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"Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per cio' che ha fatto. 
Contano le azioni e non le parole. 
Se dovessimo dar credito ai discorsi, 
saremmo tutti bravi e irreprensibili"

Giovanni Falcone
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 Il Giudice assassinato dalla mafia e' stato ricordato al termine della S. Messa 
nella Chiesa Holy Rosary di Washington
dal Colonnello Vincenzo Romeo

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Ben detto, povero Giovanni: perciò noi italiani abbiamo permesso che ti ammazzassero. In special modo le verginelle che popolano questo disgraziato Paese, pronti a ricordare che sono sempre stati dalla tua parte ed oggi occupano sedioloni istituzionali (come se tutti non avessimo più memoria),  pronti a puntare il dito contro il fratello di fronte e volerne estrarre la pagliuzza dall'occhio a mani nude, senza accorgersi delle travi nei loro occhi, quelli in tocco ed ermellino che popolano le aree dei tribunali, quelli che riempiono le piazza coi manifesti, che gridano contro i fasciti, cioè quelli che non condividono il loro pensiero, che vorrebbero aprire il Paese a chiunque abbia voglia di venire a farci visita, quelli che sono emigrati e vedono le differenze di costumi e gestioni e fan finta da decenni che sia solo questione di destra e sinistra, ai quali non va bene Berlusconi, Renzi, Monti, Salvini, Minniti, ma solo quelli di la da venire,  coloro che credono che il nostro debito sia lì perchè i politici hanno rubato, quelli che riempiono i talk show nazionali di nobili ed alati suoni,  quelli che hanno già dato, quelli che scrivono bei libri contro le mafie vivendo da gran signori all'estero e protetti da stuoli di poliziotti in Italia, e...ancora tante, tante migliaia.Scusami, Giovanni, ti chiedo perdono, per me che non sono in grado di spazzarli via, per questi italioti che mi trovo come concittadini.
Lorenzo Cafaro