Sutop (Thriller) Capitolo 30
Leo Rasco
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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"Eleonora, meravigliosa vice presidente, scusa l'ora tarda"
Mark Cullinger mieloso al telefono privato della First-Lady.
"Ho visto il presidente e non mi sembra assolutamente in buone condizioni fisiche.
Credo abbia una forte influenza con febbre alta, ma rifiuta di farsi visitare dal medico della Casa Bianca.
Non parla, sorride quando gli chiedi di prendere un antipiretico…
Vedi tu, con le tue arti magiche, se riesci a fargli prendere qualche compressa di antinfluenzale…
Scusa se ti ho chiamata sul telefono privato ma ritengo che la situazione sia abbastanza seria…"
Eleonora non aveva dato alcuna risposta alla telefonata del braccio destro del presidente Albert Smith.
Si alzò dal letto e si infilò una vestaglia.
Aprì la porta e si inoltrò nel corridoio che conduceva allo Oval Office.
Passò davanti al marine che piantonava l'ingresso dell'ufficio del presidente degli Stati Uniti, che scattò sull'attenti.
Si introdusse dentro lo Oval Office che era in penombra a parte una abat-jour sulla scrivania del presidente che era intento a consultare alcune carte.
"Albert, come stai?"
Albert Smith sollevò la testa dalle carte, la guardò e sorrise.
Eleonora Barberini Smith si avvicinò al suo quasi marito e gli toccò la fronte.
"Ma devi avere una febbre altissima… Scotti da morire…"
Albert Smith non rispose e continuava a sorridere.
Eleonora decise di tornare nella sua stanza.
Prese un bicchiere e da una caraffa d'argento posata sul tavolino da notte ci versò un poco d'acqua.
Si recò nella grande toilette e da un armadio tirò fuori una borsetta contenente alcune medicine. Tra queste scelse alcune pasticche di aspirina che sciolse dentro il mezzo bicchiere d'acqua.
Nel quale versò anche il contenuto di una fiala che portava al collo e si diresse di nuovo verso l'ufficio presidenziale.
Il marine scattò di nuovo sull'attenti chiedendosi che cosa stesse succedendo quella sera.
Rientrata dentro l'ufficio del presidente, Eleonora si avvicinò al marito con il bicchiere invitandolo a bere il contenuto che gli aveva preparato.
"Vedrai che ti farà bene, bevi Albert, non ti fare pregare ancora, per favore…"
Il presidente prese il bicchiere e ne tracannò il contenuto, sorprendendo Eleonora che si aspettava che lo sorbisse lentamente.
Eleonora continuò ad osservarlo e si mise a sedere su una delle due sedie che fronteggiavano la scrivania del presidente.
Albert Smith ebbe uno scatto improvviso e guardò con stupore Eleonora. Il suo sorriso si era stemperato in una smorfia di grande dolore.
Poi cominciarono le convulsioni scatenate dalla dose di cianuro che la first-lady gli aveva propinato.
"Vedi, caro bastardo, come vanno le cose? Hai sulla coscienza un'infinita catena di morti.
Mi hai ucciso l'unico uomo che veramente ho amato nella vita e che mi ha dato la gioia di avere un figlio che porto in grembo, mentre tu non sei stato buono nemmeno a mettermi incinta.
Sei un grandissimo figlio di puttana e meriti di fare la fine che ti ho preparato.
Ignoravi che facevo parte anche io del movimento rivoluzionario. Siamo in tanti, sai? E a me è dato il grande privilegio di mandarti a fare in culo, maledetto esemplare del crimine…"
Mentre Eleonora a bassa voce recitava il suo monologo di odio, Albert Smith aveva perso ormai conoscenza.
La testa era caduta sulle carte che stava consultando e non dava segni di vita, la soffocazione del veleno si era completata.
"Molto bene, disse Mark Cullinger, hai fatto un grande lavoro…"
Eleonora Barberini Smith non poteva rispondere perché Mark, sorprendendola alle spalle, le aveva posto sulla bocca una striscia di nastro adesivo col quale le stava legando le braccia da dietro la schiena, approfittando del fatto che la sorpresa aveva paralizzato la fascinosa vice presidente degli Stati Uniti.
