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"Verra' o non verra'?".

I duemila italiani che lavorano in India se lo stavano chiedendo da tempo, rivoltandosi nel letto durante le loro notti di ansia: "Verra' o non  verra'?".

In cima ai loro pensieri non i problemi della quotidianita', non le relazioni sempre piu' difficili tra la potenza nucleare chiamata India e l'Italia, non la scansione di tragiche notizie che fanno da contrappunto agli ultimi giorni di questo anno 'meraviglioso' per alcuni ma schifoso per la maggior parte della gente.

In cima ai loro pensieri la mancanza di notizie circa l'arrivo della ministro della Difesa Pinotti, pseudo candidata al Quirinale, che avrebbe dovuto sicuramente portare il proprio abbraccio a Salvatore Girone, il marine che e' rimasto incastrato nel comprensorio dell'ambasciata italiana di Delhi (ma assistito da una decina di parenti e figli) non avendo avuto la fortuna di farsi prendere da un coccolone per giustificare la richiesta di permesso in Italia.

Ma siccome il diavolo mette sempre la coda anche nelle buone intenzioni  ministeriali, sembra che le autorita' indiane abbiano negato il visto alla ministra affermando che: "Niente ambasciatore, niente ministro".

Infatti l'assenza dell'ambasciatore Mancini, richiamato per consultazioni dal suo ministro degli esteri, viene interpretata (almeno cosi' dicono i connazionali che hanno canali decennali con le autorita' indiane) come un segnale di ulteriore difficolta' delle relazioni diplomatiche, anche se formulato all'italiana. Al punto che ci si chiede se il visto sara' negato anche al capppellano militare dato che il cardinale Bagnasco ha rotto la felpata cautela vaticana unendosi al coro degli accusatori dell'India.

 Sara' vero? Gli addetti alle pulizie notturne dei portacenere nell'anticamera della ministro ne sono assolutamente convinti.

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