di Guido Colomba
La scarsa trasparenza favorisce la bassa produttività. Zingales invoca il
sistema anticorruzione Usa
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Come mai è caduto il silenzio sulla
banca Crediop messa in liquidazione dal gruppo francese Dexia con la
benedizione di Bruxelles? Dopo sette anni di crisi, le banche hanno cambiato
pelle. Guarda caso il nuovo modello non coincide più con quanto immaginato
per tanti anni dalla Banca d'Italia. Non solo sono cambiate le regole, ma
anche il mercato globalizzato e hightech chiede ben altri servizi. Meno del
10% del risparmio finanziario delle famiglie (pari a 3848 miliardi) va a
sostegno delle imprese. Persino i Fondi investono ben poco sulle aziende italiane.
Appena 14 miliardi. I gestori sguazzano nella liquidità tanto da registrare
record di raccolta, mese dopo mese, per un totale vicino ai 1700 miliardi, ma
investono pochissimo sul mercato italiano. Non soprende che, dall'inizio
della crisi, gli investimenti siano scesi del 25 per cento contro il 10-15 %
nel resto d'Europa. Per riepilogare questo paradosso bastano tre cifre: (a)
sofferenze bancarie a 185 miliardi, b) crediti incagliati a 300 miliardi, (c)
contratti derivati acquistati dal Tesoro a 150 miliardi con un minus
potenziale di 42 miliardi. Sono il frutto di scelte macroeconomiche che si
sono dimostrate errate. E' fallito il modello di banca universale affermatosi
negli anni '90. E' fallito il disegno bancentrico di combattere le borse valori
così poco apprezzate da via Nazionale da autorizzarne la vendita alla Borsa
di Londra. La marginalità del mercato dei capitali italiani (e la crisi del
sistema bancocentrico) è testimoniata dall'indice Mediobanca (base 2006)
tuttora inferiore del 34% mentre le principali borse europee hanno già
superato i massimi storici. Infine, è fallito il disegno di
internazionalizzare il sistema italiano (s)vendendo o favorendo operazioni ad
alto rischio (come è accaduto con il Monte Paschi) anzichè affrontarlo in termini
di competitività e innovazione. Ora salta fuori il caso Crediop, storico
sportello per i mutui degli enti locali. I francesi (il gruppo Dexia è
proprietario dal 1999) l'hanno riempito di derivati ad alto rischio per poi
metterlo in liquidazione con noncuranza a tutto danno degli interessi
italiani. Dove era la
Vigilanza della Banca d'Italia? Purtroppo, taluni alti
dirigenti italiani, quando assumono cariche elevate e decisorie, si
trasformano in"cittadini del mondo" per i quali tutelare gli
interessi nazionali è quasi un peccato mortale tanto da essere bravissimi
nell'acquisto dei "derivati" venduti dall'estero. Si è affermato un
sistema così poco trasparente e così intriso di conflitti di interesse (ad
es. gli incarichi multipli al Tesoro) da spingere l'economista Luigi Zingales
(re: Il Sole24Ore) ad auspicare il sistema ben collaudato negli Stati Uniti -
che prevede premi del 15% su quanto recuperato a favore di chi denuncia - al
fine di dare a Cantone, presidente dell'Anac, maggiori possibilità di successo
nel combattere la corruzione ed il suo habitat.
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