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Oscar sugli Oscars


Gli Oscars di quest'anno sono a nostro parere la conferma che il grande schermo, al di là dei cospicui interessi mossi dall'industria video-cinematografica, riesce ancora ad essere produttore di storie che hanno un indiscutibile messaggio positivo sul pubblico generalista.

Il film vincitore dell'edizione 2019, GreenBook, assomma in sé oltre ad una recitazione eccezionale dei due attori protagonisti (Viggo Mortensen, Mahershala Ali,) il persistente richiamo ad una realtà americana fatta di odio che purtroppo si rigenera ampiamente nella America di oggi, mettendo in evidenza che la guerra civile conclusasi nel 1865 in effetti continua a manifestare le sue profonde divisioni, almeno per quanto riguarda il contrasto di fondo tra due Americhe incapaci di dialogare.

Il premio al regista messicano Alfonso Cuaron per il suo Roma è la conferma che si può fare del grande cinema sfuggendo per una volta tanto, per fortuna, ai milioni di dollari buttati negli effetti speciali e facendo recitare gente della strada. Proprio come i grandi del neorealismo italiano del secondo dopoguerra riuscirono a fare sconvolgendo le rattrappite regole del cinema spettacolare americano.

Un trionfo per il Messico da due anni oggetto di una costante immagine negativa promossa dalla corrente amministrazione americana.

Infine il trionfo del regista Spike Lee con il suo film, Black Klansman, eloquente messaggio contro il razzismo incarnato nel KKK simbolo del sovranismo estremo.