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Democrazia al tappeto?




"Democracy is the worst form of government, except for all those other forms that have been tried from time to time." ( from a House of Commons speech on Nov. 11, 1947)

Questa famosa frase di Churchill deve essere rievocata dopo l'elezione del giorno 8 novembre che ha regalato all'America il piu' discusso presidente della sua storia.

I democratici e i loro sostenitori stentano a riprendersi dal knockout che li ha messi a terra, si interrogano sugli errori commessi e gia' si vanno facendo ipotesi di selezione di candidati di qui a quattro anni.  Prima nella lista e' Michelle Obama che ha impressionato per la capacita' oratoria espressa nei comizi in giro per il Paese a favore di Hillary. Ovviamente Michelle nega ogni ipotesi del genere.

Si discute sulla abolizione del collegio elettorale che ha consentito a Donald Trump di assicurarsi la maggioranza dei voti elettorali, mentre la Clinton si e' aggiudicata il voto popolare con uno scarto di un milione rispetto all'avversario.

Da qui tutti a discettare sul fatto che questa 'stortura' deve essere cambiata ricordando anche il caso di Al Gore vittorioso col voto popolare e poi silurato da George W. Bush aiutato dalla Corte Suprema.

Ma si tratta di chiacchiere che  farciscono gli insopportabili pannelli di cosiddetti esperti messi in mostra dalla CNN che non sa piu' che pesci pigliare e vive con le poche centinaia di migliaia di spettatori durante il giorno.

Oppressa da diciotto mesi di bla-bla politici a cominciare dalle primarie dei due partiti, la gente si rifugia per disperazione su Netflix per seguire le serie appena messe online.

A cominciare da quel Crown doppiato in una infinita' di lingue, italiano compreso, che fa capire, sia pure in maniera romanzata, quali siano stati i problemi che la regina Elisabetta ha dovuto affrontare per contenere le esuberanze del marito e della sorella Margareth.

Lo abbiamo scritto mesi fa, ma vogliamo ricordarlo ai nostri Lettori: Trump ha vinto anche e soprattuto perche' si e' avvalso dei Big Data che gli hanno consentito di tastare la pancia degli elettori di sacche mai esplorate dai democratici.

I rigurgiti che ne venivano fuori erano l'occasione per Donald Trump per uscire con le sue provocazioni giornaliere che hanno consentito a costo zero migliaia di rimbalzi su tutti i media.

In questo modo Trump si e' fatto portavoce ed oracolo di legioni di cittadini dimenticati a cominciare da quelli delle zone rurali.

Ed anche questa e' America. 
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Caro Oscar  pochi conoscono l’America di italiani negli USA Leggendoti  mi convinco che fra quei pochi ci sei tu. L’altro che considero conoscitore degli USA senza influenze “ intellettualsinistre ” è  Mario Platero cresciuto veramente all’ombra delle Twin Towers, era a New York prima di tanti !!
Tomada Fabrizio (GSE)
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I appreciate your letters and I thank you very much; you can also find me on the web everywhere...Bye
Casalino Pierluigi
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Caro Oscar,
Personalmente ritengo che la legge elettorale presidenziale USA sia un esempio di vera democrazia espressa da uno stato federale. Ogni singolo stato federato ha pari dignità rispetto agli altri, a prescindere dalla sua popolosità e ricchezza. I delegati di ogni singolo stato sono scelti in base proporzionale relativa alla sua popolosità e le votazioni al suo interno ne danno l'attribuzione ad uno dei due Partiti.
Ciò rispecchia proprio l'essenza dello stato federato. Se poi la maggioranza di voto dell'intera nazione non rispecchia quella dei delegati, è corretto che valga il voto di quest'ultimi. In Stati come i ns. occidentali o altri, ove non esiste confederazione (eccezione Svizzera, che ha importato la vs. Costituzione) la storia è diversa ed è corretto che il Presidente sia eletto a maggioranza di voto nazionale.
Peccato non avere noi uno stato confederato! Avrebbe forse rispettato meglio la ns. atavica storia post-impero romano ed evitato di avere schede elettorali pari a lenzuola con anche più di 20 partiti.
Adesso la vergogna è che nella proposta revisione dell'Italicum si voglia abbassare la soglia di sbarramento dei partiti al 2%: ciò solo per far entrare "monnezza" tipo Verdini ed altri in Parlamento.
Ma questa è l'Italia.
Un abbraccio
Aldo
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Caro Oscar,
sono fortemente stupito di quanto sta accadendo negli Usa, sinceramente non me lo sarei mai aspettato. Infatti ho sempre additato gli Usa, ma in genere molti altri Paesi, come esempio di fair play politico degli sconfitti, cioè l'accettazione di essere stati battuti: questa volta no, ma c'è sempre una prima volta.
Le manifestazioni anti Trump mi riconducono allo stesso squallore, quando la sinistra battuta sul campo da Silvio Berlusconi inveiva sguaitamente contro, e lo faceva durante tutto il suo governo (magistratura su tutti). Con i risultati che  la sinistra italiana invece di fare un'opposizione costruttiva ne ha fatta una distruttiva, partecipando tanto quanto la destra a fare disastri, di cui ancora oggi paghiamo i conti.
Sapere accettare la sconfitta è segno di maturità.
Un saluto,
Massimo Rosa
Verona
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Vedremo come governerà i destini Usa e del mondo.
Anche noi abbiamo i guai nostri con la mossa errata del
referendum: Renzi si è fatto il cappio da solo e io personalmente
non so davvero come votare: Renzi sta facendo fallire il sistema
camerale e io rischio nel giro di 3 anni di perdere il lavoro senza
aver raggiunto né l’età pensionabile né l’anzianità minima di servizio;
oltretutto la riforma è sbagliata e raffazzonata: come faccio a votare SI???
Eppur bisogna… 
Lucilla 
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