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The Revenant

 The Revenant

The Revenant, (in italiano si potrebbe tradurre con "il Rieccolo" che Montanelli attribuiva a Fanfani) il film di Alejandro G. Inarritu sicuramente vincera' qualche Oscar, almeno per quanto riguarda l'interpretazione di Leonardo Di Caprio.

Ma questo polpettone di due ore e mezzo, abbinato sugli schermi all'ultima fatica di Quentin Tarantino, ha lasciato perplessi i critici in maggioranza.

Quanto agli spettatori non c'e' un particolare entusiasmo.

Mentre il film superviolento di Tarantino (che inneggia alle peggiori qualita' dell'uomo) e' impeccabile sotto il profilo della precisione dei dettagli, questo di  Alejandro G. Inarritu lascia un po' a desiderare.

Cominciamo dalla storia: un tale, cacciatore professionista, viene assalito da un gigantesco orso (femmina e non maschio come dicono alcuni che sostengono anche la sodomia oltre alle terribili ferite inferte dagli artigli dell'animale).

Ora, va bene che gli uomini della Frontiera erano super altrimenti morivano subito al primo raffreddore.

Ma il regista messicano ci vuol far credere che nonostante lo strazio delle ferite il tizio riesce a far fuori il bestione, lo scuoia, ci si infila dentro per ripararsi dal freddo, si trova a dovere galleggiare in un gelido fiume, in qualche modo tocca la riva. E la pelle dell'orso e' asciutta.

Miracolo che al confronto quelli di Lourdes sono roba da dilettanti.

Il poveretto, martoriato dalle ferite (che pero' non si infettano, altro miracolo della Frontiera) riesce non solo a camminare, ma anche andare a cavallo, a duellare con indiani e malviventi.

Talvolta la faccia di Di Caprio mostra i segni dello scontro con l'orsa, talaltra le guance del giovane e bravo attore (al quale auguriamo finalmente un meritato Oscar) sono lisce e appena uscite dal trucco.

Senza parlare, fior da fiore, di una pistola ad avancarica che spara due colpi alla distanza di pochi secondi l'uno dall'altro.

Dice: ma che vai cercando? E' un film e nel cinema tutto e' possibile.

Percio' il vostro redattore si scusa con i Lettori per la presunzione critica dovuta forse anche a ripetuti attacchi di sonno epatico (la proiezione era alle tre del pomeriggio) combattuti con un chilo di pop corn.

PS: le riprese di panorami sono eccezionali.