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Auschwitz industria tedesca della morte



In questo video non mi e' stato possibile inserire tutte le scene orribili di questa visita che dopo settanta anni riesce a sconvolgere chi si avventura nel cuore della Polonia per vedere e sentire lo strazio di milioni di innocenti eliminati dopo inenarrabili sofferenze dalla follia omicida delle SS.
Ma, al contrario di quanto affermato da chi cerca di sminuire per patriotismo le responsabilita' della Germania di Hitler, la gente sapeva. Sapevano i polacchi molti dei quali hanno collaborato nella gestione di questa industria della distruzione di massa. Sapevano anche i tedeschi.
Si puo' obiettare che su questo pianeta di genocidi ne sono successi e ne stanno succedendo molti altri. Ma quello che colpisce nella visita di questo luogo di dolore e' l'approccio industriale con il quale scientificamente Rudolf Hoss e i suoi criminali collaboratori hanno impostato in maniera tedesca, e' iil caso di dirlo, il compito di provvedere alla distruzione degli ebrei, dei gitani, delle minoranze russe.
I capelli tagliati alle donne venivano utilizzati per fare tessuti e calze per i sommergibilisti. I bambini venivano utilizzati per esperimenti. I diecimila tra prigionieri e polacchi che lavoravano nel campo erano impegnati nell'estrazione dei denti d'oro dai cadaveri delle persone che erano state gasate. La morte, secondo la testimonianza degli aguzzini, non era istantanea. Il cianuro inalato provocava dolori spaventosi, i prigionieri si gettavano gli uni sugli altri urlando. Queste urla erano udite da chi si trovava negli spogliatoi in attesa della 'doccia'.
Nelle baracche erano ammassati 500-900 prigionieri. Quelli che stavano al piano terra dei letti a castello erano chiamati 'musulmani' perche' non potevano alzarsi e stavano in ginocchio nel fango, subendo i morsi dei topi, immersi nelle loro feci e in quelle di coloro che occupavano i letti superiori.
Il cannibalismo era diffuso in una popolazione carceraria che era condannata a morte per fame.
Non mi e' stato possibile girare le immagini delle celle di segregazione. Nella numero 18 e' morto Padre Massimiliano Kolbe. In fondo ad un corridoio si notano le celle in cui i detenuti dovevano stare in piedi sino alla morte.
Quello che colpisce le migliaia di turisti che ogni giorno sfilano in un silenzio che parla da solo e' il livello di ferocia consapevolmente organizzata delle SS e dei loro comandanti a cominciare da quel Rudolf Hoss che ha impressionato il mondo durante il processo di Norimberga per la freddezza con la quale rispondeva con dettagliati particolari sui crimini organizzati e commessi.