Guido Colomba
In tema di "casta" politica inadeguata c'è un esempio
che mette in secondo piano il fallimento della legge elettorale. Ed è
costituito dalle ottomila partecipate pubbliche "intoccabili"
nonostante lo spreco di denaro pubblico che viene generato da lungo tempo.
Dovevano scendere da ottomila a mille. Invece, in dieci anni, vi sono state
tre riforme, una sequenza di rinvii e zero risultati. Ci si è messa pura la
Corte costituzionale che è riuscita a dare il colpo finale
alla riforma Madia. imponendo l'intesa "vincolante" degli enti
locali. Ovviamente, Regioni e Comuni hanno fatto pesare questa chance ed
hanno ottenuto il dimezzamento del limite minimo di fatturato (da un milione
a 500 mila euro) salvando dalla tagliola oltre mille mini-società. Non basta.
I presidenti delle Regioni hanno mantenuto il potere "autonomo" di
derogare alle regole nazionali nel decidere quali aziende regionali possano
sopravvivere. E' sparito anche l'obbligo dell'amministratore unico al posto
di consigli di amministrazione (spesso in numero superiore ai dipendenti)
dove vengono "parcheggiati" gli amici e i trombati. Insomma,
l'addio definitivo alle partecipate fuori regola è ancora un "wishful
thinking". La liquidazione è rinviata con il risultato che Regioni e
Comuni mantengono le loro partecipazioni nelle fiere, nelle energie
rinnovabili, nelle case da gioco, nelle start up universitarie, nelle aziende
agricole didattiche. Anche quando sono in perdita strutturale (era previsto
un risparmio nella legge di bilancio di un miliardo di euro). Vi è poi il
problema della cattiva produzione legislativa. La legge di stabilità del 2016
si limitava a chiedere la "razionalizzazione" delle partecipate
senza fissare criteri e sanzioni. Ecco perché è rimasto tutto sulla carta.
Convergenza spontanea tra burocrazia ministeriale ed enti locali? E' evidente
la scelta politica di lasciar sopravvivere il sottogoverno locale che
controlla l'80% della spesa pubblica al netto di pensioni, scuola e difesa.
Una filiera operativa che racchiude gran parte dei servizi locali (trasporti,
energia, raccolta dei rifiuti, sicurezza, traffico) e che spiega la totale
immunità rispetto ai risultati offerti ai cittadini. Il secondo effetto di
questa "immunità" riguarda l'impennata del 140% nella tassazione
richiesta ai cittadini negli ultimi dieci anni. Quando manca la garanzia del
lavoro per i giovani (richiamata dal presidente Mattarella), quando non si
trovano i mezzi finanziari per abolire il cuneo fiscale nella fascia tra i 18
e i 25 anni, quando non si parla negli interventi della classe politica, di
destra come di sinistra, della "generazione perduta" dei giovani
senza lavoro e senza futuro, ebbene tutto ciò rende odioso lo spreco di
denaro pubblico e di pessimi servizi in tema di partecipate.
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Grazie Oscar
Giorgio
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