Sutop (Thriller) Capitolo 28
Leo Rasco
Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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Notizia diffusa dalla agenzia di stampa nazionale controllata dal governo:
"Eleonora Barberini Smith è in dolce attesa. La nascita del piccolo è prevista per il mese di luglio."
Segue una dichiarazione del dottor Fergusson, titolare del dipartimento di urologia del Sibley Hospital di Washington:
"La notizia che la First-Lady, Vicepresidente degli Stati Uniti, è incinta non deve stupire ricordando che il marito, il presidente Albert Smith, è stato sottoposto a trattamento radiologico per un cancro alla prostata.
Questo inconveniente non riduce la possibilità per un uomo di poter fertilizzare una donna.
Nel caso del presidente Albert Smith siamo autorizzati a rendere noto che gli è stato estratto dello sperma che e' stato inserito nella donna per fertilizzare un uovo.
L'operazione ha avuto quindi successo e ce ne congratuliamo con la coppia presidenziale."
Tutti i media nazionali si buttarono sulla notizia riempendo pagine e pagine di commenti visto che di politica non potevano parlare da tempo.
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Trump® International Hotel Washington, D.C.
Tutto il Trump International Hotel di Washington era stato prenotato dalla delegazione russa arrivata in visita nella capitale degli Stati Uniti.
Grande successo del presidente Albert Smith che era riuscito a convincere il suo collega, Vladimir Riazanovsk, che la sua presenza nella capitale federale avrebbe avuto un notevole significato per gli anni a venire, dopo le varie incomprensioni e i fermenti che avevano caratterizzato vent'anni di pessime relazioni tra i due paesi.
Il Presidente russo sapeva che in quella camera rococò sicuramente erano piazzate spie e telecamere.
Per questa ragione aveva evitato sostanzialmente un meeting riservato in albergo.
Quanto all'incontro che si sarebbe tenuto alla Casa Bianca a mezzogiorno nell'Oval Office avrebbe fatto parlare soprattutto il suo interlocutore, Albert Smith, presidente degli Stati Uniti.
Il centro di Washington era paralizzato con traffico impazzito nelle arterie nelle quali il flusso delle auto era stato dirottato per alcune ore.
In pochi minuti la 'motorcade' del presidente russo raggiunse la Casa Bianca dove ad attendere il collega era in persona Albert Smith sulla porta.
Per ragioni di sicurezza la cerimonia degli inni nazionali era stata sospesa per dare spazio ad un incontro definito molto amichevole tra i due statisti.
"Ben arrivato Vladimir", un sorridente Albert Smith inventò un simulacro di abbraccio nei confronti del collega russo appena arrivato.
"Come mi hai chiesto saranno con noi il tuo Igor Prochenco e Mark Cullinger che, se non sbaglio, conosci molto bene dai tempi del college.."
Risata di Vladimir Riazanovsk:
"Bei tempi. Abbiamo dato un convinto sostegno all'incremento della popolazione di Washington D.C."
Il presidente Albert Smith fece strada guidando gli ospiti verso lo Oval Office, nel quale presero posto fronteggiandosi sui due divani gialli e consentendo ad un plotone di fotoreporter e cameramen di scattare e riprendere alcuni minuti di finta affabulazione.
Cacciati fuori dall'ufficio presidenziale gli uomini e le donne dei media decapitati nella loro indipendenza professionale dalla dittatura di Albert Smith, i quattro cominciarono a parlare dopo qualche secondo di convenevoli.
L'incontro si svolgeva in inglese gestito perfettamente dal presidente russo e dal suo braccio destro Igor Prochenco.
"Caro Vladimir, sono convinto di interpretare anche il tuo pensiero dicendo che questo incontro ha una specifica importanza non solo per quanto riguarda gli attuali e futuri rapporti tra le nostre due nazioni ma anche perché spero ne scaturisca una visione dello scenario internazionale che dovremmo contribuire a costruire e rafforzare…"
Vladimir Riazanovsk aveva ammosciato il suo sorriso di prammatica e intervenne con poche ma sentite parole, come si dice:
"Caro Albert, la storia ci ha posto al vertice di due superpotenze. Siamo, è vero, due protagonisti dotati di grande potere ma siamo anche consapevoli che questo potere dobbiamo considerarlo una leva per aiutare i nostri popoli a crescere in un contesto di pace domestica e soprattutto internazionale…"
Albert Smith sorrise a questo inizio del collega russo, un inizio assolutamente scontato e di nessun valore se non dialettico.
Decise di affrontare l'agenda dal suo punto di vista:
"Siamo perfettamente sulla stessa lunghezza d'onda, caro Vladimir.
