News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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Le civiltà muoiono dall’esterno o dall’interno?
Caro Oscar,
aspettiamo le bombe ed i kalashnikov che prima o poi arriveranno nel Bel Paese, anche se il Governo italico ci dice dalle TV "il sistema di sicurezza "finora" ha tenuto. Sì thanks, per ora, grazie ai carabinieri ed alla polizia che fanno buona guardia negli aeroporti, nei porti, negli obiettivi sensibili, ai confini italici con l'Europa che si è blindata a nostro danno (Francia, Svizzera, Austria). Siamo ormai un approdo dei profughi, 7.000 chilometri di coste abbordabili in un Paese isolato da barriere, muri, fili spinati dalle Alpi Marittime alle Giulie.
Ho letto un commento di Roger-Pol Droit, dove l'opinionista francese affronta l’argomento in un saggio di copertina della rivista Le Point, dove campeggia l’immagine di Roma in rovina. “Francia, Belgio, Germania, si moltiplicano gli attacchi terroristici”, scrive Roger-Pol Droit. “Mentre aumenta il numero delle vittime, l’impotenza e la fragilità della nostra civiltà, la sua usura e il suo declino, hanno cominciato a perseguitarci”. Ovunque ci sono segni di frattura: “I jihadisti hanno condotto l’assalto contro le libertà delle democrazie laiche. E conclude paragonando il nostro Occidente attuale alla fine dell'Impero Romano.
Io non sono molto d'accordo con il paragone di Roger-Pol Droit perché quanto accadde in Europa 1600 anni fa mi pare difficile compararlo ad oggi. E se è vero che le ricchezze concentrate nei pochi ricchi di Roma contro la vita miserabile nelle suburre dell'Urbe sembrerebbe confrontabile - ad esempio - con le enormi ricchezze dei facienderos del Brasile e la orrenda povertà e degrado della favelas a Rio de Janeiro, etc. (le Olimpiadi 2016 non mi sembra che riescano a mascherare la situazione antropo-sociale esplosiva di quel Paese Latino - Americano (che ho visitato recentemente per un Congresso a San Paolo). Il mondo globale di oggi, tecnologico e iper-connesso, è estremamente più complicato e le iper-potenze (Obama e Putin, più altre) si muovono e intervengono (ad esempio contro l'Isis e altri jihadisti) con una efficacia - quando vogliono (vedi la farsa Russo-Turca tra Putin ed Erdogan) - che non si può paragonare neppure con gli effetti ottenuti, solo 70 anni fa, dagli Alleati nella seconda guerra mondiale contro il dilagare del nazismo.
Ritornando alle civiltà che scompaiono, citiamo ancora gli Anasazi nel Nord America (“sappiamo solo che i loro villaggi furono abbandonati molto tempo prima dell’arrivo degli europei) e l’Isola di Pasqua nel Pacifico: “Abitata, fiorente, poi abbandonata per ragioni che sono ancora oggetto di discussione”. Le civiltà muoiono dall’esterno o dall’interno? Questo è il quesito più affascinante e riguarda anche l’occidente contemporaneo. “La loro scomparsa è il frutto di aggressioni esterne (guerre, disastri naturali, epidemie) o è la conseguenza di una erosione interna, decadimento, incompetenza, scelte disastrose ?”, si chiede Roger-Pol Droit. Arnold Toynbee, nel secolo scorso, è stato irremovibile: “Le civiltà muoiono per suicidio, non per omicidio”.
E allora che fare cara vecchia Italia e vecchissima Europa ?
Dario Seglie, Italy
Perche' Putin sostiene Trump?
Alberto
Pasolini Zanelli
Iniziata in realtà
un anno fa di questa stagione, la campagna elettorale americana è alla vigilia
della sua inaugurazione ufficiale, l’indomani del Labor Day e la sera del primo
dibattito fra i candidati alla Casa Bianca. Sono già pronti in realtà i
pronostici, quasi unanimi per Hillary Clinton. Uno dei motivi è che le voci di
appoggio o rifiuto sono state finora pressoché unilaterali. Soprattutto per
quanto riguarda i mass media, praticamente unanimi nell’appoggiare Hillary
Clinton e dediti, quando citano Donald Trump, quasi solo a illustrarne le
gaffe, le intemperanze, i “granelli di follia”, il linguaggio “sporco”, in una
parola il pericolo che rappresenterebbe il suo ingresso alla Casa Bianca, anche
per la pace nel mondo.
I due partiti
classici che si contendono il potere in America e che fino all’estate scorsa si
affrontavano con furia senza precedenti (i repubblicani sempre più a destra, i
democratici sempre più a sinistra) adesso paiono riconciliati, concordi in una
campagna elettorale contro Trump. Per gli amici della famiglia Clinton egli è
un razzista reazionario e guerrafondaio. I repubblicani, invece, non gli
perdonano di essere candidato sotto il loro simbolo dell’elefante, di avere
vinto la campagna delle primarie e di avere così distrutto – dicono – il loro
partito.
Per leggere e
ascoltare paroline dolci per lui bisogna sintonizzarsi sulla voce di Mosca,
particolarmente su una televisione privata russa che ha la sua redazione a
Washington. Ma anche, per chi ne abbia il tempo e la voglia, gli interventi
ufficiali o ufficiosi del Cremlino. È la voce di Putin, che risponde ai
calorosi complimenti di Trump, ma soprattutto è l’espressione dei timori strategici
della Russia. Il principale dei quali sono la strategia e le iniziative di
Washington per un rafforzamento e un allargamento della Nato, la più potente e
vittoriosa alleanza della Storia, lo strumento per il crollo del comunismo e la
morte dell’Unione Sovietica e dunque anche del Patto di Varsavia, la “Nato
rossa”. Coloro che al Cremlino si erano rassegnati a distruggerla, da Gorbaciov
a Eltsin, speravano o pensavano che l’Alleanza Atlantica ne avrebbe condiviso
il destino.
