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Diario indiano #2

Voli domestici

Air India gode di una pessima reputazione. Azienda statale sempre sull'orlo della chiusura.
Spicejet e' una low cost anch'essa quasi in bancarotta. Hanno fatto appello al governo perche' gli dia una mano.
Indigo e' nata otto anni fa. Ha una flotta di cento A 320 e ne ha ordinati altri 150. Va alla grande.
Con Spicejet siamo andati a Delhi in quasi tre ore.
Con Indigo avevamo acquistato il ritorno via agenzia.
All'aeroporto di Delhi il nostro volo parte alle 7:40. Arriviamo quasi due ore prima, come per un presentimento. Al check in ci chiedono di mostrare la carta di credito con la quale i biglietti sono stati acquistati. Tiro fuori le fotocopie della carta di mio figlio Max che a Los Angeles ha pagato i biglietti in quanto il sistema dell'agenzia aveva rifiutato le mie carte. La ragazza scuote la testa e dice che le fotocopie della visa di Max non corrispondono ai loro dati, in quanto gli risulta che i biglieti sono stati acquistati con una Mastercard.
Risposta da parte nostra che non abbiamo Master card. Irremovibile. Chiamo a Los Angeles mio figlio. Per lui sono le quattro del mattino. Anche lui non ha Master Card. Chiediamo di parlare con un supervisor mentre siamo immersi in una melassa di gente che spinge da tutte le parti per parlare con la donna del check in. Ci conducono in parata in un angolo dell'aeroporto. Il tizio ci dice che a loro risulta che i nostri biglietti sono stati acquistati con la maledetta MasterCard. Gli ripetiamo il ritornello che abbiamo solo Visa. Percio' secondo loro dobbiamo ricomprare i biglietti. Alla fine Marco con tono molto fermo fa presente al supervisor che noi come clienti non siamo tenuti a rispondere dei problemi tra la compagnia e la loro travel agency. Noi abbiamo pagato. Se la vedano loro. Il tizio oppresso da altre richieste fa un cenno di assenso e veniamo ricondotti in parata al check in dove finalmente ci danno le carte di imbarco. Per nostra fortuna il volo e' stato ritardato di un'ora causa nebbia e cosi' siamo in grado di partire alle 8:30 verso Bangalore che ora si chiama Bengaluru dove arriviamo dopo due ore e mezzo di volo.
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Cinema
Sabato sera. Decidiamo di andare al cinema. La scelta cade sulla multisala del mall Forum. La proiezione e' alle dieci di sera. I  biglietti sono per posti numerati. Mentre attendiamo l'apertura delle porte della sala noto che tutte le giovani presenti con relativi fidanzati o mariti sono in jeans e magliette attillate. Sta cambiando molto questa Bengaluru.
Il film e' Exodus, un ignobile polpettone sulla fuga degli ebrei dall'Egitto, comprese le note piaghe. Due ore e mezzo di effetti speciali compreso lo tzunami del  Mar Rosso, recitazione scadente e Faraone interpretato da Tuturro, che e' tutto dire. Una delle peggiori pellicole della Hollywood dei nostri giorni.
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Gli indiani
Quello che non sopporto negli indiani e' questa libidine di passarti avanti in ogni occasione. Le code vengono rispettate solo se presente e' qualche poliziotto con relativo bastone- pertica di britannica memoria.
Altrimenti ce la mettono tutta per fotterti la posizione. Questo vale nel traffico dove nessuno rimane nella propria corsia. Il tutto mi ricorda l'Italia. Ma per chi e' condizionato dalle regole americane l'adattamento non e' facile.