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Signore, mettigli una mano sul capo (a costo di scompigliargli il riporto arancione)


Fermo immagine da un video trasmesso dalla tv iraniana Sono le 10 di sera a Washington e da un paio di ore le televisioni generaliste e via cavo ci stanno scaricando addosso il nulla.

Non sappiamo se i missili balistici lanciati dall'Iran contro due basi americane in Iraq abbiano o meno rappresentato quella vendetta promessa dall'ayatollah persiano contro Donald Trump.

Nel momento in cui scriviamo sembra che i missili balistici abbiano fatto fuori un po' di iracheni che lavoravano nelle due basi.

Al Pentagono stanno valutando se vi sono dei morti americani sulla pelle dei quali soltanto potrà essere scatenata la controffensiva del 'disturbato' presidente americano.

Il segretario di Stato Michele Pompeo ha giustificato l'uccisione del super generale iraniano Soleimani affermando che la decisione è stata presa tenendo conto del suo passato.

Nella foga di difendere in qualche modo l'avventata decisione dell'inquilino della Casa Bianca il signor Pompeo, nonostante le sue lontane origini italiane, non mostra la percezione del senso del ridicolo.

I morti, come è d'uso, non hanno lo stesso peso e valore: il generale iraniano soppresso dal missile del drone americano conta eccome perché la notizia della sua esecuzione aveva lo scopo di distogliere l'attenzione dell'opinione pubblica americana dal bombardamento quotidiano delle notizie sull'impeachment di Donald Trump approvato dalla Camera dei Deputati e in procinto di passare al Senato dove sicuramente sarà bocciato dalla maggioranza repubblicana.

I funerali del generale assassinato si sono tenuti a Teheran e poi anche nella città natale con la partecipazione di centinaia di migliaia di concittadini assetati di vendetta contro gli Stati Uniti.

La calca e l'isteria generale hanno mandato all'altro mondo non è chiaro se 50 o 70 manifestanti tra i quali anche qualche ragazzino. Ma questi morti non contano assolutamente.

Scorro i titoli dei giornali italiani che alle quattro del mattino riescono a farci sapere che nella base di Ebrtil  c'è un contingente di soldati italiani che si sono rifugiati in un bunker sotterraneo. Speriamo che non vi siano feriti.

Trump trova il tempo di fare un Twitter nel quale asserisce che "tutto va bene".

Nel frattempo un giornalista di alto livello come il corrispondente dall'Iraq della MSNBC, Richard Engel, ci informa che i comandi delle truppe americane dislocate in quel paese sono nell'estrema confusione mentale e operativa.

La notizia vera, sulla quale stanno glissando i media vicini a Trump, è che Vladimir Putin con il suo tradizionale e collaudato tempismo, si è fiondato a Damasco e ha prenotato incontri con il presidente turco ed altri politici dell'area.

Se Putin riuscira' a fare da paciere facendo mettere la sordina alla libidine revanscista degli ayatollah iraniani, potrà appuntarsi sul petto una ulteriore medaglia a conferma del fatto che la Russia grazie ai collaudati rapporti con l'Iran e la Siria, è divenuta il burattinaio che fa danzare i pupi del Medio Oriente.

Non sappiamo se nelle prossime ore Stati Uniti e Iran andranno a intensificare le bordate missilistiche o se invece gli uni e gli altri si riterranno soddisfatti almeno per il momento delle sceneggiate fatte.

Per quanto riguarda questa nostra America prima di andare a dormire non ci resta che dire: "Signore, mettigli una mano sulla testa a costo di scompigliarli il riporto arancione".

Ma anche gli evangelici, che sono il buzzo del supporto elettorale di Donald, si augurano invece che Iddio, tirato per la giacca da tutte le parti, sostenga lo pseudo dittatoriello americano nella sua affannata ricerca della conferma quale più importante uomo del pianeta.

E a questo punto uno sente che anche la propria fede religiosa sta tremando.

