente l'aliquota base. Cioè vengono favoriti -
e di molto - i contribuenti ad alto reddito. Se colleghiamo questa realtà con
i dati della Banca d'Italia sulla bassa propensione al consumo dei più
ricchi, si ottiene la spiegazione sul permanere della crisi italiana in
termini di mancato sviluppo dei consumi interni. E' evidente che la struttura
del sistema va ripensata in tempi brevissimi senza le lungaggine del
bicameralismo perfetto. Ed e' il vero argomento che sostiene il
"sì" al referendum sulla riforma costituzionale attesa per l'ottobre
prossimo.
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