Così non è stato.
Anzi la Nato ha cominciato ad estendersi inglobando gli ex satelliti sovietici
e anche alcune Repubbliche che dell’Urss avevano fatto parte. Questa diventò
presto la principale preoccupazione di un acceso nazionalista russo come Putin,
che cominciò a reagire con la forza quando la Georgia manifestò questa
tentazione nel 2008, imitata più recentemente dall’Ucraina (che allora
incorporava anche la Crimea). Gesti che da allora hanno fatto salire le
tensioni Est-Ovest in forme che ricordano sempre di più la Guerra Fredda. Un
“invito” che ha trovato un qualche successo negli ex satelliti, aumentando così
le angustie del Cremlino. Putin ha reagito nel modo tradizionale, irrobustendo
la forza militare, ma è ben conscio che il suo Paese non dispone della forza
economica e dunque generale per affrontare gli Stati Uniti da pari a pari,
anche per la mobilitazione dei mass media Usa, simile a quella in atto contro
il candidato Trump.
Dal Cremlino è
partito dunque un programma di “media alternativi” all’establishment politico
americano. Lo strumento principale è la televisione Rt, privata ma fedele alla
linea governativa, costruita a Washington ma ispirata da Mosca al fine di
“fornire una narrativa differente da quella dell’establishment” soprattutto
attraverso la “informazione”, la disseminazione di notizie più o meno veridiche,
dirette sia al pubblico americano, sia a quello dei Paesi europei. Con qualche
successo, per esempio nella Repubblica Ceca, i cui cittadini si stanno
proiettando in maggioranza verso una diffidenza nei confronti dell’America. Il
bersaglio attuale è la Svezia, il più neutrale di tutti i Paesi europei al
punto da tenersi fuori da due guerre mondiali e dalla Guerra Fredda, ma il cui
governo è oggi tentato di accasarsi nella Nato. Per impedirlo Mosca punta su
notizie che urtino o allarmino l’atteggiamento storicamente tradizionale degli
svedesi. È una formula collaterale che si combina però con la più diretta
propaganda elettorale per Trump, considerato il nemico dell’establishment.
È un gioco
dichiarato, annunciato fra gli altri dal principale anchorman di Rt, che ha
ribadito di recente che “l’era del giornalismo neutrale è tramontata, nel
nostro campo e in quello opposto”. Perché è più efficace. Con un diverso
vocabolario lo afferma anche il generale Valery Gerasimov, capo dello Stato
maggiore delle forze armate russe: “Oggigiorno uccidere un soldato nemico costa
molto di più che non nella Seconda guerra mondiale, nella Prima o nel
medioevo”. Anche la strategia della “persuasione” è più cara oggi, ma “se tu riesci
a persuadere una persona non hai bisogno di ammazzarla”. Una dichiarazione a
suo modo umanitaria.
Proxima Centauri
(di Nicola Facciolini)
Proxima Centauri ospita il più vicino massiccio
pianeta roccioso alieno nella zona abitabile Riccioli d’Oro della stella nana
rossa più prossima alla Terra. È potenzialmente analogo al nostro
mondo.
La straordinaria scoperta epocale degli astronomi europei ESO grazie
alla campagna scientifica “Pale Red Dot” (Piccolo Punto Rosso) rivela “Proxima
b”, l’esomondo alieno di massa simile a quella della Terra a 4,2 anni luce dal
nostro Sole.
Gli astri di classe M, più freddi e più piccoli del Sole,
costituiscono in verità i tre quarti delle stelle della nostra Galassia e rappresentano
un target interessante per i programmi di ricerca dei pianeti extrasolari.
Il capitano James Tiberius Kirk a bordo
della sua astronave “Enterprise” sarebbe ben lieto di condurvi in un veloce
giro nel “vicinato” interstellare, per la gioia di tutti i cultori
dell’originale serie di Star Trek giunta al suo cinquantesimo genetliaco
(1966-2016) grazie al genio del creatore Gene Roddenberry.
Poichè Proxima
Centauri è una stella nana rossa, inonderà i suoi pianeti alieni di un
riverbero rossastro! Notizia embargata più o meno seriamente e
“incredibilmente” filtrata dagli ambienti scientifici dell’ESO in Germania per
un evidente, chiaro e distinto “giuoco” delle parti tra il mondo della Scienza
che non ha più segreti da nascondere e la popolazione della Terra.
Il numero
gigantesco di pianeti che fluttuano liberamente nello Spazio scoperti con i
nostri attuali limiti osservativi, ci offre la speranza di osservare
direttamente una gran quantità di esomondi alieni confrontabili alla Terra con
E-ELT.
L’ESO scopre anche un
esopianeta sorprendente con tre stelle e un eccesso inatteso di esomondi
giganti in un ammasso stellare, degni delle Cronache di Riddick.
Il super
radiotelescopio Alma scopre il più distante Ossigeno finora osservato. Il
sensore Gravity osserva con successo, per la prima volta, il centro galattico:
la sonda delle Stelle Nere funziona con tutti e quattro i telescopi del Very
Large Telescope. Lo sguardo più profondo in Orione. Un laboratorio stellare nel
Sagittario. Raggi misteriosi di una massiccia stella Nana Bianca sferzano una
Nana Rossa.
Un’esplosione stellare rivela la Linea di Neve dell’Acqua sugli
altri Mondi. Il viaggio della prima astronave interstellare umana prima o poi
si farà certamente su Proxima Centauri, sempre che la razza terrestre
sopravviva alla propria apparente volontà autodistruttiva in inutili guerre e
conflitti.
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