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Sutop (Thriller) Capitolo 5

Leo Rasco

    

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental


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L'appuntamento era a casa di Achille Giachi, un Italo americano espatriato vent'anni prima come amministratore delegato della branch americana di una banca Italiana.

La strada, Hadfield Lane, era una parallela di Reservoir Road, tra l'ambasciata francese e quella germanica, a duecento metri dal campus medicale di Georgetown University.

Zona chic di Washington, strada nella quale era ancora possibile parcheggiare perché i meter non li avevano messi e tantomeno le telecamere che invece a centinaia spillavano quattrini agli ignari automobilisti che si permettevano di andare a 35 miglia quando il limite, pensate voi, era di 25 (sconosciuto alla maggior parte dei cruise control delle vetture anche se a guida automatica).

Le berline nere cominciarono ad arrivare.

Achille Giachi attendeva sulla porta non solo per una questione di cortesia nei confronti degli alti papaveri del partito democratico che stavano arrivando, ma anche perché quella casa (che lui amava) aveva una piccola scala all'ingresso per poi aprirsi in ampi spazi nel primo piano.

Molto inusuale per lo stile americano che prevede all'ingresso una imponente scala che conduce ai piani superiori. Almeno per quanto riguarda le mansions.

Ma dello stile abitativo americano ad Achille Giachi non poteva importare di meno. Tutte le stanze della grande abitazione di tre piani erano caratterizzate dalla antica e preziosa mobilia delle case italiane vendute in fretta prima che il mercato immobiliare italiano precipitasse ulteriormente.

Quando i cinque importanti parlamentari furono sistemati nelle ampie poltrone e divani della sitting room, una cameriera fece il giro con un vassoio di espresso Lavazza, bricco del latte, zucchero di canna e dolcificanti.

Tre degli ospiti chiesero un 'double shot', un espresso doppio a conferma che l'americano medio, sia pure allocato a Capitol Hill, si trova disorientato di fronte alle poche gocce di un espresso all'italiana, condizionato come e' dai bicchieroni di caffè di Starbucks.

"Resta pure qui con noi, Achille", disse il capo dei senatori democratici. "Grazie per l'ospitalità che ci stai concedendo…"

Poi  continuò:

"Un tragico e terribile momento per la nostra nazione. Il presidente del tutto focalizzato sulla riconferma per un terzo mandato, violando la Costituzione, ha trovato ora un grosso supporto di immagine (si fa per dire) nei due grandi massacri che si sono avuti sia a Charlottesville sia a Athens, Università della Georgia. "

Gli altri quattro ascoltavano in silenzio l'apertura del collega del Senato, sorseggiando il doppio espresso nel quale uno di loro aveva messo sei cucchiaini di zucchero.

Il presidente del gruppo senatoriale democratico continuo':

"Da informazioni filtrate attraverso l'FBI e C.I.A. sembra accertato che, soprattutto l'organizzazione dell'attentato in Georgia sia stata fatta da professionisti, il che conduce a ritenere che in questa nostra tragica vicenda domestica siano ormai inseriti interessi stranieri.

Al momento non so dirvi se siano collegabili a nazioni nostre avversarie oppure a organizzazioni criminali al soldo di interessi extraterritoriali."

Il presidente del gruppo senatoriale democratico portò alle labbra la tazzina dell'espresso sorbendo rumorosamente.

"Ci siamo riuniti qui, al di fuori degli ambienti istituzionali perché dovremmo chiarirci quale debba essere il sentiero operativo sul quale dobbiamo muoverci per fronteggiare questa aggressione costituzionale che va compiendo il presidente degli Stati Uniti e per farci uscire da un silenzio troppo prolungato a parte la partecipazione dovuta al cordoglio nazionale.

Rendiamoci conto che la dichiarazione di emergenza nazionale è già di per se stessa una violazione dei diritti civili di ogni cittadino."

Nelle ultime elezioni di mezzo termine i democratici avevano ottenuto di nuovo un grande successo elettorale riconquistando la camera dei deputati mentre il Senato restava nelle mani dei repubblicani.

Speaker della Camera, ovvero la terza autorità dello Stato americano, era stata eletta di nuovo una donna, anzi la solita donna che da oltre mezzo secolo coordinava il gruppo democratico.

Nonostante gli 80 anni compiuti aveva ancora un bel cervello. Alzò la mano guantata per far capire che voleva intervenire.

"Gli americani sono un popolo con la memoria molto corta. Qualche volta è un bene, qualche volta è proprio il contrario.

Chi ricorda quanto avvenne il 19 aprile del 1995 ? Timothy McVeigh e Terry Nichols fecero scoppiare un'auto bomba che distrusse un terzo dell'edificio federale di Oklahoma.

