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Outlook Italia: QE e derivati del Tesoro


Guido Colomba

Le ragioni di scambio sono divenute positive per l'Italia poichè il calo dell'euro (-14% sul dollaro) e del petrolio (sotto quota 50 dollari al barile) hanno coinciso con l'annuncio del QE da parte della Bce. In quel momento - lo ha spiegato Stefano Micossi al convegno promosso dal Gruppo dei venti (presieduto da Luigi Paganetto) - vi è stato un cambiamento a 90 gradi. Inoltre l'azione della Bce ha schiacciato verso il basso l'eccesso di liquidità dando un respiro di almeno due anni alla flessibilità del credito e dei consumi. Paganetto ha ricordato con efficacia che il Fmi prevede per l'Italia un +0,8% di incremento del Pil alla luce di questi nuovi fattori. Tutto bene dunque? Non proprio, per due ragioni. La prima riguarda gli investimenti che sono ritornati ai livelli di sette anni fa. In merito il piano Junker (21 miliardi diluiti in tre anni), che si basa su un effetto leva di 15 volte con l'ingresso dei capitali privati, ha sollevato più incertezze che speranze. Per Marcello Messori il "risk sharing" del 20% assunto dalla Bce con gli imminenti acquisti sul secondario (non tramite banche) di titoli sovrani, poichè si riferisce ai titoli con tripla A si riduce a circa un 9% effettivo. I mercati hanno comunque scontato positivamente gli acquisti annunciati dalla Bce di 60 miliardi al mese per un totale di 1100 miliardi. La Grecia ha interferito parzialmente su questo scenario senza alterare la visione di fondo. Il dato tecnico più interessante è l'effetto di carry-trade tra i tassi a breve, prossimi allo zero, e quelli a lungo termine costretti verso il basso. Resta il fatto che la storia dell'euro è caratterizzata da crescenti squilibri nelle bilance commerciali (surplus costante della Germania) con effetti devastanti sui consumi interni dei paesi in deficit. Un problema che le istituzioni europee non hanno saputo affrontare preferendo delegare la Bce il cui ruolino di marcia è risultato molto rallentato rispetto alla Fed. Il secondo dato negativo è riferito proprio alle istituzioni europee. Qui Enzo Moavero Milanesi (già ministro del governo Monti) ha tolto ogni illusione. L'Italia ha il record di procedure di infrazione per non aver rispettato numerose norme europee eppure "ha sempre votato a favore di queste misure". Che senso ha un comportamento del genere? Con l'aggravante che l'Italia è un contribuente netto, cioè ha sempre versato più soldi di quanti non ne abbia ricevuti. In più per i salvataggi (Irlanda, Spagna, Portogallo, Grecia, Cipro) ha tirato fuori oltre 50 miliardi di euro che hanno aggravato lo stock del debito pubblico. Qui il dato è politico. Perchè l'Italia non ammette, ad esempio, di aver sbagliato a riconoscere più quote latte alla piccola Austria al fine di chiedere una revisione? Il governo di Londra ha più volte usato lo strumento di "fermare l'orologio" laddove i suoi interessi nazionali apparivano gravemente minacciati. L'altro aspetto che inquieta riguarda la trasparenza del debito pubblico con la vicenda dei derivati denunciata sul Sole24-Ore dall'economista Luigi Zingales. A fine 2014 il Tesoro possedeva un portafoglio di derivati di 150,5 miliardi pari all'8,95% del totale dei titoli di Stato con un mark to market negativo di 42 miliardi (di cui  36,9 contabilizzati). Zingales riferisce che il direttore generale del debito pubblico, Maria Cannata, durante l'audizione alla Camera, per giustificare la difficoltà di calcolare il mark-to-market, ha riferito che il data-base a disposizione del Tesoro contiene “ben poche informazioni, praticamente il nozionale iniziale, le scadenze e poco altro". Zingales denuncia la poca trasparenza sulla entità reale delle perdite e mette in dubbio la qualità tecnica di queste decisioni specie se raffrontate alle controparti del Tesoro "per loro natura molto più sofisticate". E si domanda: "Con l'uso dei derivati il Tesoro sta veramente riducendo il rischio dei contribuenti italiani o sta solo arricchendo le banche d'investimento tanto generose nell'assumere ex funzionari del Tesoro? Il Ministero deve un chiarimento a tutti i contribuenti italiani"