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Hanno sbagliato tutti. (Meno che lui)

Trump presidente, voto shock negli Usa. Obama si congratula "Sarò al servizio di tutti, è ora di superare le divisioni" -  video
(Scriviamo questa nota appena rientrati dall'Italia)

Hanno sbagliato tutti.
I grandi giornali a cominciare dal New York Times e dal Washington Post che da tempo avevano dato il loro appoggio incondizionato a Hillary. Aggiungi i cosiddetti esperti che per mesi hanno fatto transumanza da un canale all'altro della televisione, annunciando che il candidato Hillary Clinton aveva una completa sicurezza  di raggiungere i 270 voti di deleghe necessarie per la elezione alla presidenza degli Stati Uniti.

Hanno sbagliato i dignitari del partito repubblicano che hanno voltato le spalle a questo candidato spurio che rompeva tutte le regole della politica corretta che fa parte del bagaglio culturale di questa nazione.

Hanno sbagliato tutti quelli che, giustamente, si inviperivano per le quotidiane offese e ingiurie riservate dal signor Donald Trump a musulmani, eroi di guerra come il suo collega repubblicano John McCain, ispanici ai quali impedire l'ingresso illegale negli Stati Uniti con la erezione di un muro di 2000 km, alleati della Nato ai quali imporre di pagare con i propri bilanci le spese di allestimento difensivo delle proprie frontiere, donne.

Senza tenere conto che le numerose e patetiche uscite di alcune signore che affermavano di essere state oggetto di pesanti allusioni e molestie sessuali da parte del candidato repubblicano, non hanno sortito alcun effetto sulla crescente inossidabile fiducia di larga parte dell'elettorato americano che voleva una sola cosa: il cambiamento radicale della politica americana.

Negli Stati Uniti nella notte tra il giorno otto e il nove novembre si è consumata una classica soap opera che ha visto ripresentati ancora una volta i classici protagonisti di questa rappresentazione televisiva. Ovvero: i grandi super ricchi, circondati da super donne (intesa questa espressione prevalentemente riferita al lato estetico e non certamente al funzionamento delle cellule cerebrali).

La formula ha funzionato appieno trasferendosi ai vari settori della società americana vulnerati dalla diminuita ricchezza, dalla mancanza di stimoli ideali, dalla noiosa assuefazione ad un gergo politico per lo più incomprensibile ai tanti ma sempre di più foriero della crescita di un largo movimento nazionale populista. E poi c'è il transfer psicologico di chi non ha, ma ammira in cuor suo la ricchezza degli altri e le meravigliose donne di cui si circondano, opponendosi alle scorie di un maldigerito femminismo che ha lasciato sul terreno molte vittime a cominciare dalle donne stesse,  facendo della donna un pericoloso competitore sia sul posto di lavoro che nella vita di interrelazione.

Si dice che a votare per Trump siano stati gli ex blue collar divenuti nel tempo parte consistente della media borghesia e decaduti a seguito del disastro planetario che ha caratterizzato gli otto anni della presidenza Bush e ha lasciato sul lastrico milioni di famiglie.

Il fatto che Barack Obama sia riuscito a recuperare in termini economici di crescita una situazione che sembrava avviata alla disperazione nazionale non è stato tenuto in alcun conto dalla gente della strada.

Avere una disoccupazione ridotta al 4.9 per cento significa poco per quelli che hanno visto nell'ultimo decennio assottigliarsi pericolosamente le proprie capacità di guadagno e di spendita.

I giovani che avevano costituito l'asse portante del doppio successo del presidente nero hanno voltato le spalle ad una anziana signora che non e' riuscita a stimolare coinvolgenti reazioni di positività nei propri confronti, accusata di comportamenti non corretti nella gestione delle proprie e-mail che ne hanno drasticamente ridotto l'immagine di statista.

Si aggiunga a queste considerazioni la scomoda presenza di un marito che, nonostante i molti meriti ottenuti nella gestione della cosa pubblica in America durante gli otto anni della sua presidenza, deve ancora portare, a scanso dell'età, un pesante tatuaggio di comportamento immorale.

Ma soprattutto i media schierati con la Clinton a livello nazionale e internazionale non hanno tenuto conto di una fondamentale caratteristica del popolo americano: all'uomo medio non piacciono le case con mobilia antica che viene giudicata vecchia al di la' del valore. All'uomo medio ed in particolare ai bianchi, non piace la riproposizione di vecchie dinastie che hanno fatto il loro tempo. L'uomo medio americano vuole il cambiamento a qualsiasi costo anche senza prevederne le conseguenze, purché cambiamento sia. All'uomo medio americano piace gettare il cuore al di là dell'ostacolo e non rimasticare vecchie proposizioni che hanno fatto il loro tempo.