168 persone persero la vita e tra questi molti bambini. 680 furono i feriti e bene 324 edifici nel raggio di un miglio furono distrutti o bruciati. Questo episodio di terrorismo interno sono in pochi a ricordarlo.

I due erano suprematisti invasati, come ce ne sono tanti purtroppo oggi in alcuni Stati della Federazione.

Come democratici col nostro ambiguo silenzio corriamo il rischio di farci addebitare la responsabilità dell'eccidio della Georgia.

C'è poi chi lavora per stornare dalle proprie spalle il sospetto di essere l'artefice di questi massacri. E allora è tanto facile rispolverare la vecchia formula del complotto ordito da una potenza straniera direttamente o indirettamente utilizzando organizzazioni mercenarie."

Gli altri quattro democratici ascoltavano con attenzione quanto la vecchia signora stava esponendo.

"La domanda che dobbiamo porci è: ci fa comodo oppure no che Albert Smith modifichi la Costituzione per farsi votare per un terzo mandato?

Parliamoci chiaro colleghi: mentre anni fa con Trump era per noi facile mantenere in vita un'accesa propaganda contro quell'ignobile personaggio, arrivando al punto di approvare alla Camera la sentenza di impeachment, regolarmente bocciata poi dalla maggioranza repubblicana al Senato, oggi noi ci troviamo stretti in una morsa dalla quale non riusciamo a liberarci con un messaggio chiaro agli elettori.

In un momento come questo di grande e delicatissima instabilità sociopolitica noi democratici credo che dovremmo fare fronte comune con questo presidente che oltretutto per noi è molto pericoloso in quanto è una persona gradevole, proprio il contrario del suo predecessore.

Assecondiamo l'operazione terzo mandato di Albert Smith, lasciamo cadere la polvere, vediamo che cosa è in grado di combinare e facciamo entrare in testa alla gente che noi democratici siamo una forza politica che rifiuta ogni atteggiamento utilitaristico ma che si impegna solo per la pace e la salvaguardia della popolazione americana."

Gli altri tre colleghi parlamentari presero la parola brevemente farfugliando vaghe dichiarazioni di consenso con quanto la speaker aveva appena detto.

Il presidente del gruppo democratico al Senato che da sempre era in forte contrasto con la speaker preferì non aggiungere altro a quanto era stato detto e annunciò che tutti i parlamentari democratici sarebbero stati convocati a breve per una assemblea generale.
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Ore 23:30, nella Oval Room.

"Come stai?"

"Appena infilata nel letto. Sto leggendo alcune pagine del libro che mi hai regalato su Giovanna d'Arco."

"Giornata terribile anche oggi… Sono veramente stanco e ho bisogno di te…"

"Ti aspetto, non tardare…"

Albert Smith fece un numero sul cellulare.

"Tieniti pronto…"

Aprì una porta che dava su un passaggio riservato che conduceva direttamente in un garage dove si trovava una berlina normale almeno in apparenza.

L'agente dei servizi che lo assisteva da anni era pronto ad aprire la porta posteriore destra dell'auto.

Il presidente entro' nella vettura mentre l'agente chiese un passi riservato all'uscita.

"Direzione il Mall" disse l'agente, come del resto faceva almeno tre volte la settimana quando l'inquilino della Casa Bianca in piena notte voleva staccare la spina dagli asfissianti controlli di sicurezza per andare a fare una sgambata sui prati del Mall.

Del resto che i capi di Stato cerchino di ritagliarsi dei piccoli spazi di vita privata fuggendo dalla routine quotidiana era un'abitudine abbastanza nota.

Anni prima il presidente francese in un incontro glielo aveva suggerito.

"Fai come faccio io, aveva detto Francois Hollande, ridendo di gusto. Io ho un vecchio motorino e fotto tutti i servizi segreti.."

Riusciva a fottere gli agenti del servizio ma non certamente i giornalisti dei tabloid che lo beccarono mentre in motorino andava a trovare la sua amante, un'attrice bella e famosa.

Ai tempi di papa Francesco si diceva che il pontefice di sera uscisse dalle mura Vaticane per andare a trovare gruppi di diseredati.

L'auto aveva raggiunto Macomb Street  (a 400 metri dal Sibley Memorial Hospital) e si fermò davanti ad una casa con all'ingresso due colonne di palladiana ispirazione.

Albert Smith spinse la porta che era aperta.

Si diresse verso il primo piano ed entrò nella ampia camera dove lo attendeva Eleonora.

Storia questa di un amore nato pericolosamente tra il presidente degli Stati Uniti rimasto vedovo da un anno ed una affascinante assistente.

Pesava su loro la squallida vicenda di Clinton e Monica Lewinsky che era costata all'allora presidente la sentenza di impeachment pronunciata a larga maggioranza dalla Camera dei Deputati e poi arenatasi per sua fortuna in Senato.

