Alberto Pasolini Zanelli
Non avrei mai pensato
che, nell’aggirarmi “professionalmente” fra i dati e le teorie sulle peripezie
dell’economia americana (e mondiale), avrei finito con il reincontrare un mio
distante cugino. Un po’ originale, molto toscano di pensiero e di lingua,
moderatamente eccentrico. Aveva superato appena la quarantina il giorno che
agli amici e ai parenti annunciò: “Ho deciso: o mi sposo o mi prendo un cane
lupo”. Un annuncio sintetico che esprimeva soltanto un po’ di stanchezza della
solitudine e la voglia di cambiare. Strettamente personale. Non immaginava
certo, l’autore della non storica frase, di essere un precursore, per quanto
distante, di un movimento di massa. Di una moda sociologica che trascina in
questo momento milioni di donne americane: sostituire il marito con un animale
domestico.
La cosa “in” in
questi ultimi tempi negli States è l’acquisto di un cane. Essa rivela una cosa “out”: brillanti prestazioni scolastiche degli
alunni maschi. Fino all’anno 2000, che è ieri, i frequentatori degli istituti
superiori si dividevano equamente fra i due sessi,ma nel 2012 c’erano due
milioni e 800mila femmine in più. Nel 2013 le studentesse sovrastavano i
compagni di quasi cinque milioni. Per il 2020 si prevede che le “ragazze”
continueranno ad aumentare a un ritmo triplo a quello dei “ragazzi”. Con
conseguenze che vanno ben oltre la scuola. Il risultato è infatti una crescente
carenza di partner maschi per le donne di elevato livello culturale e professionale.
Conseguenza della crisi economica degli ultimi sette-otto anni e del suo
“risultato” più imponente e duraturo, la disoccupazione giovanile maschile ma
soprattutto il declassamento culturale, economico e sociale di quella che un
tempo si chiamava “maschia gioventù”. Una delle più autentiche minacce al
futuro non solo di questo Paese ma del mondo o almeno nell’Occidente, inclusa
naturalmente l’Europa.
Tale pericolo è
denunciato quotidianamente da studiosi e politici. Dall’economista Thomas Piketty,
l’autore di un voluminoso studio intitolato Il
Capitale che non si schermisce poi troppo se le difiniscono “il Marx del
nuovo secolo”. Dal presidente Obama in persona che ha puntato il dito sulla
nuova crescente diseguaglianza come
nemico numero uno del nostro tempo. E a una scrittrice che esamina il fenomeno
da un punto di vista ristretto e molto personale. Si chiama Susan Patton, ha
frequentato una scuola di élite come Princeton, vi ha educato due figlie e a
loro e alle loro “compagne di classe” ha rivolto un appello acuto e
spregiudicato: “La vostra felicità futura dipenderà dagli uomini che sposerete.
E badate che ne troverete pochi alla vostra altezza”. Cioè che guadagneranno
meno di voi. Questo perché oggi, al di fuori dei college di élite, troverete
ben pochi uomini colti e intelligenti come voi. E una ragazza intelligente
queste cose non le dovrebbe fare. Perché sarebbe davvero frustrante trovarsi a
vivere con un maschio semplicemente meno intelligente di voi”. Per quanto siano
più “forti”, le girls avranno molti
meno boys cui appoggiarsi nel modo
tradizionale.
Un appello che
trova sempre più ascolto, con conseguenze di vario ordine. La più immediata è
la diminuzione delle nascite, o perlomeno il loro rinvio. Non potendo più
contare sulla carriera del compagno, le donne se le devono costruire da sole e
quindi evitare la “perdita di tempo” delle gravidanze e dell’allevamento negli
anni decisivi per la carriera. Anche se si sposano, quindi, stanno attente ma non
far figli.Altre cominciano col rinviare il matrimonio o rinunciarvi (è ciò spiega
anche il forte calo il numero dei divorzi: chi non si è unito non ha bisogno di
separarsi). Cresce, di conseguenza,la solitudine con la noia che spesso l’accompagna.
E dunque la ricerca di surrogati. La proprietà di cani sta crescendo a ritmo
vertiginoso, più rapida anche della disoccupazione nei ceti meno protetti. Un
numero crescente di donne adotta cani per sicurezza o per avere compagnia. Cani
di lusso, prevalentemente, in armonia con la crescente disuguaglianza nel
reddito e nell’istruzione. È diventato così un fenomeno di massa la tentazione
che quel mio lontano cugino provò nel secolo scorso, del “voto” che fece. Però poi
non si sposò mai e non acquistò mai un cane lupo. Ma questa è un’altra storia.