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Romano Prodi: Le parlamentarie M5S distruggono la democrazia

Intervistato dal Corriere della Sera, il Professore dice la sua su Grillo, Pd, legge elettorale, banche e molto altro ancora


 
ANSA
Romano Prodi partecipa ad un incontro sul tema 'Il ffuturo dell'economia mondiale', alla Fondazione Stensen, Firenze, 16 aprile 2016. ANSA/MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
"Adesso si diventa parlamentare a 25 anni con 4 preferenze sul web o per la decisione del capo. Questa è la distruzione della democrazia. Quindi come si ricostruisce? Un po' con le primarie ma soprattutto con un sistema elettorale che obblighi il candidato a essere attivo sul territorio". Così, in un'intervista al Corriere della Sera, l'ex premier Romano Prodi punta il dito contro le parlamentarie M5S, ree di "distruggere la democrazia".
Nell'intervista Prodi ribadisce la sua proposta per la legge elettorale: un maggioritario puro. Quanto alla proposta di Renzi – 50% proporzionale e 50% maggioritario – risponde così: "Dico la stessa cosa che dissi per il mio sì al referendum: meglio succhiare un osso che un bastone". L'ex premier boccia completamente l'idea di una grande coalizione:
"Non capisco come si possa parlare di grande coalizione. I numeri indicano solo che si finirebbe in una grande confusione. Lo scenario sarebbe quello spagnolo: ripetere le elezioni e ripeterle ancora, ma, a differenza della Spagna, sotto l'assedio delle speculazioni internazionali".
Tornando ai Cinque Stelle, Prodi commenta così le affermazioni di Beppe Grillo sui cattolici che si riconoscono nel movimento:
"Non ho dubbi sul fatto che alcuni cattolici si riconoscano nelle critiche che questi movimenti avanzano, ma ben pochi poi si riconoscono nei rimedi che in modo incongruente vengono proposti. Come fa il mondo cattolico a non condividere la necessità di lottare contro l'ingiustizia su cui si fonda lo stesso Vangelo? Il problema è che quando poi arriva la proposta populista è indefinita, quindi inapplicabile perché sfocia nel qualunquismo".
Quanto al Pd, "non sono più iscritto da anni, simpatizzo per le idee su cui si è fondato. Diciamo che sono un senza casa ma vivo in una tenda vicina al Pd".
Sul capitolo banche – e Banca Etruria in particolare - il Professore afferma:
"Le banche italiane forniscono l'85 per cento delle necessità finanziarie delle nostre imprese. Negli altri Paesi siamo a meno della metà. È quindi chiaro che le nostre banche sono state travolte dalla crisi più che altrove. In Italia non ci sono altri potenti prestatori di denaro. E abbiamo una Borsa molto più debole. Se poi vi è un rischio sistemico e non esiste una alternativa possibile nel mercato, lo Stato deve intervenire [...].
Ho letto attentamente i giornali. L'ex ministro Boschi ha ribadito quanto aveva detto in Parlamento. Finché non si pronuncia Ghizzoni non si arriva a nessuna conclusione".
Infine, un passaggio sulla nuova leadership franco-tedesca inaugurata dal neopresidente francese Emmanuel Macron durante il suo viaggio a Berlino. L'Italia finirà nella tenaglia franco tedesca?
"A giudicare dalle dichiarazioni del presidente francese, no. Ha sempre richiamato un ruolo italiano pur in un quadro in cui la leadership è quella franco-tedesca. Comunque meglio che tedesca-tedesca. La Francia ha infatti bisogno di una politica simile a quella dell'Italia. Noi dobbiamo inserirci in questa cornice non con lamentele ma con proposte vantaggiose per Italia e Francia".