Carissimo Oscar,
prendendo spunto dall’invito di Michelle Obama , che esorta a pensare alla riforma sanitaria (La Nazione 24/12/2013), torno ancora una volta su questo argomento che mi interessa particolarmente.
La riforma sanitaria come esiste oggi in Italia ed in altri paesi europei, oltre a non essere particolarmente efficiente, sarà molto difficile farla “digerire “ ai falchi repubblicani attaccati morbosamente alla loro situazione attuale .
Un sistema intermedio, invece, come quello che avevamo noi in Italia prima dell’entrata in vigore del Sistema Sanitario Nazionale, basato sulle Casse di Previdenza per singole categorie di lavoratori, es. INAM (per tutti i dipendenti di aziende private), ENPAS ( dipendenti Statali), INADEL (dipendenti enti locali) ENPAIA ( impiegati in agricoltura) , commercianti, artigiani ecc. potrebbe giocare a favore della causa del presidente (pensiamo alla strategia usata da A.Lincoln per far approvare dal Congresso la legge sull’emancipazione dei neri !).
In queste casse di previdenza, che io ho avuto modo di usufruire e che ti possogarantire funzionavano molto meglio dell’attuale Servizio Sanitario Nazionale, i soggetti in causa che contribuivano al loro finanziamento erano tre: lo Stato, il datore di lavoro ed il lavoratore.
Inoltre, mi ricordo di aver assistito personalmente, nel lontano 1968, ad un dibattito fra personale sanitario italiano ed un gruppo di medici inglesi, dove i medici inglesi ritenevano di gran lunga migliore l’allora sistema sanitario italiano, rispetto a quello inglese che aveva già subito una riforma, tipo quella che sarebbe avvenuta in Italia successivamente.
A mio avviso, solo un sistema intermedio fra quello Italiano e quello Americano,potrà garantire efficienza e contenimento di quegli sprechi, che continuamente abbiamo sotto i nostri occhi e che sono balzati agli onori della cronaca.
Mentre, sotto il profilo politico potrà, con più facilità essere accettato dall’opposizione.
Andrea Mazzoni