La paura è un'emozione primaria di difesa, provocata da una situazione di pericolo, che può essere reale o immaginaria. La sua entità dipende molto dalle nostre esperienze del passato e anche dall'ambiente culturale in cui viviamo. Essa provoca in modo autonomo una reazione del nostro sistema nervoso, attivando delle difese che si traducono solitamente in atteggiamenti di coraggio per la lotta o di fuga.
Nelle
paure c’è la sensazione che qualcosa minacci la nostra esistenza o quella delle
persone a noi più vicine. L’emozione della paura può proiettarsi nel futuro:
qualcosa di brutto accadrà a noi o agli altri. Ciò ci spinge ad agire per
eliminare o allontanare l’oggetto della paura o al contrario fuggire da questo
per evitare il danno o l’angoscia che potrebbe procurarci.
La
paura è un meccanismo sano, a cui dobbiamo dare la giusta importanza. Si
manifesta solitamente a livello d’inquietudine quando non sappiamo valutare la
pericolosità di una situazione nuova e tale sensazione è facile che si
trasformi in paura quando non la sappiamo identificare: solitamente è la paura del diverso e
dell’ignoto. Se, per esempio, incontriamo un essere umano molto diverso da noi,
per il colore della pelle o per il suo comportamento insolito, ecco che dentro
di noi scatta uno stato di imbarazzo, che può trasformarsi in paura. Lo stesso
accade se vediamo un insetto ronzarci attorno, anche se è del tutto innocuo.
Esistono
vari tipi di paure: paura degli altri, del buio, del futuro, degli animali, di
non essere all'altezza della situazione, delle malattie e della morte, ecc. In
particolare, man mano che ci si avvicina al momento finale, ci si comincia a chiedere
cosa c’è e se c’è l’aldilà. La mancanza di una risposta razionale ci ingenera
angoscia e ricorriamo in genere alla fede per non cadere nella paura o
sminuirla.
Solitamente
pensiamo alla paura come a qualcosa di negativo. La verità è che essa ha un
ruolo molto importante nella nostra vita perché funge da campanello di allarme
nelle situazioni di pericolo. Infatti, la paura è un’emozione di breve durata,
presente in tutti noi sin dalla nascita e che si attiva ogni volta in cui
percepiamo un’insidia o un rischio. Il problema subentra quando non riusciamo a
gestirla e a reagire. Allora essa può diventare un insormontabile ostacolo capace
d’immobilizzarci e d’impedirci di agire.
Però,
la paura può fare emergere il coraggio, insito nella natura umana come
sentimento di conservazione della specie. In genere questo sentimento è
primario per la conservazione dell’individuo e successivo per quello della
specie. Ecco perché ci stringiamo solidali per combattere flagelli quali le
guerre o le epidemie.
L’aumento
della popolazione mondiale, esponenziale nell’ultimo secolo ed il fenomeno
della globalizzazione hanno comportato l’insorgere di nuove sensazioni di
paura, che si sommano a quelle storiche delle guerre e delle epidemie. Si
tratta di eventi o fenomeni per i quali non esiste una tipologia d’intervento
atto a bloccarli o a tenerli sotto controllo come, per esempio, i movimenti
migratori dal continente asiatico o africano verso l’Europa, il cambiamento
climatico, l’insorgere ricorrente di virus che sistematicamente agli inizi di
ogni stagione invernale si spargono senza preavviso dall’oriente verso
l’occidente e che, ultimamente, sono divenuti una pandemia. Quest’ultimo recente
evento, che ha causato un blocco generalizzato delle attività produttive, ci fa
rievocare i nefasti trascorsi del “crollo di Wall Street”.
A
fronte di questi ultimi fatti, la paura del contagio si somma a quella
dell’incertezza del futuro per l’insorgere di una povertà crescente e diffusa,
che colpisce fortemente le classi deboli, ma che si spinge anche verso fasce
limitrofe più agiate.
Quale
sarà il ns. futuro? E’ l’incertezza di una risposta che c’ingenera paura per
noi e per i nostri figli.
Dopo
la seconda guerra mondiale, abbiamo vissuto un periodo di pace e di floridezza
mai così lungo nella storia. Il benessere diffuso, l’allungamento della vita
media, le scoperte tecnologiche e della medicina ci hanno spinto a credere che
questo stato si sarebbe proteso all’infinito, disabituandoci a previsioni
nefaste per avvenimenti catastrofici non prevedibili.
Il
vento dell’Est, che ha portato a noi la pandemia del Covid-19, ci ha messo a
nudo e la paura del futuro subentra.
Aldo
Nicolosi