Guido Colomba
L'errore iniziale fu di Bill Clinton quando nel 1999 pose fine al
Glass Steagal Act del 1933 che, in linea con il New Deal rooseveltiano, aveva
garantito la netta separazione tra banche di affari e banche ordinarie. Gli
effetti di questa deregulaton sono stati nefasti: nel 2002 è scoppiata la
bolla internet e nel 2007 quella dei mutui subprime. Da allora, l'Europa -
tuttora il più ricco mercato del mondo con 500 milioni di consumatori - ha
affrontato la più lunga crisi del dopoguerra. L'Italia, vagone di coda,
arranca con un modesto +1% del Pil e continua a vantare il maggior debito
pubblico del continente, superiore ai 2200 miliardi di euro che richiede
oltre 450 miliardi di nuove emissioni nel 2017. Inoltre, il 34% dei giovani è
senza lavoro, un record tra i big europei. Ebbene, il presidente Donald
Trump, tenendo fede al suo programma elettorale "riformista", sta
affrontando il nodo delle banche speculative ed intende ripristinare la la
loro netta separazione rispetto alle banche che amministrano il risparmio. Al
tempo stesso, ha bloccato per due anni Basilea-2 che avrebbe aggravato le
richieste di super-capitalizzazione delle banche (il problema dell'eccesso di
adempimenti burocratici e patrimoniali è stato sollevato più volte dall'Abi).
Ad esempio, il governo italiano, vittima della normativa sul
"bail-in" (approvata da Governo e Parlamento ad occhi bendati), non
può intervenire sulle banche in crisi come hanno fatto negli anni passati
tutti i maggiori paesi occidentali a cominciare dagli Stati Uniti. Le due
iniziative della Casa Bianca smentiscono l'idea isolazionista ed anti-europea
attribuita al presidente americano. Un terzo fronte aperto da Trump, giunto
alla svolta dei 100 giorni, riguarda la riduzione della tassa federale sulle
imprese dal 35 al 15%. Anche il governo di Londra ha optato per questo
obiettivo. E' un trend globale in tutto l'Occidente che ha finalmente preso
coscienza delle crescenti diseguaglianze, spinte da una globalizzazione senza
regole, che hanno tagliato le gambe alla middle class (colpendo i consumi).
Un fenomeno di tale portata da creare nuove fasce di quasi-poveri tanto da
rendere insostenibile il finanziamento del "social welfare". Sta
emergendo, nei dibattiti di politica estera, l'errore commesso da Obama
quando ha dato il pieno appoggio alle primavere arabe, salvo poi abbandonarle
al loro destino (con i giovani attratti dall'incubatore dell'Isis). Il grande
successo del piano Marshall nel dopoguerra, insieme alle borse di studio Fulbright,
testimonia la via da seguire. Ecco perchè, tutti i governi europei, debbono
necessariamente convergere su queste politiche riformiste. La probabile
vittoria di Macron in Francia è legata alla analisi precisa e condivisa di
questi problemi. Per l'Italia questa è una strada obbligata: (a) riduzione
fiscale, (b) riduzione del debito pubblico con le privatizzazioni e cessioni
di patrimonio pubblico, (c) abbattimento del cuneo fiscale per i giovani fino
a trenta anni, (d) emissione di un prestito non redimibile analogo a quello
in vigore nel dopoguerra redo possibile dall’alto livello del risparmio
finanziario degli italiani. Occorre recuperare i sei mesi persi dall'inutile
battaglia interna nel Pd e puntare alla gross-coalition che è stata più volte
utilizzata in Germania con risultati ottimi.
|
News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".