Albert Smith aveva cercato di non farsi coinvolgere in una relazione stabile oltretutto caratterizzata da 30 anni di differenza d'età.

Ma l'attrazione era stata troppo forte ed erano riusciti a gestire nel corso degli anni questo loro grande sentimento usando molta discrezione, anche se ormai le malelingue di Washington erano a conoscenza della relazione ma, stranamente per una città che vive prevalentemente sul pettegolezzo infamante, la cosa non era ancora venuta a galla, quanto meno sui tabloid. Forse perché il presidente, a differenza di Donald Trump, aveva cancellato la definizione attribuita ai media di "pericolo pubblico numero uno" ed aveva instaurato negli anni un tranquillo rapporto all'insegna di un reciproco rispetto professionale.

Albert Smith si avvicinò al letto e baciò delicatamente le labbra di Eleonora che avviandosi verso i 35 aveva aumentato il suo fascino unendo ad una personalità travolgente un fisico da Miss America.

"Mi faccio una doccia", disse il presidente avviandosi verso il bagno.

Mentre l'acqua scorreva, massaggiandogli il corpo, Albert Smith si fissò a guardare il braccio e la mano destra.

Da giorni aveva notato quel tremore ma quella sera vide che si era intensificato.

"Dovrò sottopormi a un check-up al più presto", penso' mentre chiudeva la doccia. "Forse è una pazzia insistere per un terzo mandato a 63 anni di età. Con quello che sta succedendo e chissà cosa mi aspetta ancora…"

Staccò dal gancio il suo accappatoio si asciugò accuratamente e rientrò nella camera gettando l'accappatoio per terra e infilandosi sotto le lenzuola abbracciato a quella donna che solo con il suo contatto fisico riusciva a fargli dimenticare le brutture, le angosce di quel mestiere scelto otto anni prima sulla spinta del suo ego smodato, ma ridotto poi ad un peso quotidiano di dimensioni straordinarie.

Quello che addolorava di più Albert Smith era l'impossibilità di operare decisamente ed in tempi brevi per risolvere i gravi problemi della nazione.

Tutto questo perché POTUS (The President Of United States) era mutilato nella sua capacità di decisione dalle continue 'aggressioni' (come le definiva lui in privato) degli organi istituzionali previsti dalla Costituzione.

"Sì d'accordo, questo il prezzo da pagare per la democrazia… Ma siamo proprio sicuri che sia giusto?"

Eleonora aveva gettato la sua camicia da notte e gli si strinse addosso cominciando a baciarlo nel collo.

Albert Smith sentiva che quelli erano i momenti magici e migliori della sua vita grazie a questa giovane donna che rappresentava per lui un porto di felicità.

Eleonora continuava a baciarlo in tutto il corpo.

"Mi fai morire" gemette POTUS.

Eleonora sapeva bene che il suo amante prediligeva la sua tecnica raffinata.

Un urlo strozzato che non era orgasmo la costrinse a interrompere il suo impegno sessuale.

Albert Smith si toccava il torace e non riusciva a respirare e parlare.

Eleonora, a differenza di molte donne, nei momenti difficili sapeva come dominare il panico.

Infilatasi la vestaglia si precipitò alla porta chiamando l'agente che immediatamente salì in camera e aiuto' il suo capo supremo a indossare una vestaglia.

Il presidente riusciva a camminare a stento ed era stravolto per il grande dolore alla parte sinistra del torace.

Riuscirono comunque a raggiungere la vettura e dopo alcuni minuti erano all'ingresso del pronto soccorso del Sibley Hospital dove una barella era già pronta con due medici e uno stimolatore cardiaco. L'agente aveva allertato la Emergency Room in maniera anonima.

Il presidente sparì dentro la camera operatoria.

Le agenzie cominciarono a battere la notizia che il presidente degli Stati Uniti si era sentito male nel corso della nottata. Forse a causa di un violento attacco influenzale.

Al momento non era possibile avere ulteriori informazioni.

Erano le due del mattino e fuori dell'ingresso del Sibley Hospital si era gia' addensato il consueto zoo televisivo con almeno una decina di postazioni, tecnici, giornalisti, producer.

Il giorno dopo, guarda che combinazione, il tabloid National Enquirer uscì con un servizio su personaggi famosi e capi di Stato morti mentre facevano sesso consensuale.

Partendo da Attila, poi i papi Leone VIII e Giovanni XII, Lord Palmerston primo ministro inglese nel 1865, etc.....

Famoso il caso del presidente francese Felix Faure la cui partner fu sottoposta a operazione chirurgica alla mascella per staccarla dalle nobili pudenda presidenziali e quello del vicepresidente americano Nelson Rockefeller fulminato a 70 anni dalla 'dolce morte', secondo la definizione francese. Era il 1979.