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Equity crowd funding, svolta per le start up



                                                          di Guido Colomba

Una svolta in attesa delle elezioni autunnali tedesche? Il G20 di Mosca si é chiuso sabato scorso indicando la priorità su crescita e lavoro. Stati Uniti e Francia insistono perché l'austerity dia la precedenza allo sviluppo. Ma, sottolinea l'economista americano Paul Krugman, nessuno ha ammesso gli sbagli fatti fino ad oggi con le politiche di rigore "perché hanno sottostimato i moltiplicatori di due terzi circa". L'assenza di prospettive secondo Krugman ha una controprova: la quantità di moneta in circolazione (o sotto il materasso) sta aumentando considerevolmente favorita dai tassi prossimi allo zero. In questo paradosso di una "austerity-da zero-crescita" si inserisce il discorso della mancata riduzione in Italia della spesa pubblica. Ciò pone gli Enti locali al centro della bufera: essi, anziché semplificare e decentrare, hanno aumentato – senza che la spesa dello Stato centrale sia stata ridotta - la pressione fiscale del 400-500%. Solo le Regioni costano 138 miliardi (la Consulta ha bocciato i controlli introdotti dal governo Monti..)  Come indicano Rizzo e Stella sul Corriere della Sera (20/7/13) le spese effettive per i servizi erogati dalle province ai cittadini sono in media il 24% dei costi indicati a bilancio. Il 76% è divorato da dipendenti e affitti. Quanto ai comuni, la musica non cambia: parte dalla Tares la corsa ai rincari su tutto il fronte: dai bus, alle addizionali, alla imposta di soggiorno. Si guarda al catasto come strumento per reperire nuove entrate fiscale. Le previsioni parlano di un 60% in più rispetto all’Imu attuale. Eppure nel 2001, l'ulteriore massiccio decentramento dallo Stato a favore degli enti locali aveva suscitato grandi speranze. Invece, nel Sud il Pil è sceso a -3%. Come spesso accade allo storia italica, sono le spinte dall'estero che finiscono per indicare la strada da seguire. Del resto lo stesso Enrico Letta ha ricordato che "abbiamo bisogno di più Europa". E Squinzi aggiunge: "Servono azioni rapide per la crescita". La Consob - prima in Europa - ha varato il regolamento dell'equity crowd funding, cioè la raccolta diffusa, attraverso internet, a sostegno di progetti imprenditoriali (anche immobiliari) e di start up. Una svolta epocale se fosse seguita dai fatti. Inoltre, i tempi sono maturi per nuovi intermediari che facciano credito alle PMI attingendo capitali da investitori istituzionali. Cioè fondi di debito per battere il credit crunch. La Bce per facilitare l’accesso al credito delle Pmi, ha deciso di accettare come collaterale le cartolarizzazioni standardizzate ed ha abbassato la valutazione dei “retained covered bonds”. Una rimodulazione che dovrebbe liberare fino a 20 miliardi in “asset backed secuerities”. Inoltre la Bce è disposta ad accettare  le “tranche mezzanine” purché garantite da istituzioni bancarie come la Cdp in Italia. Su questi temi si attende che la Banca d'Italia si esprima con chiarezza. Lo stesso ministro Saccomanni dovrebbe tracciare un quadro operativo che vada oltre l’affermazione ripetitiva che "l'incertezza politica frena la ripresa". C'è necessità, tutti i giorni, di lavoro tecnico di squadra per cambiare l'immobilismo dell'Alta burocrazia dello Stato. L'obbligo del Durt (documento unico di regolarità tributaria) per ottenere il pagamento dei debiti dello Stato verso le imprese (oltre 100 miliardi di euro) la dice lunga sui lacci e laccioli che soffocano il Paese. Le aziende italiane sono affamate di risorse finanziarie. I prezzi delle aziende sono ai minimi storici. La valutazione media alla Borsa di Milano ha un rapporto tra prezzo e utili di nove volte, contro le 14 volte delle società quotate a Parigi e le 22 volte delle società Usa. Vi sono tutte le premesse per ripartire.