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In crisi Borse e surplus commerciali


Guido Colomba

Perché le Borse crollano? Finora è prevalsa l'opinione che le Banche centrali, in testa Fed e Bce, possano tenere sotto stretto controllo i mercati. Cosa è cambiato? Vi sono almeno due fattori. Primo. E' entrato in crisi il modello economico fondato sul surplus delle esportazioni. Un modello guidato da Germania e Cina. Per la Germania, ciò significa che oltre il cinquanta per cento del proprio sviluppo è basato da molti anni sull'export in palese violazione dei trattati europei che vietano sia l'eccesso di deficit che l'eccesso di surplus. Purtroppo questa situazione è alla base della debolezza europea e del totale fallimento della sua politica economica ("l'Europa - ha detto di recente il presidente della Commissione Juncker - è stata molto vicina all'abisso"). Per la Cina, i nodi sono venuti al pettine (netto rallentamento della produzione manifatturiera) e la costringono a puntellare le proprie Borse con ripetute svalutazioni e iniezioni di liquidità (oltre 236 miliardi di dollari). I mercati finanziari hanno subito capito il bluff. Il secondo fattore riguarda il protrarsi del crollo del petrolio (sotto i 32 dollari il barile, minimo da 11 anni) e delle principali materie prime che provoca la crisi del debito, aggravata dalla deflazione (con tassi sotto zero) che rende più onerosa la sua gestione. Non è una situazione nuova. Ma preoccupa l'assenza di un possibile ritorno alla normalità. Vi sono troppi debiti espressi in dollari che stanno rendendo molto vulnerabili i paesi Brics. Il rischio contagio è divenuto più forte come testimonia la situazione in Medio Oriente. Non a caso il premio nobel dell'economia, Joseph Stiglitz, parla di una totale incapacità dei mercati nel fronteggiare questo forte rallentamento dell'economia mondiale. Negli Usa l'aumento delle scorte di petrolio riflette la svolta storica energetica che vede Washington non solo autosufficiente dai Paesi del Golfo ma ormai pronta anche all'esportazione. Se mettiamo assieme tutti questi fattori, come in una matrice di Leontief, si deve concludere che per le Banche centrali trovare una soluzione equilibrata è divenuto un esercizio di estrema difficoltà. Per Stiglitz il settore privato non sarà in grado di risolvere i problemi che ha creato nè ripristinare la prosperità per conto proprio. "Sono necessarie - afferma- politiche governative attive. Ciò significa superare il feticismo di deficit" come testimoniano i risultati ottenuti dall'economia Usa dopo la crisi culminata nel crack di Lehman Brothers nel 2008.