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Il NO tra gli italiani di Washington e il SI' di Renzi



“Lo abbiamo detto in tutte le salse alle politiche del 2013 e siamo stati ascoltati da tanta gente che ancora oggi ci segue con ammirazione. Alla domanda ingenua: “di che partito siete?” noi rispondiamo che noi siamo “Il” partito”. È quanto scrive Melo Cicala, che da Washington presiede il movimento “Insieme per gli italiani”. 
“Noi siamo quello che serve al mondo dei residenti all’estero”, continua. “Ci siamo proposti come un bacino che potesse distillare energie e menti. Siamo quelli che hanno capito a proprie spese che l’Italia ha bisogno di italiani che non abbiano perso ciò che tutto il mondo ci invidia. INSIEME per gli italiani non è un ambiente blindato. Il movimento si offre ad accogliere capacità ed individualità superiori alle nostre. Vogliamo chiedere ai migliori, che per colpa di essere onesti sono stati fatti fuori dalla politica, che c’è un luogo nel quale possono esprimere in tutta libertà il proprio pensiero e profondere le proprie capacità ed energie. Siamo addivenuti, noi di INSIEME per gli italiani, alla determinazione che noi residenti all’estero, non abbiamo bisogno di nulla e che anche se nelle ristrettezze locali, ciascuno di noi ha forza e dignità da vendere. Il modo degli italiani all’estero non ha bisogno dell’Italia. Così come non ha mai avuto né aiuti né sostegni dalla madre patria. Il coraggio che ci ha contraddistinto quando pochi stracci puliti accompagnavano anime pure sui bastimenti per non tornare mai più alle miserie dei propri paesi, è rimasto quello di un tempo”. 
“Una forza, quella stessa forza, - sottolinea Cicala – che ci ha aiutato a superare le difficoltà e le mortificazioni mentre una nazione irresponsabile abbandonava i suoi figli in un cesto fuori dai conventi. Noi siamo fieri di aver risollevato un paese ridotto alla miseria con i soldi che arrivavano dalle Americhe, dall’Australia, dall’Europa. I nostri familiari hanno avuto finanche la possibilità di ricostruirsi una casa, un nome ed una presentabilità scesi al di sotto dei parametri accettabili affinché un uomo potesse essere definito tale. Dollari americani, ne bastava uno solo per poter fare la spesa di una settimana per quattro persone; marchi tedeschi, ne hanno costruito di case ai paesi di provenienza; franchi svizzeri forti e “validi” al confronto di centesimi di lirette. Banconote belle, impettite, colorate che nelle mani callose e povere della gente in patria apparivano come spade tratte in un mondo sofferente e succubo”. 
“È l’Italia – sottolinea Cicala – che necessita del nostro aiuto ancora oggi e non gli italiani residenti all’estero dell’aiuto dell’Italia. Questa volta l’Italia non è di belle e forti banconote che abbia necessità ma di purezza d’animo, senso civico e di abnegazione per il proprio paese. Noi all’estero ne abbiamo da vendere. Questa non è retorica. È la realtà nuda e cruda. Noi ci siamo fatti interpreti di una necessità monitorando la realtà italiana. Gli interessi di INSIEME per gli italiani sono oggettivi. Le porte sono spalancate a quanti, migliori di noi, sono in grado di brandire il piglio cavalleresco di chi spiattella idee e propone soluzioni ambiziose per tutta la nazione”. 
“Non siamo disposti a tornare indietro di venti anni belli o brutti che siano i sei senatori eletti nella Circoscrizione Estero. Il referendum del 4 dicembre – conclude – pretende dalla logica e dalla nostra storia acquisita all’estero con il sacrificio l’ipotesi di sconfessare noi stessi e questo non è possibile. Per noi residenti all’estero il voto non può essere che uno: no!”. 

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Ultimi tredici giorni di campagna elettorale sul referendum. Auguro a tutti di viverli con intensità e leggerezza. Finalmente stiamo entrando nel merito della riforma e dei cambiamenti che l'Italia potrà avere in caso di vittoria del sì. Certo, c'è sempre chi prova a cambiare argomento, a parlare di altro, dal Governo alla legge elettorale, ma sento da molti di voi che finalmente il clima è cambiato e adesso si inizia a discutere di riforme e non più di tutto il resto. Dunque, avanti tutta. Perché se entriamo nel merito scopriamo che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini vuole superare il bicameralismo paritario, vuole ridurre il numero dei parlamentari, vuole ridurre i costi, vuole abolire il CNEL, vuole cambiare il rapporto Stato-Regioni. E se nei prossimi tredici giorni parliamo di questo, anziché di tutti i diversivi che si stanno inventando, è fatta.
Matteo Renzi