Guido Colomba
. E' bastata la notizia
dello sbarco in Italia (ha acquistato il 9% di Banca Cattolica) di Warren
Buffet per far salire del 17% il prezzo in borsa. La mossa dell'"oracolo
di Omaha" è stata interpretata dal mercato come "un grande atto di
fiducia, una straordinaria occasione". Al tempo stesso, il Mef - visto
il grande successo dei piani di Investimento del risparmio individuale (Pir)
con quasi cinque miliardi di euro di sottoscrizioni in soli dieci mesi - ne
ha semplificato ancor di più l'accesso. Ad esempio il beneficio fiscale
(esenzione totale dal “capital gain” mantenendo l'ìnvestimento per cinque
anni) viene esteso ai minorenni e a chi detiene capitali all'estero. I
gestori avranno, inoltre, la possibilità di inserire i Pir assieme a più
fondi comuni nel "pacchetto". Sono misure che confermano la flessibilità
che si vuole assicurare al nuovo strumento destinato a finanziare le Pmi e le
start up più valide che rappresentano il settore vitale della nosra economia.
Una inversione di tendenza rispetto alla mania sovietologica della Banca
d'Italia che ha sempre predicato le "grandi dimensioni aziendali"
spuntando le ali alla formazione di un moderno mercato dei capitali tanto da
autorizzare alcuni anni fa la vendita a Londra della Borsa di Milano. Un
riflesso condizionato che ha portato, pochi giorni fa, il direttore generale
di Via Nazionale a "mettere in guardia" i sottoscrittori sui rischi
di trasparenza di questo nuovo mercato. Dunque, due notizie (Buffet e Pir)
che vanno nella direzione giusta. Sul piano opposto, si colloca il mercato
dell'energia. Qui, l'elettricità registra costi per le imprese superiori del
20% rispetto ai concorrenti europei. La denuncia è della stessa Autorithy per
l'Energia (presieduta da Guido Bortoni). Ancora peggio il costo per i
cittadini italiani costretti a pagare 13,6 miliardi nelle bollette per
"finanziare" lo sviluppo delle rinnovabili (la cui produzione è
salita in quattro anni da 92 a
107 gigawatt). Il gap tra prezzo all'ingrosso e al dettaglio per il singolo
utente privato supera di fatto il 50 per cento. Una distorsione che finora il
sistema politico non ha mai voluto correggere. Eppure la nazionalizzazione
elettrica del 1962 fu motivata proprio per garantire agli utenti un prezzo
corretto e trasparente senza arricchire i "baroni" monopolisti
dell'elettricità. Per Bortoni siamo in presenza di un "mercato con gravi
distorsioni" con il rischio di lasciare senza tutela, in termini di
trasparenza e comparabilità delle bollette, decine di milioni di clienti al
dettaglio (al mercato libero è già passato il 34% dei clienti e il 38% per il
gas). Un chiaro monito per il governo tenuto conto che le utenze
(elettricità, gas, acqua, telefono, raccolta rifiuti) incidono in media,
anche in caso di prima casa, per l’equivalente di un canone di affitto. Un altro dei fattori che colpiscono le giovani
coppie e gli anziani.
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