Attacco io dicendo che l'attuale scenario internazionale vede la Russia proiettata nella riconquista delle nazioni periferiche che costituivano il passato impero sovietico.
Vi siete ripresa l'Ucraina, grazie anche alla impotenza dei paesi che costituiscono l'Unione Europea ed al fatto che noi ci siamo ritirati praticamente dalla Nato.
Il tuo espansionismo nel Mediterraneo, agevolato dal vostro privilegiato rapporto con l'Iran, ha raggiunto un livello di accentuata pericolosità perché può portare a reazioni conflittuali da parte dell'Unione Europea.
In più da tempo vi state muovendo nei confronti dei paesi baltici perseguendo una politica che era tipica di Joseph Stalin.
Se parlo invece della mia America tu sei buon testimone del fatto che io sto cercando di rimettere a galla un paese profondamente corrotto, angustiato dall'estrema diffusione delle droghe e degli oppiacei che hanno ridotto gli Stati Uniti in un paese di zombi.
I campi di concentramento per i drogati e una azione, come dire?, di individuazione e contenimento dei canali della diffusione delle droghe, hanno consentito di recuperare in parte un concetto di diffusa sanità della nostra popolazione.
Come ho più volte affermato pubblicamente, gli Stati Uniti non sono più il gendarme planetario.
Pertanto quello che io ti propongo è che 'l'America è per l'America'. Il che significa che io voglio avere carta bianca per il mio continente nel quale devo lavorare soprattutto per recuperare autonomia e indipendenza nei confronti dell'America del centro sud."
Vladimir Riazanovsk annuiva e fissò direttamente Mark Cullinger che, come Igor Prechenco, aveva un volto di marmo.
"Sentiamo cosa ne pensano questi nostri due amici che sono il nostro braccio destro ed anche sinistro. Facci sentire la tua voce Mark…"
Mark Cullinger guardò il suo presidente chiedendo fisicamente l'assenso a intervenire.
Albert Smith gli fece cenno con la mano di procedere.
"Lo scenario internazionale è piuttosto frastagliato. Per quanto riguarda il mondo islamico che ci interessa da vicino data la presenza nelle nostre nazioni di una cospicua rappresentanza di questa religione, la guerra intrapresa tra sciiti e sunniti con i bombardamenti scatenati dallo Yemen che è la punta di diamante della coalizione con Iran, Qatar, sta avendo conseguenze anche nel nostro reciproco interno.
Qui negli Stati Uniti abbiamo registrato negli ultimi mesi un crescendo di attentati tra le due diverse componenti della popolazione musulmana.
La Cina è un grande ulteriore interrogativo dopo la frenata dei consumi che ha caratterizzato l'ultimo decennio e la concorrenza che l'India sta facendo in tutta l'Asia proponendosi come il vero protagonista mondiale a scapito appunto della Cina.
C'è poi il problema per noi americani e voi russi delle stazioni che abbiamo aperto sulla Luna e che ci vedono in competizione con i cinesi e gli indiani. Dal nostro satellite e' facile ormai controllare e minacciare larghe porzioni del pianeta. E di questo dobbiamo tener conto nei prossimi anni…"
Si schiarì la voce che era incatarrata perché Igor era uno che fumava almeno tre pacchetti di sigarette al giorno. E lì, in quella odiosa capitale americana, non si poteva ormai fumare nemmeno sul marciapiede.
"Per quanto riguarda l'esposizione fatta dal presidente Albert Smith, con tutto il dovuto rispetto, mi trovo in parziale contrapposizione. Affermare che il presidente Vladimir sta cercando di ricostruire un simulacro dell'impero sovietico secondo la dottrina di Brezhnev mi sembra un po' azzardato.
Ci sono popolazioni che vogliono riunirsi alla madre Russia per ragioni di lingua, cultura, DNA geopolitico. Sono nostri fratelli e non vedo perché dovremmo chiudere la porta in faccia a loro.
A questo bisogna aggiungere (e finora non ne abbiamo parlato) il grave problema della immigrazione che ormai sta appesantendo le nostre reciproche economie da anni.
Problema questo che voi americani avete con i flussi dall'America centrale che passano attraverso il Messico, noi russi con la pressione che subiamo dalla Siria, Iraq e dal maledetto Afghanistan che ci è costato tanto e continua a costarci tanto…"
Le tematiche erano già state sciorinate e i due presidenti insieme ai loro mega consiglieri continuarono a soppesare i propri punti di vista senza arrivare-come del resto era nelle previsioni-ad alcuna seria conclusione se non quella che si basava sul: 'per favore, non rompiamoci i coglioni a vicenda.'
