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Rubinetti bloccati
News and comments from the Capital of the United States (and other places in the World) in English and Italian. Video, pictures, Music (pop and classic). Premio internazionale "Amerigo".
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Ci scrivono....
Caro Oscar,
ho letto oggi - con profondo piacere -
questi 4 capitoli, contraddistinti da una struttura fantasticamente ricca e da
un linguaggio italiano di una purezza che da molto tempo non mi era più
consentito di trovare, né in Italia né altrove.
Grazie quindi, Amico mio
carissimo, per questo dono straordinario che mi hai fatto.
Abbraccio.
Carlo
Sutop (Thriller) Capitolo 17
Leo Rasco
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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Casa di Eleonora Barberini in Macomb Street.
Parcheggiata discretamente a dieci metri dall'ingresso una suburban dei servizi segreti.
Mark Cullinger arrivò puntualissimo alle 12:01 e s'introdusse nella casa, la porta era aperta.
"Grazie di essere venuto Mark", disse Eleonora Barberini che stava preparando personalmente uno spuntino su un piccolo tavolo nella sitting room.
"Ho ricevuto il tuo messaggio e mi sono precipitato annullando una serie di incontri. Che succede Eleonora?"
Eleonora, first-lady, indossava un tailleur pantalone nero che ne metteva in mostra la sinuosità e la bellezza del portamento.
La parrucchiera personale della Casa Bianca aveva dato un taglio ed un tocco del tutto particolare alla sua chioma rosso fuoco, un rosso-è bene sottolinearlo-assolutamente naturale.
Mark Cullinger che, nonostante i miliardi di impegni per conto del presidente riusciva ancora a valutare una bellezza muliebre, restò per un istante abbacinato dedicando un 'fortunato lui' allo sposo di tanta bellezza.
Eleonora Barberini invitò il suo amico Mark Cullinger a sedersi e gli servì un piatto di tortiglioni al sugo che aveva preparato personalmente.
Da tempo infatti aveva liquidato la domestica e nella sua casa privata facevano le pulizie una volta alla settimana due ragazze portoricane di una agenzia, sotto il controllo costante di uno dei servizi segreti.
"Scusami Mark se approfitto della tua amicizia e ti scompiglio l'agenda. Ma avevo proprio bisogno di parlare con qualcuno di cui posso fidarmi ciecamente.
Mark, non so se te ne sei accorto, ma il presidente e' su una strada che mi dà molto da pensare.
Soprattutto per quanto riguarda la sua condizione fisica. Si sottopone a dei ritmi impressionanti di lavoro.
Ormai dormiamo in camere separate.
E questa è stata una sua decisione perché si alza alle cinque del mattino e va a dormire per tre ore, se va bene.
Qualche volta mi è capitato di trovarlo addormentato su un divano della Oval Room.
Ho provato più volte a fare appello alla sua intelligenza, dicendogli che il rischio al quale si sottopone quotidianamente è estremamente alto, tenendo conto oltretutto di quello che gli è capitato tempo fa.
Mi guarda sorridendo, mi abbraccia, mi bacia… Ma continua in questa sua forsennata attività perché, come del resto sai bene, non si fida di nessuno, eccetto te.
Ti ha attribuito una infinità di impegni e praticamente tu agisci come lo chief of staff della Casa Bianca senza averne la qualifica ufficiale.
Sono molto preoccupata, caro Mark e non so sinceramente cosa fare, temendo oltretutto di irritarlo, creandogli io stessa un ulteriore problema…"
Mark Cullinger era abituato da anni ad affrontare e risolvere problematiche di ogni tipo in ogni continente.
E lo faceva non solo per una sua inclinazione talentuosa che gli permetteva di focalizzare immediatamente l'anima di un problema ipotizzando la soluzione da adottare.
Ma anche perché gli piaceva considerarsi ed essere considerato un mago Merlino.
La sua inveterata fiducia in se stesso stava vacillando mentre ascoltava la splendida first-lady che gli sedeva davanti.
"Ormai, mi dispiace dovertelo dire, Albert ed io siamo diventati fratello e sorella. Da mesi non abbiamo alcuna intimità. E tutto questo dopo anni di grande passione reciproca.
Ma non è di questo che mi lamento. Come ti ho detto prima sono molto preoccupata per la salute del presidente e chiedo il tuo aiuto, perché tu ne sei l'unico amico vero, per alleggerire in qualche modo i suoi impegni quotidiani…"
Mark Cullinger sospirò profondamente. Si guardò le mani che erano curate ogni giorno da una manicure interna della Casa Bianca.
