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Ventotene e Zuckerberg


Guido Colomba                                              

Il vertice trilaterale di Ventotene ha riproposto il dilemma di politica economica: è meglio la politica dell'offerta (supply side) o della domanda? La cultura è un driver della crescita? Sull'altra sponda dell'Atlantico, il re di internet - Mrk Zuckerberg, ceo di Facebook - ha dato una sua risposta annunciando una donazione di grande significato (95 milioni di dollari) per finanziare progetti filantropici. "Vogliamo restituire - ha detto - io e ma moglie il 99% della nostra ricchezza". Una dimostrazione di quanto sia valida la strada della detassazione sugli investimenti, compresa quella sulle donazioni e sulla cultura. Ed è la strada che l'Italia dovrebbe preferire (si mormora che Padoan sia più favorevole di altri alla supply side economy) visto che gli incentivi alla domanda non hanno risolto il problema della ripresa dei consumi e della crescita economica. Siamo in piena deflazione. Il tema si associa a quello dei migranti che la Merkel ha posto al centro dell'attenzione accettando il principio di "ricollocare" in Germania una quota di migranti giunti in Italia. Per capire a fondo il problema è utile lo studio della Fondazione Moressa dal quale emerge che ogni dieci famiglie povere quattro sono straniere (pari al dieci per cento dei residenti in Italia). I dati sono fermi al 2015. La Regione che offre le migliori opportunità di lavoro agli stranieri è il Lazio con il 63,5% contro una media del 59%. La cancelliera Angela Merkel ha molto insistito sul fatto che in Germania, per favorire l'integrazione, vi è l'obbligo di studiare il tedesco e di seguire corsi di formazione. Chi non aderisce riceve meno sussidi. E' presto per dire se a Ventotene si sia giunti ad una percezione dei problemi su un piano pragmatico e di buon senso che finora è mancato alla Commissione di Bruxelles ed agli inutili vertici intergovernativi. Il prossimo è previsto a Bratislava nel settembre prossimo. Di certo, è in gioco la stessa legittimazione del ceto politico "associato" (comprende i superburocrati) incapace, in questi lunghi otto anni di crisi, di offrire (a) i beni pubblici primari utili allo sviluppo; (b) la protezione e la sicurezza dei cittadini europei. C'è il precedente storico, inquietante, della crisi degli anni Trenta dove i governanti furono incapaci di trovare risposte adeguate con le conseguenze tristemente note della seconda guerra Mondiale. A Ventotene, finalmente, si è parlato di "misure forti" a favore dei giovani con investimenti da scorporare dal Patto di Stabilità. Un punto sul quale ha insistito Matteo Renzi. Il presidente francese Hollande ha proposto di ampliare da subito il programma Erasmus. Il tutto per rendere più efficace la "Garanzia giovani" e rafforzare l'idea di mobilità all'interno dell'Europa. Brexit è rimasta sullo sfondo.