A queste considerazioni si aggiunga poi che, partendo dai primi episodi delle primarie repubblicane 18 mesi fa, il candidato Donald Trump non ha lasciato trascorrere un giorno senza inventarsi una provocazione che nelle ore successive rimbalzava  automaticamente per decine di volte in tutti i media senza alcun impegno economico da parte sua ma con un infallibile risultato di presenza.

Donald Trump è stato un vero rottamatore perché ha saputo distruggere gli avversari che si è trovato sulla strada per raggiungere la candidatura a nome e non per conto del tradizionale partito repubblicano e successivamente per distruggere l'avversario democratico.

Ha fatto questo personalmente, spesso contrapponendosi alla sua staff e licenziando prestigiosi esperti di politiche elettorali.

Adesso viene il bello. Per chi come il vostro redattore vive negli Stati Uniti da decenni è difficile concludere questo commento a caldo a poche ore dalla proclamazione del nuovo presidente degli Stati Uniti d'America.

Anche in questo caso il popolo ha parlato e siccome viviamo nella più antica democrazia effettiva del pianeta dobbiamo rispettare questa decisione.

Nel suo messaggio pronunciato alle tre del mattino Donald Trump ha detto una cosa lapalissiana, ovvero "adesso dobbiamo stare uniti". Facile a dirsi, molto difficile ad attuarsi in una società da tempo sconvolta da un radicalismo che la pervade  in forma ossessionante. Ma è altrettanto errato rifugiarsi nel "mala tempora currunt" perché l'America cambia e si rinnova ogni 10 - 20 anni profondamente.

Le sfide che attendono il nuovo presidente eletto degli Stati Uniti avranno ripercussioni fondamentali  sui rapporti con l'Europa e quindi strettamente anche con l'Italia.

Conoscenti  italiani che hanno votato qui negli Stati Uniti sostengono che, al di là delle contumelie quotidiane che si sono scambiati i due candidati alla presidenza, alla fine prevarra' il senso dello Stato e Donald Trump sarà sicuramente in grado di circondarsi di esperti che gli indicheranno un sentiero sul quale dirigere positivamente l'amministrazione domestica e internazionale della cosa pubblica.

Per quanto ci riguarda non resta che dire: "Cross Fingers!", facciamo gli scongiuri.

Oscar
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Le tue analisi, caro Fr. Oscar, sono sempre belle, lucide, piene di stimoli alla riflessione. 
grazie 
g.
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Otto anni il marito + 4 anni segretario di stato poi ....serve altro???
Stefano Acquisti
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Carissimo anche in Italia come in tutto il globo terrestre e forse no per chi crede in forme di vita su altri pianeti....
..ed io nel mio piccolo mi sono evitata una figura di...... qualora avessi partecipato per un canale televisivo, 
come astrologa, tutto da buttare anche gli astri hanno fallito.
Adriana 
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Semplicemente perfetto...... e condivisibile!
Marco Zacchera

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Grazie, gentilissimo Signor Bartoli,
per questa analisi davvero illuminante !
        Anna Maria Rossi 
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Ciao Oscar,
Mando anche a te questo messaggio che sto facendo circolare.
Francesca
  
As soon as we stop weeping, being devastated etc. I think we should do some analysis, ask ourselves what went wrong and pick up the fight again, along the process I suggest we meditate on the following list especially #5
Moore said months ago that Trump would win.  At the time I thought “Michael Moore has not always been right and he gets a bit far out there at times”
So, I saw this, his “To-Do List” for the morning after the election.  It is a good list.  I have some things I would add, but #5 in particular is pertinent to this election, as it was in 2000 and has been when Democratic candidates win millions more votes for House seats across the nation, but the House continues to be Republican controlled.  
Anyway, I had already begun repeating #5.  
Do you think this is not what we would have been hearing for the next four years if situations were reversed?  How can Trump be a “legitimate” president when he lost the popular vote?? Over and over and over.  Why?  Because it works.
Francesca
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 Ho vissuto le elezioni a Long Island e condivido la tua analisi: le stesse considerazioni non sarebbero state valide a suo tempo per Berlusconi ed i suoi elettori ?
AAlessandro Antonelli
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Cross fingers!! Decisamente! Interessante, 
Onorevole Sandra Zampa
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Caro Oscar,
ho letto il tuo articolo, ottimo come sempre e questo mi spinge a condividere una considerazione.