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Piramide della Luna e del Sol
Teotihuacan
Citta' di Mexico
Teotihuacan
Citta' di Mexico
L'elicottero della presidenza messicana atterrò all'interno del parco archeologico di Teotihuacan nello spiazzo esistente tra la piramide della Luna e quella più grande del Sole.
Nessun turista era stato autorizzato ad entrare e le file che si erano formate al di fuori delle biglietterie erano state convinte con maniere spicce da decine di poliziotti a ritornare a casa.
Venne abbassata la scaletta del Sikorsky/VH-92 . Ne scesero un paio di body guard seguiti dal presidente degli Stati Uniti Albert Smith e dal nuovo presidente messicano Armando Ferreira.
Era stato Albert Smith a chiedere l'incontro al collega messicano il quale, per garantirsi che non vi fosse qualche tentativo di far fuori il presidente americano che non era particolarmente amato dai messicani, aveva deciso di incontrarsi nell'area archeologica dove oltretutto le possibilità di essere intercettato erano ridotte al minimo.
Armando Ferreira che poteva vantare un PHD era il capo del cartello di Jalisco.
Grazie alle sue doti di organizzatore e ad uno spiccato talento criminale Armando Ferreira era riuscito non solo a eliminare fisicamente i capi degli altri cartelli che si opponevano alla sua primazia.
Ma, investendo centinaia di miliardi di pesos in una campagna elettorale door-to-door aveva convinto gran parte della popolazione messicana a votare per lui come presidente.
E c'era riuscito alla grande, nonostante una parte consistente dei media avesse rispolverato la sua attività quale coordinatore della produzione e spaccio della cocaina.
Molti di quei giornali avevano poi radicalmente cambiato atteggiamento man mano che i loro direttori editoriali venivano trovati decapitati ai bordi delle strade.
Armando Ferrera stava per iniziare una descrizione turistico-archeologica delle due piramidi.
Ma venne interrotto con cortesia da Albert Smith che ponendogli una mano sulla spalla disse:
"Presidente Ferreira so tutto di queste incredibili opere del genio azteca. Sono venuto qui decine di volte a cominciare da quando ero studente al liceo.
Le sono molto grato per aver organizzato quest'incontro che deve portare a dei solidi risultati.
Abbiamo un reciproco interesse in comune e vediamo di far collimare le nostre rispettive esigenze.
Come lei sa ho creato tempo fa molti campi di rieducazione per centinaia di migliaia di drogati.
I miei uomini delle squadre della polizia di sicurezza hanno provveduto a, come dire?, 'bonificare' lo spaccio clandestino della cocaina e delle altre droghe illegali.
Questo ha portato un grosso danno economico non solo per il vostro cartello ma per tutta l'economia messicana.
Nonostante le misure prese devo ammettere purtroppo che il mercato americano continua ad essere, nonostante tutti i pericoli per i consumatori e spacciatori, il numero uno tra quelli che voi servite in tutto il mondo.
Arrivo al dunque: ho deciso di creare una struttura ministeriale che sia l'unico interlocutore per il vostro cartello. Le forniture avverranno, si fa per dire, alla luce del sole. La distribuzione della cocaina sarà fatta attraverso i consultori locali i quali oggi distribuiscono ai drogati il metadone. I prezzi saranno calmierati allo scopo di evitare eccessive speculazioni.
Quello che chiedo a lei, presidente Ferreira, è non solo di appoggiare questa nostra ipotesi di lavoro, ma anche di far sì che il Messico diventi parte diligente per coordinare la produzione e il trasporto della cocaina dalla Colombia e altri paesi produttori.
Certamente voi troverete grosse difficoltà, ma non vi mancano le esperienze e i talenti per ridurre a miti consigli quei governi che frapponessero ostacoli di varia forma."
Armando Ferreira aveva ascoltato il monologo del suo collega americano a braccia conserte e il volto rivolto verso la piramide del Sole.
"Credo che questa sia una proposta fattibile, collega presidente. Dobbiamo lavorarci sopra con i nostri uomini. Ma consideri questo nostro incontro come l'inizio di un nuovo scenario di collaborazione politica."
Albert Smith prese a braccetto Armando Ferreira e avviandosi verso la piramide della Luna che avrebbero scalato disse:
"Non dubito che lei, Signor presidente, sarà in grado di convincere quelli che hanno dubbi sulla bontà del progetto. Del resto in cima a queste piramidi mille anni fa i vostri cosiddetti sacerdoti espiantavano il cuore alle vittime sacrificali con un colpo di pugnale di ossidiana."
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