Oscar
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Quante altre guance avevamo già offerto al carnefice iraniano?
Alessandro Pescini
Al Palazzo dei Priori Hotel ****
LA RESIDENZA DELLE BADESSE residence
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Un articolo molto simpatico e arguto, rispecchiato dal titolo imperniato sul titolo il colore dei capelli di Trump. Se qualcuno avesse parlato dell colore della pelle di Obama?

Ma, oltre al colore dei capelli del presidente USA, mi piacerebbe conoscere la sua autorevole opinione su questo:

- i simpatici e pacati capi dell'Iran, i cui capelli sono ben coperti da eleganti turbanti per prevenire ogni battuta di spirito, vanno incoraggiati nelle loro attività di sostegno di sostegno al terrorismo internazionale?

- in che modo?

- se Trump è un irresponsabile perché rischia di provocare reazioni da parte dei pacifici e tolleranti ayatollah, non potremmo anche dire la stessa cosa degli stessi ayatollah che promettono costantemente di distruggere lo stato d'Israele e sono molto attivi nel portare avanti il progetto, ad esempio fornendo decine di migiaia di missili a Hezbollah, riconosciuto come organizzazione terroristica persino dalla UE?

Sa, questi israeliani sono dei pazzi un po' come Trump: se uno vuole sterminarli sono persino capaci di difendersi! E' gente strana!

Dunque, se Trump è un pazzo, non lo è anche il reverendissimo signor Ali Khamenei, democraticamente eletto poco più di trent'anni fa dall'ancor più reverendo Ruhollah Khomeini?

Non mi vorrà mica dire che Netanyahu è una persona pacifica e responsabile che lascerebbe educatamente distruggere il suo popolo dagli ordigni nucleari di Teheran!

Buona giornata!

Lucio Malan
Senatore Lucio Malan
Vice Presidente Vicario
Gruppo Forza Italia Berlusconi Presidente
Palazzo Madama P.za Madama, 1 00186 Roma
Tel. Uff. 06.67064194-3194 Fax 06.67066194
Cell.3346816883
E.mail: l.malan@senato.it www.luciomalan.it

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CONDIVIDO lo scritto parola x parola
Anche se devo dire:  se noi applichiamo la non violenza come risposta a dei violenti
quanto può durare la nostra civilissima e pacifica risposta se gli altri non imparano 
e lanciano una rappresaglia?
La lezione di civiltà che stiamo dando mi piace. Mi riferisco alla risposta di Conte ed europea. 
In termini di tempo quanto può essere efficace ?
Se il gioco al massacro dei social non piace la mia regola è non giocare
Il campo di gioco mi pare impraticabile pertanto me ne sto al calduccio in casa
Parva se apta mihi …

Joe
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Grazie Oscar - nostro ‘agente non segreto’ negli States – per l’intelligenza e l’ironia dei tuoi articoli. Anche quando tratti argomenti tanto delicati come un’altra possibile sconsiderata guerra americana, dopo quella di Bush contro l’Iraq di Saddam: dalla quale, non scordiamocelo, deriva il 90% di ciò che di folle e incontrollabile sta accadendo da anni in quell’area, e anche qui da noi in Europa.
Con la sola differenza che Bush non aveva il toupet.
Un abbraccio
Sandro 
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Ciao Oscar,

avendo lavorato 15 anni come responsabile dell’area mediorientale per una Società di telecomunicazioni, mi sono fatto l’idea che l’esecuzione del personaggio iraniano sia avvenuta in seguito ad una soffiata dall’interno dell’IRAN.

Forse il personaggio era diventato troppo ingombrante. In tal senso , vista la reazione degli iraniani , così sottilmente presentata ( siamo capaci di colpirvi anche se non vogliamo per il momento far troppi danni), mi sento di sperare che siamo all’inizio di un negoziato. Ogni tanto un po’ di ottimismo non guasta.

Ad Majora !

Giorgio Livi