La conseguenza delle scelte di politica economica non sono istantanee, ma dispiegano i propri effetti dopo mesi ed anni.

Per questo motivo è il presidente successivo che eredita le scelte del precedente.

Quindi Clinton visse sereno il primo mandato ed ebbe la rielezione, grazie ad un'economia ruggente, eredità del buonsenso dei tre mandati della ditta Reagan-Bush.

Tuttavia il disastro economico della presidenza Bush figlio non può essere attribuito a Lui ma agli errori di Clinton e soprattutto dalla sua folle scelta di svalutare la moneta cinese (e garantirne il cambio fisso, e poi una banda di oscillazione prefissata per troppi anni), voluto dalla ditta Bill-Hillary, che pare che abbia garantito loro più consensi e contributi in Asia che in America.

Infine la considerazione che l'economia americana si sia ripresa da quelle follie e' ancora tutta da dimostrare, mentre il massacro economico della classe media occidentale è ormai palese, autocosciente ed urla vendetta.

Vedremo nei prossimi tre anni se Obama abbia seminato qualche germoglio interessante.

Di lui, ad oggi vediamo solo il fallimento delle primavere arabe, l'assassinio di un ambasciatore in Libia e la necessità di impiegare gli antibiotici militari per debellare il virus dell'Isis.

Un caro abbraccio,

Alessandro Pescini
Owner
Hotel Palazzo dei Priori
La Residenza delle Badesse
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Grande Donald e adesso speriamo che rimetta a posto un mondro tropo intossicato e gestito dal comunismo di sottobosco......del 21 secolo.
Roberto
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 Attratti dalla convinzione che il lungo periodo passato in USA ma terminato ormai da più di 30 anni, molti amici mi hanno subissato della stessa domanda: "E ora, dopo l'elezione di Trump, cosa succederà ?". E la mia risposta è sempre stata la stessa: "Non ne ho la minima idea, perché l'America che ho conosciuto io era molto diversa da quella attuale !". Ma adesso posso rispondere: "Leggete quello che scrive Oscar Bartoli - lui in America ci vive adesso e da molto tempo - nell'articolo «Hanno sbagliato tutti. (Meno che lui)» e un'idea te la potrai fare anche te !"
Carlo Luigi Ciiapetti (Firenze)
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Silvia Baldassini (Los Angeles)
Cari amici Italiani, rispondo a varie domande arrivate a valanga stanotte (manco fossi l’ambasciatrice USA?!) per condividere il mio punto di vista, se vi interessa… Premetto che odio la politica. Preferirei parlare di valori, ma alcuni vostri commenti, seppure reazionari, mi lasciano perplessa.
SI, mi intristisce profondamente la DIVISIONE di questo paese causata da un sistema bipartitico che non offre alternative. La maggior parte degli Americani si trova spesso in mezzo ai due estremi e vota per il 'meno malvagio', seguendo la linea di PARTITO in cui crede (per intenderci, se Trump si fosse candidato per la sinistra, quanti Democratici avrebbero votato destra?!) E la divisione cresce, non si ascolta più' …
SI, purtroppo ESISTE ancora TANTO razzismo, ignoranza e violenza in questo paese, ma stiamo attenti a non contribuire: NON tutti gli AMERICANI sono bigotti e razzisti, (non tutti gli Italiani sono mafiosi, non tutti i mussulmani sono terroristi, etc…) Ho amici che rappresentano tutte due le parti e nessuno e' sereno...
SI, Hillary ha vinto il VOTO popolare e ha perso il VOTO elettorale. Traduzione: la maggior parte degli AMERICANI ha votato per Hillary, non per Trump. E’ il SISTEMA arcaico che non funziona più’, smettiamola di insultare. Chi ha votato x il 'terzo partito' o scritto "Mickey Mouse" sulla scheda lo ha fatto per protesta, strategicamente sprecando voti, ma capisco e rispetto la loro frustrazione. La mia scelta sarebbe stata Bernie Sanders per mille ragioni. Quando e' uscito dalla corsa volevo astenermi. Alla fine ho votato per Hillary.
Sono in lutto. Questa non e’ l’America che conosco, che amo. Sono anch’io triste, stanca, disgustata, delusa e preoccupata per il futuro, come tutti voi… cerchiamo pero’ di rimanere uniti e positivi invece di polemizzare e giudicare da lontano. Siamo tutti esseri umani.