Rosario Amico Roxas
Reggio
Calabria è una città complessa che si dimena tra una maggioranza operosa e una
risicata minoranza malavitosa, tant’è che l’Amministrazione Comunale è stata
sciolta per evidenti relazioni con la ndrangheta.
La città è
stata chiamata al voto per rinnovare il Consiglio Comunale, con la segreta
speranza di vedere eletta una pattuglia di onesti, in grado di neutralizzare
gli inquinamenti mafiosi. E’ stata la maggioranza, non più silenziosa, che
ha determinato il successo del giovanissimo Giuseppe Falcomatà, assegnandogli
la vittoria al primo turno, con il 61% di voti, una vittoria definita dal
neo-sindaco: “una vittoria nuova, dal sapore antico”, con il ritorno al
centro-sinistra che a Reggio Calabria ricordano come esempio di buon governo. Il “sapore antico” è dato dalla memoria di
Italo Falcomatà, padre del neo-sindaco, anch’egli sindaco della città per il
centro-sinistra, che aveva lasciato una eredità di quel buon governo, che
adesso eredita il figlio. Così il “nuovo” si è coniugato con l’antico, la speranza
con l’esperienza, l’energia pulita con la capacità di saper mediare.
Se questo è
il segnale del “futuro pulito che avanza e che sta arrivando”, come ha detto
Renzi alla Leopoloda, allora il lumicino della speranza torna a brillare.
Ma il
risultato più importante, per fare delle analisi politiche proiettate nel
futuro, è quello di FI, relegato ad un misero 8,4%, come da un anno a questa
parte vado scrivendo a commento di sondaggi taroccati a comando; da oltre un anno anticipo che la
reale consistenza di FI non arriverà più alla percentuale a due cifre,
identificando una forchetta tra l’8
e il 9 %. Così è stato.
Ma è molto
più significativo il dato che ciò sia avvenuto a Reggio Calabria, dove possiamo
ipotizzare un pesante intervento delle cosche della mafia reggina. Così è la
mafia che risulta sconfitta, proprio nella città che ha dominato per un
decenni, fino allo scioglimento per collusioni mafiose.
Rosario Amico
Roxas