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Memorial Day, i morti che contano e quelli dimenticati


American military cemetery 2003.JPG

Fine settimana dedicato al 'Memorial Day'.

Molti che non sono americani si chiedono per quale ragione negli Stati Uiti ci siano due festivita' dedicate a coloro che hanno servito la patria e sono morti.

La verita' e' che, mentre nel 'Veterans Day' (11 Novembre) si celebrano quelli che sono periti nell'adempimento del loro dovere oppure sono sopravvissuti riportando a casa tutte le loro problematiche psichiche e fisiche, il 'Memorial' Day celebra invece proprio quelli che sono morti in battaglia.

Tanti anni fa con mia moglie e i figli che erano adolescenti ci recammo in camper a visitare i luoghi dello sbarco alleato in Normandia.

Nel cimitero di Saint Laurent, quello delle prime scene del film ' Salvate il soldato Ryan', di fronte alle migliaia di croci e stelle di David provai una profonda emozione che porto ancora dopo decenni da quel viaggio.

Io, italiano, nato e cresciuto sotto il Fascismo, sopravvissuto ai bombardamenti a tappeto su Firenze, figlio di un ufficiale di cavalleria, prigioniero per molti anni in diversi campi di concentramento, mi trovavo di fronte alle tombe di giovani di diciannove anni insieme ai loro comandanti poco piu' grandi, spezzati dalla mitraglia dei tedeschi nei bunker sugli speroni di terra.

Io, govane professionista e padre di due ragazzi, ero li' di fronte a quei soldati mandati a sconfiggere il nazismo, un mostro creato da un sociopatico col sostegno di tanta parte del popolo germanico.

Io, italiano cresciuto a dosi di propaganda mussoliniana, stavo in quel momento piangendo rivolto a quei giovani strappati dalla loro dimensione domestica, rurale e gettati in una battaglia assurda per scalare quella maledetta scogliera e dare inizio alla vittoria sul nazismo che avrebbe di nuovo reso la mia Italia una nazione democratica.

A questo pensavo, asciugandomi gli occhi mentre mio figlio Max mi guardava sorpreso nel vedere la commozione del padre.

I combattenti alleati morti sui teatri di guerra europei e quelli americani nel Pacifico contro i giapponesi erano animati da confusi ideali ma, soprattutto, dalla volonta' di fare il proprio dovere.

Paragonati alle decine di migliaia di confratelli periti in Iraq e Afghanistan, loro almeno sono passati alla Storia.

Il sacrificio invece di questi ultimi a che e' servito? A coprire indegne speculazioni dei decisori politici del momento.

Anche se in queste ore siamo sollecitati a ricordare chi e' mancato nell'adempimento del proprio dovere, come si dice, la gente che sta uscendo dalla segregazione del lockdown pensa solo a rinfrancarsi all'aria aperta.

Quanto ai morti prega per quelli suoi falciati dal Covid-19.

Ed anche questa e' America.

Oscar

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Bella  riflessione  caro  Oscar !
Un  abbraccio !
Andrea
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Caro Oscar il tuo richiamo alla memoria dei morti è atto di civiltà che un grande popolo come il nostro purtroppo a volte dimentica. Memnosine la madre di tutte le arti  che era ed è indispensabile per dialogare e questo lo è per cercare soluzioni condivise per i problemi del vivere in armonia tenendo sempre presente  che oltre  al cultoa dei Lari e dei Penati i romani avevano quello dei Mani, degli antenati. Anche x questo sono diventati quello che erano per il rispetto al senso dell'appartenenza. Ricordarlo come hai fatto è determinante.  Complimenti e buona domenica.  Carlo Prinzhofer
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Caro Oscar, anche questo tuo pezzo mi è piaciuto molto. Condivido tutto quello che scrivi, stavolta ...
Come immagini, non capita sempre, ma non c'entra con la voglia di scriverti. Certe volte mi va, altre no.

Ciao.

Pia

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Sempre bellissimo e commovente e appropriato leggerti e farci pensare aldilà 
degli interessi personali !!!!
Un abbraccione
MLuisa
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Alberto Galluccio Ho provato simile commozione da ragazzo a Cassino. Anche in Friuli da lupetto quando ripulimmo un cimitero di guerra con sale dei due contendenti.
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  Memorial Day 2020
A few short miles south of Florence, Italy, on seventy acres of rolling hills, 4399 white crosses, a few stars of David, symmetrically placed in curved lines, each marks a tomb. At a later date, 1409 of them were identified, the rest remain unknown. Now, seventy-five years later, parents, brothers, sisters, friends, even the memories are gone.

Harold A. Vaughn
4000 Massachusetts, NW
Washington, DC 20016

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Caro Bartoli, 
ieri era il 24 maggio inizio della partecipazione dell’Italia all’ inutile strage che precedette e seminò le cause dalla seconda e le premesse dell’attuale. 
Nessuna guerra ha ottenuto gli obiettivi per cui è stata dichiarata magari altri, a volte migliori ma non previsti. 
Eterogenesi dei fini ed astuzia della storia. 
Restano in morti. 
Vi auguro tutti bene. 
Col tuo blog e le tue canzoni ci hai permesso di essere un po’meno tristi durante l’isolamento. 
Ti sono grato. 
Guido Doria
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Caro Oscar!
Posso dire che ti invidio?
Beato te che riesci a commuoverti davanti a queste cose che sono obiettivamente laceranti, ma che non riesco a sentire come mie ………e, tutto sommato, sono anche molto duro per le mie cose.
Ti abbraccio forte e continuo a leggerti con grande stima.
Fernando Fe.

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Grazie Oscar di quanto hai scritto,

la causa per la quale si dona la vita è ciò che dà  un senso sia a chi l’ha perduta, sia a chi  è rimasto a rimpiangerla. E questa memoria è proprio ciò che ci tiene ancora vivi nell’ “aldiqua”.

Mi ha molto toccato la prima pagina del N.Y.T. del 24 maggio con i nomi di 1000 morti negli States per il virus del covid. Per loro, come per tutti, il senso non può che stare in ciò che di buono e di generoso – al di là di ogni credo - hanno fatto per i propri cari e anche per gli altri “in questa” vita. Poi, chissà…

Abbracci

Sandro
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