Alzò il bicchiere nel quale Eleonora aveva versato un sublime Chianti Antinori e esordì dicendo:
"Ti potrà sembrare stupido ma è proprio il caso di augurarci reciprocamente qualche cosa di buono in una situazione come questa.
Il presidente ha un disegno preciso che vuole attuare e che richiede solo la sua direzione.
Il disegno-come sai-è quello di ridare slancio a questa nostra povera nazione assalita da un tormento sociopolitico che ne ha radicalizzato l'esistenza portandoci tutti quanti al limite della guerra civile…
Gli avversari del nostro presidente sono non solo 'domestici' all'interno degli Stati Uniti, ma costituiscono una rosa con differenti motivazioni e scopi più o meno reconditi che vede contro di noi una coalizione articolata a livello internazionale.
Siamo sull'orlo di una guerra globale e non so-in tutta sincerità-perché ancora non ci siano state deflagrazioni nucleari visto che da tempo è finita la collaborazione con le potenze dotate di arsenali nucleari che ha salvaguardato per 50 anni il pianeta da qualche tragica esperienza.
Quanto mi dici in relazione alla vostra vita privata mi addolora moltissimo.
Ti confermo di essere al tuo fianco ovunque ve ne sia la necessità.
Per rispondere alla tua domanda penso che il presidente potrebbe nominarti (non ti mettere a ridere) vicepresidente con l'attribuzione di un ampio mandato che potrebbe comprendere la sanità e tutte le altre mansioni ministeriali che possono essere gestite quotidianamente da una persona come te dotata di una grande personalità e capacità professionale. E non ti regalo nulla…
Se mi autorizzi ritengo di poter presentare al presidente una proposta in questo senso, articolata nei minimi dettagli e con le dovute garanzie costituzionali."
Eleonora Barberini sorrise e si alzò.
Lo spuntino leggero era terminato. I pochi favolosi tortiglioni al sugo ormai spazzolati. Ah, la cucina italiana...quella vera...
La first-lady porse la guancia destra per un accenno di bacio a Mark Cullinger che s'avvio' verso la porta principale, mentre l'agente del servizio di sicurezza dentro l'auto corazzata, prendeva nota nel suo rapporto quotidiano dell'uscita dell'alto personaggio dalla abitazione della First Lady.
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Producer delle televisioni in collegamento universale:
"Signor presidente, a sei secondi apriamo…"
Mentre passano i sei secondi Albert Smith si aggiusta il nodo della cravatta e dà un'occhiata a Eleonora Barberini Smith seduta accanto a lui sul divano della Oval Room.
"Carissimi fratelli e sorelle americani, questo nostro incontro settimanale al caminetto ha per me un significato molto importante.
E ve ne siete accorti, vedendo che il vostro presidente è questa sera in giacca e cravatta e al suo fianco la first-lady Eleonora.
Una serata significativa perché devo annunciarvi una decisione che ho preso dopo aver riflettuto a lungo su quanto sto per dirvi.
Anche se siete assorbiti dalle vostre molteplici attività e impegni familiari o di sport, sapete bene che il vostro presidente è da mesi impegnato in un programma di recupero della nostra pace interna, della nostra immagine internazionale, del superamento dei tanti ostacoli che la nostra debolezza domestica ha consentito ad alcune nazioni avversarie di creare a nostro svantaggio.
Qualcuno sostiene, specialmente all'estero, che il vostro presidente-grazie al terzo mandato che avete votato-ha creato una autocrazia, mettendo in pericolo la nostra democrazia.
Si tratta di accuse infamanti messe in circolazione da responsabili di governi di nazioni nemiche e da figuri di organizzazioni criminali.
Come certamente vi state rendendo conto, anche se ognuno di voi sta pagando un prezzo pesante in termini di libertà personale, il programma che il vostro presidente sta perseguendo grazie al vostro mandato plebiscitario ha iniziato a ottenere significativi progressi.
Ma consentitemi di dirvi in maniera semplice che questo impegno che mi vede immerso 18-20 ore al giorno qui nella Oval Room, non può continuare con questo ritmo.
Seguendo quindi le raccomandazioni dei miei medici specialisti, ma soprattutto quelle che si basano sull'amore di mia moglie, ho preso una decisione operativa che, ne sono sicuro, troverà la vostra approvazione. Ed in particolare quella delle donne di questa nazione.
