Caro
Oscar,
io credo che la storia ci porti a riflettere.
La Turchia moderna nasce sulle ceneri dell'Impero ottomano che dall'undicesimo
secolo aveva soggiogato tutti i domini arabi e aveva minacciato costantemente
l'Europa, determinando le Crociate come risposta, ma riuscendo alla fine a
sottomettere Bisanzio, oggi Istanbul, e arrivando in Ungheria , alle porte di
Vienna e a Cividale del Friuli, prima di essere respinto per mare con la
battaglia di Lepanto 1571 anche se gli scontri per terra contro
l'Impero asburgico durarono sino alla pace con Istanbul a Sistova il 4 agosto
1791.
Da quel momento iniziò la decadenza dell'Impero turco, che terminò con la
fine del primo conflitto mondiale, quando Mustafa Kemal Atatürk depose l'ultimo
sultano, Maometto VI nel 1922, abolì il Califfato, divenendo il primo
presidente della Repubblica Turca. Riformò lo Stato ponendo le organizzazioni
religiose sotto la tutela del potere politico, introdusse una serie importante
di riforme tra cui l'abolizione del velo per le donne (legge però abrogata nel
2000). Adottò l'alfabeto latino e il calendario gregoriano, il sistema metrico
decimale, e con altre riforme diede il via alla modernizzazione.
Il sistema politico
si basava e si basa di fatto fino all'attuale Presidente Recep Tayyip Erdoğan
su un partito unico. La garanzia di laicità dello Stato venne affidata dal
fondatore all'esercito che è stato costantemente il punto di riferimento per la
Turchia che non intende riferirsi nuovamente all'Islam.
L'esercito è
intervenuto costantemente nella vita politica della Turchia e importante in
particolare è stato il terzo colpo di Stato del 1980 condotto dal generale
Kenan Evren che detenne il potere fino al 1982. L'eredità del fondatore della
Turchia moderna è rimasta però basilare fino alla presidenza di Erdoğan che con
il suo Partito per la Giustizia e lo Sviluppo ha accolto nuovamente elementi
islamici.
In politica estera Erdoğan ha cercato un avvicinamento all'Europa, chiedendo di essere ammesso alla Comunità Europea, ma le trattative sono state difficili proprio a causa del mancato rispetto dei Diritti umani e di una venatura non nascosta di integralismo islamico.
In politica estera Erdoğan ha cercato un avvicinamento all'Europa, chiedendo di essere ammesso alla Comunità Europea, ma le trattative sono state difficili proprio a causa del mancato rispetto dei Diritti umani e di una venatura non nascosta di integralismo islamico.
In politica interna ha perseguitato tutti i
nemici della sua prospettiva politica, particolarmente la minoranza curda e il
filooccidentalismo. Con la crisi in Siria ha cercato di condizionare la
politica europea, riuscendovi in parte, ottenendo vantaggi economici e
prospettive politiche migliori. (come da ultimo ha ottenuto 250 miliardi di
euro)
L'esercito da sempre teso alla salvaguardia della laicità non ha certo
condiviso le "novità" introdotte e ha manifestato talora anche
pubblicamente il suo dissenso con la politica di Erdoğan. Il malcontento è
sfociato nell'aperta ribellione del tentativo di colpo di Stato, non riuscito,
ma che denuncia in modo chiaro ed evidente l'avversione del tutore dello stato,
l'esercito.
La popolazione ha reagito a favore del Presidente sia a Istanbul
sia nel resto dei territori con motivazioni diverse.
Nella grande città occidentalizzata l'esercito visto come un guardiano non è gradito perché più volte è intervenuto nella vita politica condizionando la democrazia; in altre parti del paese l'esercito con la sua "salvaguardia della laicità" è visto come un nemico della possibilità di nuova islamizzazione dello Stato stesso.
Nella grande città occidentalizzata l'esercito visto come un guardiano non è gradito perché più volte è intervenuto nella vita politica condizionando la democrazia; in altre parti del paese l'esercito con la sua "salvaguardia della laicità" è visto come un nemico della possibilità di nuova islamizzazione dello Stato stesso.
Le due prospettive diverse tra loro finiscono, però, con l'appoggiare il
Presidente, che appare oggi vincitore, ma il tutto denuncia una chiara
instabilità nella Turchia e accresce la tensione in tutta la Regione, già
sconvolta dal califfato e dalla guerra intestina in Siria con molte altre
situazioni di conflitto.
Dopo un iniziale, almeno apparente, distacco la reazione di tutti i paesi,
soprattutto occidentali e appartenenti alla Nato, è stata a favore di Erdoğan,
ma la situazione non è tranquilla ed è presaga di nuovi orizzonti, dove più che
la laicità anti-esercito di Istanbul, sembra si stia rafforzando, invece, la
tensione verso una islamizzazione dello Stato a garanzia del Presidente stesso,
del suo partito e delle nuove situazioni che nel Vicino Oriente si stanno
delineando con il preciso e fortissimo riferimento alla religione.
L' Europa e l'occidente intero affetti da atarassia politica guardano e poco o nulla fanno. Di tutto ciò noi paesi del mediterraneo dovremmo preoccuparci.
L' Europa e l'occidente intero affetti da atarassia politica guardano e poco o nulla fanno. Di tutto ciò noi paesi del mediterraneo dovremmo preoccuparci.
Un cordiale saluto,
Enzo Scaglione