"Molto bene davvero", aggiunse Mark Cullinger.
"Mi hai sgombrato la strada e da questo momento non potrai più intralciare il mio successo, cara la mia signora. Mi dispiace solo di non averti potuto scopare, ma non si può avere tutto nella vita…
Adesso te ne vai velocemente al Creatore insieme a questo ignobile dittatore che ha ridotto al nulla la nostra meravigliosa nazione americana…"
La lama del serramanico scattò con un suono metallico prima di immergersi nel collo della affascinante Eleonora, recidendolo da sinistra a destra.
Il sangue spruzzava sul tappeto dell'ufficio dell'uomo più potente del pianeta.
Eleonora si contorceva mentre dalla profonda ferita usciva un rantolo che poi si attenuò.
Mark Cullinger ripulì il pugnale sulla vestaglia di Eleonora prima di richiuderlo.
"Adesso si ricomincia daccapo e la rivoluzione dovrà portarmi come candidato alle presidenziali perché ho eliminato sia Albert Smith che la moglie che era in effetti una controrivoluzionaria…"
Così recitava ad alta voce Mark Cullinger prima di essere colpito alle spalle dai due elettrodi del potente Taser, azionato da John Washington che si era introdotto nell'ufficio di soppiatto.
La scarica elettrica paralizzò il super consulente del presidente degli Stati Uniti.
Il suo cuore, già affaticato dallo stress e da una vita condotta sempre sul filo del rasoio, non resse alla potente scossa.
Mark Cullinger piombò sul pavimento.
"John, devo ammettere che hai fatto un buon lavoro", disse Albert Smith che si era introdotto nel suo ufficio dalla porta laterale e aveva assistito all'ultimo atto di un dramma che, lo doveva ammettere, stava sconfinando nel Grand Guignol, come il suo spirito ipercritico gli suggeriva in quel momento.
"Chiama la tua squadra ed elimina nell'acido i tre corpi. Non ne deve rimanere nemmeno una cellula, hai capito? E sai cosa devi fare di quelli che ti aiuteranno…!
A proposito dei media, adesso che sei diventato il mio vero braccio destro, diffondi la notizia a pizzichi e bocconi che Mark Cullinger se n'è andato a causa di un infarto catastrofico che l'ha colpito nel mezzo della notte.
Per quanto riguarda mia moglie, meglio dire la mia ex moglie, essendo state avviate le pratiche di divorzio, Eleonora ha preferito tornare in Italia dai suoi parenti… Buon lavoro!"
Il telefono sulla scrivania del presidente squillò:
"Il presidente della Federazione Russa desidera parlarle", signor Presidente, disse la segretaria di turno.
"Come stai, Albert? Scusa l'ora per te, ma ritengo di farti cosa utile nel dirti che dovresti stare molto attento perché sei a rischio a causa di persone che ti sono molto, molto vicine.…"
"Ti ringrazio, Carissimo Vladimir. Terrò in debito conto la tua segnalazione, anche se credo di aver provveduto per tempo a pulire un certo ambiente…"
"A proposito, Albert: tempo fa mi hai parlato di un cinese, uno scienziato, che si era specializzato nella riproduzione perfetta con una stampante in 3D di un corpo umano. Sei in grado di darmi il nome e l'indirizzo perché, mi vergogno quasi nel doverlo ammettere, i miei sono incapaci di trovare quel tizio che mi potrebbe essere utile…"
"Vladimir, me ne sono servito una volta con successo. Poi è sparito o l'hanno fatto sparire… Ci sentiamo. A presto. Dasvidaniya.."
Albert Smith prese un grosso pennarello dalla scrivania e scrisse a grandi caratteri la parola POTUS, (President of The United States) su una pagina.
Poi si avvicino' ad una specchiera col foglio in mano.
SUTOP
per lui che guardava
Ogni cosa nella vita ha un dritto e un rovescio.