Voglio dire insomma che ho deciso di nominare un vice presidente al quale affidare il controllo e l'armonizzazione di alcuni dipartimenti lasciando a chi vi parla la gestione dei ministeri di maggiore rilevanza sia dal punto di vista economico che politico ed internazionale.
A far data da domani Eleonora Barberini Smith sarà il vostro vice presidente con responsabilità su questi dicasteri:
Secretary of Veterans Affairs,
Secretary of Education;
Secretary of Energy;
Secretary of Transportation;
Secretary of Housing and Urban Development;
Secretary of Health and Human Services
Sono sicuro che Eleonora sarà in grado di svolgere il suo difficile compito con delicatezza, professionalità e usando la intuizione femminile, una qualità che manca totalmente a noi uomini.
Grazie per l'affetto che tanti di voi ci manifestano con lettere e messaggi privati inviati alla Casa Bianca.
Che Dio salvi l'America e la benedica."
Fine del collegamento televisivo dalla Casa Bianca.
Sutop (Thriller) Capitolo 16
Leo Rasco
Ogni riferimento a persone esistenti o a
fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any
Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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Mark
Culinger si agitava sulla sedia di fronte alla scrivania presidenziale. Accanto
a lui il capo di stato maggiore in rappresentanza delle tre armi e il National
Security Advisor.
"Signor
presidente, da decenni stiamo conducendo una guerra contro la droga, purtroppo
con risultati negativi.
I
programmi di lotta contro la produzione, diffusione e traffico soprattutto
della cocaina si sono rivelati incapaci di contrastare questo business.
Al
punto che le coltivazioni di coca in Colombia, tanto per fare un esempio, sono
aumentate e altrettanto può dirsi per la produzione di cocaina che deve far
fronte all'aumentata domanda del mercato americano.
Ogni
tentativo di diffondere sulle coltivazioni degli erbicidi è andato in pratica
disatteso vuoi per la scarsa collaborazione delle autorità colombiane, vuoi per
il fatto che, quando usavamo aerei cisterna locati in territorio colombiano, i
coltivatori, aiutati dai membri del cartello Cali, sparavano contro gli aerei
che volavano a bassa quota.
Di
fronte alle nostre proteste e pressioni le autorità colombiane hanno ritenuto
opportuno usare dei drones. Ma si tratta di aeromobili con una portata di 25
chili e con un impatto quindi sulle colture insignificante.
Alla
base del problema, signor presidente, c'è sempre il fatto che la riconversione
delle colture colombiane in caffè, cacao, grano, eccetera confligge con il
guadagno che la coltivazione della coca garantisce alle famiglie dei contadini.
Sino
ad ora le decine di miliardi di dollari dati alle autorità colombiane per
contenere, se non smantellare, la produzione di coca non hanno avuto alcun
effetto, considerando oltretutto che le autorità governative colombiane che si
sono susseguite negli ultimi anni nell'amministrazione della nazione sono
pesantemente coinvolte e condizionate dai cartelli della produzione della
cocaina.
Bisogna
tenere presente inoltre che far crescere la coca, ad esempio nella regione di
Narino, equivale ad un guadagno 14 volte superiore alla coltivazione del cacao.
L'uso
di pesticidi ovviamente scatena le reazioni delle organizzazioni ambientaliste.
Da
informazioni attendibili di origine colombiana risulta che lo scorso anno in
quel paese hanno superato le 2000 tonnellate metriche di cocaina prodotta e
avviata in larga parte sul mercato statunitense."
Mark
Culinger si passò la lingua sulle labbra perché sentiva dentro di sé una grande
arsura.
Albert
Smith, in camicia e senza cravatta, faceva frullare intorno ad una mano
un Tasbeeh, rosario islamico che usava
contro lo stress.
Passò
un minuto che sembrava un secolo per quelli che sedevano davanti alla scrivania
presidenziale.
Albert
Smith si diresse verso il capo di stato maggiore e gli chiese:
"Qual
è la sua proposta per risolvere il problema in maniera definitiva?"
Il
generale a quattro stelle si schiarì la voce e azzardò dicendo:
"Signor
presidente, se di guerra stiamo parlando, le guerre non si gestiscono e
tantomeno si vincono con i pannicelli caldi. Sino ad ora come ha riferito Mark
Culinger tutti i tentativi fatti, da noi ampiamente finanziati, non hanno
raggiunto alcun risultato concreto.
