Translate

Stress test, il flop della Vigilanza


Guido Colomba

Dopo aver affossato il mercato finanziario italiano (svendita della Borsa di Milano a Londra con l'eliminazione fattuale degli intermediari indipendenti attraverso una politica tariffaria finalizzata alle grandi istituzioni bancarie) la Vigilanza della Banca d'Italia ha fatto flop. Gli stress test della Bce hanno rappresentato la cartina del tornasole per le banche italiane "capitalizzate". L'economista Luigi Zingales ha così commentato la situazione sul Sole24Ore: "Se fossi uno dei risparmiatori che hanno sottoscritto questi aumenti di capitale cercherei il modo di far causa alla Banca d'Italia per aver chiuso non soltanto un occhio, ma tutti e due, di fronte a queste sopravvalutazioni". Di che cosa si tratta? Di perdite occultate che, secondo Zingales, sono state consentite dalla banca centrale italiana. Si può obiettare che, quando l'economia è in crisi, le banche, anche le migliori, registrano pesanti perdite per colpa di crediti divenuti inesigibili. Ma il mercato del risparmio merita maggiore trasparenza. Ed è amaro il commento di Zingales: "Altro che tutela costituzionale del risparmio; in Italia sono costituzionalmente protetti solo i banchieri specie se politicamente affiliati. Gli stress test europei ci dicono che è ora di cambiare". Infatti è emerso che l'asset quality review (coerenza dei valori contabili) registra una sopravvalutazione per l'Italia dell'1,1%, quasi sei volte quella della Francia (0,2%) e della Germania (0,2%) e quasi quattro volte la Spagna (0,3%). La Banca centrale greca è al primo posto come peggior supervisore (in media del 2,9%). Al secondo posto la Banca d'Italia. Oltre ai casi Mps e Carige, vi sono altre 7 banche italiane (su un totale di 25) che sui dati di fine 2013 hanno suscitato le reprimende della Bce. Inoltre, il presidente dell'Eba, Enria, ha sottolineato a mercati aperti che anche le banche che hanno superato lo stress test "non devono sentirsi al sicuro". Un commento sicuramente infelice che ha aggiunto un brivido di incertezza con immediati effetti negativi sulle quotazioni di borsa. Non è certo secondario ricordare che un efficiente mercato finanziario consente alle piccole e medie imprese di ottenere capitali dal settore privato senza l'intermediazione bancaria. Nel Nord Europa e negli Usa "crowd funding", "mini-bond" e "development bond" sono un esempio di innovazione finanziaria di successo. Sono gli strumenti indispensabili di una politica industriale. Questa carenza italiana rende difficile anche gli acquisti programmati dalla Bce per favorire l'economia reale delle imprese visto che in Italia il mercato Abs e delle cartolarizzazioni è del tutto inadeguato. Dal 2012 le banche italiane hanno aumentato di 200 miliardi gli acquisti di titoli di Stato. In pratica, hanno acquistato (carrytrade) una parte del debito italiano ma, ciò facendo, hanno sottratto liquidità all'economia. Questo trend continua: ieri i Bot hanno attirato 11 miliardi di domanda (a tassi in aumento) mentre in Germania un'asta è andata semi-deserta. Tra il 29 gennaio e il 26 febbraio le banche italiane dovranno rimborsare alla Bce i finanziamenti (Ltro) di fine 2011. Un ulteriore drenaggio di liquidità che la Bce, per ora, non è in grado di sostituire (nella settimana al 20 ottobre ha acquistato solo 1,7 miliardi di covered bond) nonostante lo scenario di deflazione e di frammentazione del sistema europeo.