Si chiude il 2014 e prima di guardare all'outlook del 2015,
riepiloghiamo le nostre "perle". Il dato di partenza è costituito
da quel 75% degli italiani che mettono al primo posto la corruzione. E' il
tema dominante poichè trascina con se quello della pressione fiscale al 44% a
fronte di una spesa pubblica che non solo non riesce a diminuire ma produce
scandali a catena (Expo, Mose, Mafia-capitale). Lo scetticismo del Nord
Europa nasce da questa constatazione. Il fatto che i governi precedenti,
Monti e Letta, non abbiano fermato questa slavina ne accresce la percezione.
Ecco perchè gli sforzi del governo Renzi, definiti "coraggiosi" dal
presidente Napolitano e da tutta Europa, vanno apprezzati e stimolati. Un
primo passo è stato raggiunto con la
Legge di Stabilità (ex legge finanziaria) che determina un
impatto di 30-35 miliardi nei quali trovano posto due interventi strutturali
di detassazione relativi al costo del lavoro, e un avvicinamento con il Job
Act alle normative sul lavoro prevalenti in Europa (sussidio di
disoccupazione universale legato a precise condizioni). Aggiungiamo che circa
il 50% delle leggi varate dal governo Monti è ancora in attesa dei decreti
attuativi a conferma di un ingorgo costituzionale che paralizza il Paese e
facilita le "deroghe" corruttive. Chi non apprezza la riforma della
Costituzione (fine del bicameralismo perfetto, abolizione delle Province,
eccessivi poteri delle Regioni) è verosimilmente in mala fede. Abbiamo
denunciato più volte questo degrado indicando nei superburocrati (compresi
molti staff apicali presso i ministri) e nei loro "famigli" una
delle cause principali. Troppo spesso la non attuazione delle leggi (cioè
mancata riduzione della spesa pubblica) ha fatto scattare le "clausole
di salvaguardia": ad es. l'aumento dell'IVA. Il conto, in termini di
maggiore pressione fiscale, lo hanno pagato i cittadini onesti e non certo la
casta politico-burocratica. Con l'aggravante che le stesse bollette
domestiche (acqua, gas, elettricità, rifiuti) assomigliano sempre più ad un
accertamento fiscale. Vi sono famiglie che hanno scoperto, dopo aver
stipulato un faticoso mutuo per mettersi al sicuro dall'onere dell'affitto,
di stare peggio di prima. Istat, Ocse, Fmi hanno valutato in 8-10 punti
percentuali il depauperamento della classe media. Non è un problema di
redistribuzione della ricchezza ma di fermare questo scandalo permanente di
una "casta" che continua a spolpare la middle class. Si stanno
assottigliando pericolosamente anche i vecchi margini di risparmio che hanno
consentito alle famiglie italiane di far fronte ai problemi dei figli. La
domanda interna non può ripartire in un simile contesto. E' un problema
politico ed è giusto che Matteo Renzi lo affronti con grande energia. Tolti i
costi dello Stato nazionale (pensioni, giustizia, esercito, istituzioni ecc.)
la spesa corrente è in mano agli enti locali. Il bubbone delle ottomila
società municipali rappresenta l'altro lato della stessa medaglia. Purtroppo,
l'erogazione della spesa è il collante dell'attività politica poichè crea il
consenso (attraverso favori "erogati senza controlli"). Dunque, la
struttura stessa dei partiti ha finora impedito qualsiasi soluzione. Questo
spiega il fallimento di Carlo Cottarelli incaricato dal governo Letta di
effettuare la "spending review". Era un mandato sbagliato in
partenza: senza indicazioni di priorità. senza scadenze a breve termine,
senza poteri. Vi è poi il bubbone, da noi denunciato, del
"deleverage" bancario che paralizza l'erogazione del credito. Nel
2008, le banche italiane erano quelle con minori prodotti ad alto rischio
eppure, alla fine, Basilea3 ha finito per colpirle di più. Anche la
Bce, legata a doppio filo ai diktat della Bundesbank, è
risultata troppo lenta e talora iniqua. Basti pensare al piano Lrtro (400
miliardi) a favore delle imprese sottoscritto (pochi giorni fa vi è stata la
seconda tranche) dalle banche solo al 53%: con una durata a 4 anni, troppo
breve per finanziamenti a medio termine, è fuori della portata delle Pmi e di
fatto esclude gli investimenti in infrastrutture. A sua volta il piano
Junker, dichiaratamente "senza soldi freschi" (ne promette appena
21 miliardi in tre anni con una generosa leva di 15 volte), è solo una
scommessa basata sulla ingegneria finanziaria. Fortunatamente vi sono ingenti
energie disponibili a cominciare dalla ricchezza privata degli italiani (8542
miliardi di euro pari a 5,6 volte il Pil e 4,1 volte il debito pubblico)
insieme ad un forte desiderio di agire per risalire la china. All'estero si
guarda con simpatia alle qualità e alle eccellenze italiane che possono
riportare al successo. Ed è questo il nostro augurio natalizio.
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News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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Cosa troviamo ai piedi dell'albero di Natale?
Guido Colomba