Per
quanto riguarda il traffico soprattutto dal Messico siamo riusciti in qualche
modo a controllare i canali. Ma i cartelli messicani manifestano una grande
fantasia nell'inventare sempre nuove vie di diffusione nel nostro paese della
droga.
Il
problema e' all'origine, La produzione…
Ho
consultato i colleghi al massimo livello delle tre armi e le posso dire
ufficialmente, signor Presidente, che c'è un sentimento di frustrazione diffusa
per la impossibilità di incidere drasticamente sulla produzione di droga."
Albert
Smith continuava a giocherellare con il rosario musulmano.
"Qual
è l'estensione delle coltivazioni di coca oggi in Colombia?"
Mark
Culinger consultò un rapporto che teneva sulle ginocchia e disse:
"Secondo
lo United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) con gli ultimi allargamenti
dovrebbero essere arrivati a quasi 200.000 ettari di cui si conoscono i
dettagli attraverso la ricognizione satellitare."
"Se
guerra è, guerra sia. Ordino che siano effettuati bombardamenti a tappeto con
NAPALM o sostanze consimili su tutte le coltivazioni. Le autorità colombiane
saranno allertate solo alcune ore prima dell'effettuazione dell'impatto militare
per consentire di informare la popolazione locale.
Mark
Culinger deve darsi da fare con i media nazionali per contenere, ammesso che vi
siano, reazioni negative.
I
media devono mettere in evidenza invece che questo è uno sforzo compiuto nell'interesse
generale della nazione considerando che sino ad ora siamo stati giocati per
decenni dalle autorità colombiane.
Questo
è un monito anche per gli altri paesi dell'America Latina produttori di
droga."
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Aula
del Consiglio di sicurezza
Organo delle Nazioni Unite
Istituito 26 giugno 1945
Operativo dal 17 gennaio 1946
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è l'organo delle Nazioni Unite incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali in conformità con i principi e le finalità delle Nazioni Unite.
Istituito 26 giugno 1945
Operativo dal 17 gennaio 1946
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite è l'organo delle Nazioni Unite incaricato di mantenere la pace e la sicurezza internazionali in conformità con i principi e le finalità delle Nazioni Unite.
Il Consiglio è composto da cinque membri
permanenti (i vincitori della Seconda Guerra Mondiale) e dieci membri
non-permanenti eletti in rappresentanza dei paesi
membri delle Nazioni
Unite.
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La
convocazione del consiglio di sicurezza era stata fatta in emergenza dal membro
permanente russo che all'apertura della sessione alle 18:00 ore di New York
prese la parola:
"Il
bombardamento dei territori agricoli della Colombia effettuato da aerei
americani è un atto gravissimo di aggressione.
Secondo
i dati forniti dal ministero dell'interno colombiano l'attacco dell'aeronautica
statunitense con l'uso di diserbanti e bombe incendiarie ha causato 1330
vittime tra le quali 220 bambini, oltre a 4000 feriti molti dei quali in
gravissime condizioni."
Il
diplomatico russo continuo' a inveire contro gli Stati Uniti d'America e sulla
stessa linea si misero tutti gli altri interventi sia dei membri permanenti che
di quelli aggiuntivi.
Il Consiglio
di Sicurezza delle Nazioni Unite emise una nota estremamente negativa nei
confronti della amministrazione americana sulla quale vi fu la convergenza dei
14 membri del consiglio con il voto contrario del rappresentante americano.
Ma siccome è sufficiente un voto di un membro
permanente per rendere nulla una votazione del consiglio, dopo tre ore di
interventi la riunione si concluse con un niente di fatto.
Sutop (Thriller) Capitolo 15
Leo Rasco
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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Fuller street è la strada nella quale si trovava l'ambasciata italiana a Washington.
Nel 2000 è stata inaugurata quella sulla Massachusetts Avenue divenuta punto di riferimento architettonico della capitale degli Stati Uniti a detta della stessa associazione degli architetti americani che volle celebrare una sua annuale assemblea in questo edificio che ancora non era stato completato nelle sue strutture esterne.
In Fuller Street la polizia era solita chiedere l'autorizzazione all'ambasciatore italiano per poter nascondere alcuni agenti negli spazi erbosi tra la strada e la villa che conteneva l'ambasciata.
