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                                                                                                                                                                                              16 aprile 2020
Carissimi parrocchiani e amici,

Voglio prima di tutto ringraziare tutte le persone che con messaggi telefonici, elettronici o cartacei, hanno inviato auguri e informazioni durante le celebrazioni della Santa Pasqua. Ringrazio anche tutti coloro che hanno risposto alla lettera di Pasqua che era stata inviata via posta. Preciso che se non avete ricevuto questa lettera postale significa che non siete registrati ufficialmente in parrocchia e vi invito a farlo, naturalmente sempre nella più grande libertà. Un grazie molto speciale, poi, alle persone che hanno aiutato nella celebrazione e nella trasmissione della Santa Messa il giorno di Pasqua: Maria Marigliano, la nostra organista e direttrice di liturgia, aiutata nel canto da Frank Kulla e Robert Sale; Daniel Tillson che ha servito la messa e organizzato la trasmissione aiutato da Michael Gibbons; Anna Fruttero e Paola Mercogliano che hanno letto. È stato il nostro sesto tentativo di trasmissione, e circa 250 famiglie si sono collegate. 

Ora alcuni brevi aggiornamenti sulla parrocchia:

  • Abbiamo finalmente ricevuto la nuova statua del Beato Giovanni Battista Scalabrini, il foundatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo/Scalabriniani, che da 60 anni (questo prossimo Settembre) servono la nostra parrocchia. È una statua di imensioni naturali in resina sintetica e verrà inaugurata il 1° giugno, anniversario della morte del Beato Scalabrini. La statua è opera di Francesco Santoro, un artista italiano che vive in Venezuela.

  • Hanno terminato di piantare alberi e cespugli lungo F Street, sul lato sud della chiesa, con aiuole e recinzioni attorno alla statua di Colombo. Stanno terminando i lavori di pavimentazione di 3rd Street.
  • Continuano i lavori nel salone sotto la chiesa e è stata riaperta l’uscita verso F Street sul lato sinistro del bar. Il prossimo lavoro sarà la rimozione della parete e rispristino del salone nella sua funzione originale.

Vorrei ora terminare con un toccante brano inviato dal Dott. Begher, pneumologo dell’ospedale S. Maurizio e vorrei ringraziare Oscar Bartoli per averlo fatto conoscere. Il brano ben descrive una generazione di anziani che purtroppo stiamo perdendo, vittime di questo virus, non solo in Italia, ma anche fra gli italo americani. 
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Se ne vanno.
Mesti, silenziosi, come magari è stata umile e silenziosa la loro vita, fatta di lavoro, di sacrifici. Se ne va una generazione, quella che ha visto la guerra, ne ha sentito l’odore e le privazioni, tra la fuga in un rifugio antiaereo e la bramosa ricerca di qualcosa per sfamarsi. Se ne vanno mani indurite dai calli, visi segnati da rughe profonde, memorie di giornate passate sotto il sole cocente o il freddo pungente. Mani che hanno spostato macerie, impastato cemento, piegato ferro, in canottiera e cappello di carta di giornale. Se ne vanno quelli della Lambretta, della Fiat 500 o 600, dei primi frigoriferi, della televisione in bianco e nero. Ci lasciano, avvolti in un lenzuolo, come Cristo nel sudario, quelli del boom economico che con il sudore hanno ricostruito questa nostra nazione, regalandoci quel benessere di cui abbiamo impunemente approfittato. Se ne va l’esperienza, la comprensione, la pazienza, la resilienza, il rispetto, pregi oramai dimenticati. Se ne vanno senza una carezza, senza che nessuno gli stringesse la mano, senza neanche un ultimo bacio. Se ne vanno i nonni, memoria storica del nostro Paese, patrimonio della intera umanità. L’Italia intera deve dirvi GRAZIE e accompagnarvi in quest’ultimo viaggio con 60 milioni di carezze...”

Un caro saluto a tutti
Father Ezio Marchetto