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Confindustria e Cgil, un patto da sciogliere



Guido Colomba
In Ucraina si combatte duramente. Il Mediterraneo è oramai un teatro di guerra. L'Italia inevitabilmente torna ad essere un partner strategico. Con quali vantaggi? Persino l'operazione "mare nostrum" a favore degli immigrati è divenuta in questa situazione una carta di credito preziosa, quasi un bancomat. Non a caso l'Italia, a differenza di Usa, Francia e Uk, non ha chiuso l'ambasciata a Tripoli. Renzi (in missione al Cairo), conscio della particolare attenzione degli Usa al ruolo italiano, ha confermato la Mogherini come candidato unico alla politica estera della Ue (e alla vice presidenza con accesso a tutti i documenti di Juncker). L'obiettivo è duplice: (a) salire sul ponte di comando europeo; (b) ottenere maggiore visibilità al mosaico delle riforme che il governo sta cercando di varare. Molti commentatori sostengono che Renzi è condizionato da Anci, Regioni e Comuni per il loro appoggio all'interno del Pd. Anche il "caso Cottarelli", in tema di revisione della spesa statale (ballano 16 miliardi di risparmi nel 2015), viene visto in questa ottica. C'è un'altra spiegazione. La riforma del Senato non-elettivo è la premessa per riportare sotto controllo il vasto fronte delle Autonomie, grande responsabile della "spesa senza controlli" registrata dal 2001 ad oggi. Dal 2008 ad oggi, sono scesi i consumi delle famiglie e delle imprese ma non quelli degli enti locali e della P.A (+8,6%). Pochi si sono accorti che esiste da anni un "Senato occulto" sotto forma di "Conferenza permanente Stato-Regioni" (neo-presidente Chiamparino). Se ne sa molto poco, non vi sono verbali pubblicati. Trasparenza zero, filtro sulle decisioni prese. Il danno prodotto è stato immenso: dalla frantumazione normativa differente da Regione a Regione, allo scontro con lo Stato attraverso i continui ricorsi alla Corte costituzionale, all'intreccio corrosivo con Province, Comuni e Prefetture. La palude (corruzione compresa) che paralizza il Paese nasce in questa confusione magmatica (persino nello sblocca-debiti della PA, 8 euro su 10 sono andati alle spese correnti anzichè agli investimenti). Giuseppe De Rita ha fatto il punto della situazione (re: Corriere 1 ag.) guardando al "sentire della gente" con il piglio di un Savonarola. Stranamente ha taciuto sul ruolo nefasto di Confindustria e Cgil. Squinzi è praticamente scomparso dalla scena. Ripete le stesse cose ma non osa rompere la prassi sotterranea che lega a doppio filo la confederazione degli imprenditori con la Cgil, il sindacato che governa da sempre la politica economica in Italia. Non sorprende che già da due anni Marchionne abbia abbandonato la Confindustria per poi trasferire il gruppo Fiat-Chrysler (Fca) fuori dai confini nazionali. Dunque, con il governo Renzi, sembra emergere una strategia avvolgente per cambiare il sistema-Paese: (a) mettere sotto controllo le Regioni e (b) scavalcare i blocchi e i veti imposti dai sindacati (Confindustria e Cgil) legati da un patto scellerato che occorre sciogliere al più presto. Solo così si può spiegare lo strano "licenziamento" di Cottarelli: "La revisione della spesa - ha detto Renzi - la faremo lo stesso anche senza di lui". Il mega-pacchetto "sblocca-Italia", che entrerà in vigore a settembre (già accompagnato dai decreti attuativi), tocca più aspetti del mosaico (edilizia, scuole, energia, banda larga, Pmi, opere pubbliche, ecc.) e potrà fare da volano con una massa finanziaria di 30 miliardi di euro. Per ora, è sotto gli occhi di tutti, la ruota della macina è quasi ferma. Di certo, da due settimane, è finita la luna di miele. Ora si gioca duro. Per il momento Matteo Renzi ha accettato la sfida e, al Senato, ha vinto il primo round. 
Guido Colomba