I poliziotti avevano il compito di sorprendere gli spacciatori di droga che pullulavano nella zona, a cominciare dalla 16ª strada divenuta ormai un'area off limits per la gente normale.
Chiusa l'ambasciata, venduta la villa che l'ospitava, tutta la zona aveva subito negli anni una drastica sanatoria grazie all'impegno del sindaco Anthony Williams che era subentrato al noto Marion Barry e aveva governato e rimesso in piedi la Capitale servendo per due mandati.
Tutti i sindaci del distretto di Columbia sono neri dato che gli African Americans sono il 70% dei 600.000 abitanti di Washington.
Ma questo Marion Barry era passato alla storia non solo per i 14 anni di sgoverno della capitale federale ma anche per l'organizzazione mafiosa sulla quale aveva basato i suoi successi elettorali.
Ma tornando a Fuller Street non è che gli spacciatori fossero del tutto spariti. Semmai usavano qualche precauzione di più rispetto agli anni precedenti.
John era conosciuto per essere un tipo abbastanza ragionevole nella categoria dei drogati e pushers..
In galera c'era stato almeno quattro volte. Due anni prima era stato beccato mentre spacciava con cinquecento grammi di cocaina nelle tasche e nello zaino.
Il bello è che la giuria che doveva mandarlo in galera per qualche decennio non aveva trovato un accordo unanime e in America basta che si verifichi tra i giurati il minimo dubbio perché l'accusato, come nel caso di John, possa ritornare a fare il suo mestiere nelle strade.
John era sostanzialmente buono e quando poteva cercava di aiutare soprattutto i giovani che venivano ad acquistare dosi di eroina, anfetamina cinese e cocaina.
Trovandosi di fronte qualche ragazzo ormai avviato ad una esistenza terminale si era dato da fare per convincerlo a fare richiesta di ricovero in qualche struttura di disintossicazione.
Nella maggior parte dei casi senza risultati positivi.
Quella sera John non è che fosse molto soddisfatto di come stavano andando le cose: il mercato non tirava più come ai bei tempi e la 'roba' costava sempre di più quando dovevi acquistarla da quelli grossi.
Erano ormai le sette di sera e uno dei suoi aiutanti gli aveva portato una fetta di pizza ai pepperoni, che contrariamente a quello che credono gli italiani, sono una sorta di salame.
Smaltito il traffico dell'ora di punta, Fuller street era quasi deserta.
John individuò comunque un tale che stava arrivando dalla 16ª. Esperto com'era dell'ambiente nel quale viveva da anni, notò automaticamente che il modo di camminare del tipo che si stava avvicinando sembrava essere quello o di un ubriaco o di uno ormai fatto. Oppure tutte due le ipotesi.
Quel tale era veramente male in arnese, lunghi capellacci sulle spalle, barba incolta grigia che denotava un'età forse sui 40 vissuti molto male. Addosso vestiti ridotti a stracci maleodoranti.
"Sei tu John?", chiese l'individuo sforzandosi di sorridere con una bocca lurida.
John fece di si' con la testa, ma quel tipo proprio non gli piaceva, nonostante fosse abituato da decenni a frequentare la feccia della società washingtoniana.
"Quanto vuoi per una dose di ero, purché sia buona…"
"È più che sicura perché l'ho provata anch'io e non è stata tagliata. Dammi 40 dollari perché tanto chiudo e voglio andare a casa.
John tirò fuori dalla tasca una bustina e l'altro mise la mano all'interno della giacca.
"Mi dispiace per te ma tu a casa non ci vai e chissà dove vai…!"
Lo straccione aveva estratto una pistola con silenziatore, sparò tre colpi per essere sicuro che John se ne fosse andato al Creatore.
Rimise la pistola nella fondina sotto la giacca e al telefono disse:
"Questo è il secondo che ho fatto fuori stasera… Ditemi dove devo andare adesso, in quale strada…"
Il Washington Post, cronaca cittadina, dedicò una minima riportando che la sera precedente cinque pushers erano stati ammazzati sicuramente per qualche vendetta nello smercio della droga.
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Geremia Maldonado, professore di diritto costituzionale, noto esponente democratico, inserito in un giro internazionale di lecture pagate 100.000 dollari (viaggi e alberghi a parte), da sempre strenuo critico di Albert Smith, era semi disteso in una comoda poltrona allungabile e seguiva l'ultimo 'breaking news' della CNN.
