Donald Trump, come tutti quelli che vivono nella contemplazione del proprio io, non ama le critiche e non ama i giornalisti che si permettono di mettere in risalto le contraddizioni, falsita', contumelie di cui riempie i suoi show.
Gli ultimi a fare le spese dei suoi ukaz sono stati i colleghi del Washington Post che non potranno piu' accedere al settore stampa riservato ai media amici del palazzinaro.
Si uniscono ad una lunga lista di testate che hanno subito lo stesso trattamento: Politico, Huffington Post, BuzzFeed, Gawker, Foreign Policy, Fusion, Univision, Mother Jones, the New Hampshire Union Leader, the Des Moines Register and the Daily Beast.
Ma il fenomeno Trump e' nato e si alimenta grazie alla cassa di risonanza dei media che piu' volte ogni giorno fanno passare dichiarazioni o parti di interventi di Trump. Perche' Trump non e' uno stupido e sa bene che fa notizia l'uomo che morde il cane e non il contrario.
L'esclusione di giornalisti che non sono proni di fronte al presunto candidato repubblicano mette in evidenza la natura dittatoriale di questo personaggio al punto che molti ormai suggeriscono di fare blackout su Trump o, quantomeno, mettere la sordina ai suoi sproloqui.
Ed anche questa e' America.