Questo pomeriggio a Washington alle 17 che corrispondono alle 23 ore italiana sarà data notizia della "maggioranza dei risultati" (!!!) del caucuses nello Stato dello Iowa, considerato il primo e più indicativo semaforo delle primarie democratiche.
Si tratta insomma di sapere se la spunterà il socialista dichiarato Berney Senders, senatore indipendente, sostenuto sembra dal voto dei giovani lui che ha 78 anni ed ha avuto un infarto in piena campagna elettorale. Afferma però di essere perfette condizioni fisiche.
Oppure la senatrice Warren anch'essa arroccata nella critica feroce alle corporation che non pagano sufficienti tasse e inquinano.
Oppure il giovane Peter Buttigiec, sindaco di una cittadina dell'Indiana, omosessuale, veterano decorato dell'Afghanistan, colto, parla otto lingue norvegese compreso.
Oppure quel Jo Biden, settantasettenne ex vicepresidente degli Stati Uniti, per 34 anni senatore, noto per le sue gaffes, ancora per poco in testa agli altri contendenti democratici.
Oppure i due miliardari Bloomberg e, sia pure ad un livello più modesto, Steyer che stanno riempiendo i canali televisivi e radiofonici con centinaia di messaggi registrati.
Conoscere la "maggioranza dei risultati" secondo la dichiarazione del presidente del comitato nazionale dei democratici è un'affermazione che fa morire dalle risate e giustamente è diventata cavallo di battaglia della salace polemica di Donald Trump che mette in evidenza il livello di assoluta disorganizzazione del partito democratico non solo nello Stato dello Iowa ma con riflesso impietosamente nazionale.
Se il lettore ci consente l'uso di una espressione accademica, si tratta di una madornale figura di merda che peserà pesantemente sul prosieguo di questi nove mesi che ci separano dalle elezioni presidenziali del 3 novembre.