Ormai anche su questa stazione televisiva le critiche al dittatore Albert Smith erano state rinfoderate dopo che Mark Cullinger aveva riunito alla Casa Bianca i responsabili e i direttori di testata dei principali media elettronici e a stampa. E senza mezze parole aveva fatto presente che se non si fossero adeguati agli ordini del riconfermato presidente, sarebbero scattate le chiusure totali delle loro attivita'.
Le immagini che scorrevano sul suo mega televisore mostravano migliaia di cittadini americani pazientemente in fila per sottoporsi alla vaccinazione elettronica, ovvero all'inserimento di un chip sottocutaneo.
Da giorni le televisioni trasmettevano servizi sul Messico e Colombia i cui governi erano accusati dagli americani di non far nulla per bloccare la produzione e lo smercio della droga, in particolare la cocaina.
Geremia Maldonado non è che fosse un drogato professionale. Ma come centinaia di migliaia di intellettuali provenienti da esperienze di vita vissuta nei college più prestigiosi degli Stati Uniti non disdegnava tuttora di farsi una 'fumata', tanto per rilassarsi prima di andare a dormire.
Sposato e divorziato due volte, un paio di figli dispersi per il mondo e raramente in contatto con lui, vicino alla sessantina, con nessuna relazione stabile, aveva affittato una piccola Tudor con ingresso da Reservoir Road a soli 15 minuti di strada a piedi per raggiungere il campus di Georgetown University dove aveva la cattedra di diritto costituzionale.
Gli amici direttori del Washington Post e del New York Times da qualche mese non gli davano più la caccia per avere i suoi commenti al fulmicotone che avevano una grande massa di lettori, Albert Smith compreso.
Anche loro avevano messo il cappello dove il dittatore voleva.
Se da un punto di vista professionale Geremia Maldonado poteva sentirsi più che soddisfatto, altrettanto non poteva dire facendo il bilancio della sua vita privata.
Gli mancava un assetto stabile, una persona della quale fidarsi e sulla quale adagiarsi sentimentalmente.
Sentiva crescere il senso di insoddisfazione per una vita sino ad allora spesa in una continua rincorsa internazionale, volta a creare e confermare una immagine di alto prestigio che, tra le mura domestiche, sentiva di non avere perché, parliamoci chiaro, era tutta paccottiglia e allori fasulli.
Il campanello alla porta suonò.
Geremia Maldonado guardò il suo cronometro: era la mezzanotte passata.
Si avvicinò alla porta d'ingresso, cercò di vedere attraverso lo spioncino chi fosse che bussava a quell'ora, "Chi e'?" chiese con un tono un po' incerto della voce.
"Polizia federale, professore. Apra subito, altrimenti buttiamo giù la porta…"
Il professore ormai completamente stonato eseguì e fecero il loro ingresso nell'appartamento quattro agenti due dei quali con un gilet con sopra scritto Police.
Quello che aveva parlato si avvicinò alla poltrona e dette un'occhiata al portacenere nel quale il professore aveva schiacciato i residui della fumata.
"Molto bene; lei è in arresto per detenzione di droga. Le do 10 minuti per riempire una valigia o uno zaino."
Rivolto a uno dei due poliziotti gli indicò la scala che conduceva al piano superiore dove c'era la camera da letto e il bagno intimando al professore di seguirlo.
Geremia Maldonado cercò di raffazzonare un po' di biancheria che stivò dentro uno zaino.
Scese da basso insieme al poliziotto che lo fece entrare dentro una suburban nera che attendeva con motore acceso e vetri completamente oscurati.
Per fortuna non lo avevano ammanettato, almeno fino ad allora.
La vettura si diresse verso il Reagan airport.
Il professore di diritto costituzionale fu imbarcato su un Embraer 190 i cui posti erano quasi completamente occupati da individui che, a giudicare dalle espressioni, dovevano aver subito lo stesso trattamento di Geremia Maldonado.
L'aereo decollò e attraversata l'America atterrò a Salt Lake City. Da lì due autobus caricarono i passeggeri dell'aereo e si diressero verso il deserto dello Utah.
Il campo di ricondizionamento, come amavano definirlo le autorità, era il famigerato campo di concentramento Topaz che aveva ospitato decine di migliaia di giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiale.
Centinaia di attendamenti con all'interno letti a castello, latrine centralizzate e comuni, rancio servito a orari differenziati secondo i settori del campo nel padiglione centrale.
Sezione femminile separata da un cordone di filo spinato.
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