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Gli Stati (dis)Uniti, Nancy Pelosi e l'impeachment




Alle sei del pomeriggio del 15 gennaio 2020 la terza autorità degli Stati Uniti nella persona della signora Nancy Pelosi ha firmato gli articoli che costituiscono la base dell'impeachment nei confronti dell'attuale presidente degli Stati Uniti, Donald J. Trump.

Siccome viviamo in un mondo in cui la fa da padrone il linguaggio del corpo, dobbiamo dire in tutta sincerità che non abbiamo apprezzato un granché l'entusiasmo e i sorrisi che la presidente Pelosi distribuiva a centinaia di giornalisti fotografi e cameramen presenti nella sala della House.

Inutile negare la soddisfazione della massima rappresentante democratica per avere raggiunto un traguardo di storica importanza come tutti i commentatori e anchors hanno definito la firma dei due articoli di impeachment che poi sono stati consegnati con una processione, questa volta austera, nelle
mani del segretario del Senato che dovra' iniziare il processo a carico di Trump

Per l'impeachment e la rimozione dall'incarico il Senato è tenuto a votare con i tre quarti dei suoi componenti. Il che, almeno sulla base dei numeri (47 democratici contro 53 pubblicani) sarà molto difficile che possa verificarsi, sia pure in presenza di qualche defezione repubblicana.

Il Senato sarà nei prossimi giorni teatro di uno scontro senza precedenti tra le due anime del popolo statunitense radicalmente divise al punto che diventa difficile parlare di United States of America.

Più che uniti gli americani sono oggi disuniti nell'esprimere un giudizio sulla permanenza alla Casa Bianca di un discusso protagonista che sta passando alla storia per le violazioni costituzionali e le sollecitazioni a interventi illegali nelle campagne elettorali rivolte alla Russia per interesse personale.

Ma, come abbiamo spesso sottolineato nei nostri commenti, all'uomo della strada poco interessa il processo di impeachment che avrà inizio giovedì 16 gennaio al Senato.

All'americano medio interessa molto di più l'accordo commerciale fatto e firmato con la Cina che interrompe un contenzioso molto pericoloso per l'economia americana .

 All'americano medio fa comodo sapere che il livello di disoccupazione e' al 3.5% anche se gli incrementi mensili dei nuovi occupati sono soprattutto nella sanità, nel commercio mentre si assiste ad un calo nel settore produttivo.

All'americano medio poco importa dell'Iran che non riesce a individuare in una carta geografica e che pronuncia Airan così come per molti Italy è Aitely.

L'americano medio si identifica in un personaggio come Donald Trump caratterizzato da una incontenibile ignoranza culturale e espressiva, carico di soldi, abile nel frodare il fisco e nel rifiutare di rendere pubbliche le proprie dichiarazioni dei redditi, donnaiolo impenitente, autore di quel "grab them by the pussy" che resta il manifesto conclamato del machismo ribollente contro l'aggressione delle femmine scatenate all'insegna del "me too".

Le modeste esibizioni dei candidati democratici presidenziali sono seguite da una minoranza di spettatori, mentre la maggioranza si focalizza sui film e le serie proposte da Netflix, HBO, Amazon e altri.

Anni fa mio figlio Marco che lavorava alla General Electric a Chicago, mi disse: "Papà, quante persone credi che qui seguano quanto avviene a Washington all'interno del raccordo anulare? La gente qui è interessata a quello che avviene nell'area in cui vive: il gatto della signora Smith sul tetto come purtroppo gli ammazzamenti in strada a causa delle gang criminali…"

Bello sarebbe se quello che scrive e pensa il vostro redattore fosse smentito da una rinascita morale e etica di questa grande, bellissima nazione.

Oscar
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Caro Oscar,

Se la tua seconda Patria è divisa, guarda cosa succede nella tua prima Patria! Qui siamo tutti contro tutti. Il buon Cacciari, in siparietto tenuto dalla Gruber a La7, ha ricordato che quanto da noi accade è nella tradizione italica: nel passato tanti stati e staterelli nel presente tanti partiti e partitelli, ma sempre l'un contro l'altro armati,  Forse è questo il motivo per cui nel Sud ancora si accusa Garibaldi di essere un grande malfattore per aver cacciato il Borbone e consegnato il tutto al Savoiardo! E si auspica ancora il ritorno del Borbone (o chi per lui ... ).
Un abbraccio
Aldo
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Bellissimo articolo, Oscar. Complimenti.

Danilo Di Mambro
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Caro Oscar,

credo tu abbia ragione: non ci sono i numeri per impicciare Trump, a forse neppure l'interesse: Primum vivere, deinde philosophari; frase forse detta da Orazio insieme al suo Carpe Diem ! Insomma prevale nella gente una maggiore concretezza e una maggiore aderenza agli aspetti pratici della vita. Oggi si dice anche che i politici preferiscono parlare alla "pancia" della gente, piuttosto che alla testa ed al cuore.

Tu a Washington vedi la cupola della Casa Bianca, noi in Italia vediamo er Cupolone, ma la musica non cambia, ahinoi !

Complimenti e ciao,

Dario Seglie, Italy (anzi Aitely)