Riportiamo dal New York Times le parole del Presidente Obama alla Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Come ha scritto il nostro corrispondente Alberto Pasolini Zanelli sono la conferma che siamo entrati in una guerra globale, anche se siamo abbacinati dal nostro cicaleccio paesano su tematiche per noi di largo respiro come l'articolo 18 e altre statue di carta pesta intorno alle quali ci piace girare con i nostri media italiani.
La ulteriore orribile decapitazione questa volta del turista francese, reo solo di essere appunto francese, ne e' la chiara conferma.
Al di la' delle battute che circolano sulle minacce che lo ISIS sta rivolgendo anche all'Italia (ridere e sorridere abbassano il livello della paura anche se ne sono la chiara conferma) dobbiamo renderci conto che non siamo piu' gli stessi e che il mondo nel quale ci agitiamo non e' piu' quello di un anno fa.
Giustamente il presidente Obama ha voluto ricordare con forza che non si tratta di una guerra di religione e tanto meno di un conflitto con l'Islam.
Purtroppo le motivazioni che sono alla base del terrorismo dei fondamentalisti dello ISIS traggono alimento proprio dai testi di quella religione.
Il pericolo e' che a farne le spese siano negli Stati Uniti i milioni di musulmani che compongono la societa' americana. E si parla di una societa' multirazziale abituata alla convivenza. Figuriamoci in Italia dove l'insofferenza verso l'alieno e il diverso di pelle e cultura serpeggia ormai ovunque alimentata dai movimenti di estrema destra.
La molla della paranoia 'anti qualcosa' e' sempre pronta a scattare negli States. Ne sanno qualcosa i nostri concittadini emigranti che furono in gran parte rinchiusi nei campi di prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale proprio perche' erano italiani.
OB
_________________________________________________________________
UNITED
NATIONS — President Obama on Wednesday charted a muscular new course
for the United States in a turbulent world, telling the United Nations
General Assembly in a bluntly worded speech
that the American military would work with allies to dismantle the
Islamic State’s “network of death” and warning Russia that it would pay
for its bullying of Ukraine.
Two days after ordering airstrikes on dozens of militant targets in Syria, Mr. Obama issued a fervent call to arms against the Islamic State
— the once-reluctant warrior now apparently resolved to waging a
twilight struggle against Islamic extremism for the remainder of his
presidency.
“Today,
I ask the world to join in this effort,” Mr. Obama said, seeking to
buttress a global coalition that he said would train and equip troops to
fight the group, also known as ISIL, starve it of financial resources,
and halt the flow of foreign recruits to its ranks.
“Those
who have joined ISIL should leave the battlefield while they can,” Mr.
Obama said, foreshadowing the blows to come. “For we will not succumb to
threats, and we will demonstrate that the future belongs to those who
build, not those who destroy.” The brutality of the militants, he said,
“forces us to look into the heart of darkness.”