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Sutop (Thriller) Capitolo 21
Leo Rasco

Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale
Any Resemblance To Real Persons Or Actual Facts Is Purely Coincidental
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Messaggio del presidente Albert Smith diffuso su tutti i media inter collegati e proiettato sulle facciate degli edifici nelle principali città americane.

"Carissimi fratelli e carissime sorelle, il blackout che ha colpito la nostra capitale federale è stato un atto di provocazione messo in essere da una organizzazione che lavora per un governo nostro avversario.

L'alto livello professionale delle società di distribuzione della energia elettrica ha consentito di limitare il pesante disagio determinato a tutta la popolazione di Washington DC con il blocco del traffico metropolitano e aereo, gravi conseguenze sul funzionamento delle apparecchiature all'interno degli ospedali, paralisi commerciale dovuta all'impossibilità di utilizzare carte di credito…

130 abitanti nella capitale federale hanno perso la vita a causa di quella interruzione di energia elettrica.

Riteniamo che in questa vicenda vi sia lo zampino della Russia sulla cui economia abbiamo gravato ulteriormente le sanzioni da tempo emanate.

Il vostro presidente ha preso e prenderà tutte le decisioni che siano in grado di bloccare ulteriori eventi come quello verificatosi a Washington e nel contempo far capire agli autori o ispiratori di questa aggressione cibernetica che con l'attuale America non si scherza.

Voi però, miei concittadini, dovete aiutarmi nell'evidenziare e sconfiggere tutti i tentativi di penetrazione cibernetica e di altro genere nella nostra società, volti a creare caos e confusione nella nostra vita quotidiana.

Chiunque di voi sia in grado di avere informazioni o sospetti documentati su altri individui che potrebbero rappresentare una cellula di movimenti terroristici deve chiamare questo numero.

Non occorre citare il vostro nome. Potete aiutare il vostro presidente anche in forma anonima.

A maggior ragione sollecito i miei concittadini americani a completare la vaccinazione digitale che ci consentirà di bloccare sul nascere ogni altro evento simile a quello che ha devastato la nostra capitale federale.

Il numero da chiamare è: 800-696969

Vi abbraccio tutti,

Albert Smith"
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Mark Cullinger entrò senza bussare dentro la Oval Room e avvicinatosi al presidente Albert Smith che stava firmando due decreti presidenziali fece cenno alla segretaria di lasciarli soli.

La signora Adams, da sempre stretta collaboratrice di Albert Smith, dette un'occhiata infastidita a Mark Cullinger, raccolse dalla scrivania del presidente un fascicolo ed uscì dalla porta laterale.

"Che succede, Mark?" chiese il presidente.

"Vladimir Riazanovsky sulla terza linea crittata vuol parlarti urgentemente…"

"Allerta il Servizio e passamelo subito. Tu rimani qui con me e ascolta con l'estensione del microfono."

"Signor presidente, in linea il presidente della Federazione Russa…"

"Albert, sono Vladimir. Ci conosciamo da almeno 10 anni. Mi dici che cazzo stai combinando? Hai fatto distruggere una decina di vecchi satelliti che avevamo lanciato anni fa…

Adesso ci stai accusando di essere gli autori del blackout elettrico che avete avuto a Washington.

Prima di prendere quella ridicola decisione di bruciare i nostri satelliti avresti potuto chiamarmi.

Ho dovuto penare l'ira di Dio per frenare la rabbia dei miei generali sempre pronti a pigiare il tasto della vendetta nucleare.

In più hai dato ordine di aggravare le sanzioni. Anche se sai bene che queste sanzioni noi le stiamo aggirando da anni con ottimi risultati per la nostra economia.

Insomma: Albert devi darti una calmata e soprattutto ricordare che noi abbiamo un nemico comune ed è su questo che dovremmo confrontarci per arrivare ad avere dei risultati convincenti…"

"Vladimir, tutte le informazioni ricevute dalle mie agenzie di intelligence indicavano che siete voi gli autori della interruzione di energia elettrica a Washington…"

"Allora sarà bene che tu cominci a tagliare diverse teste ai tuoi generali perché quelle informazioni sono solo delle cazzate che non rispondono al vero."

(Il presidente russo parlava un ottimo slang americano, raffinato da anni di perfezionamento quando era a capo del KGB).

"Albert, dietro questo e anche dietro l'eliminazione del medico che ti stava curando ci sono gli emissari dell'Arabia Saudita.

Ce l'hanno con te perché hai sospeso le forniture di armi e personale per il training. E non importi il loro petrolio perche' hai raggiunto l'autonomia energetica.

Noi abbiamo il problema con la Cecenia a maggioranza sunnita.

Se vogliamo uscire da questo vicolo cieco dobbiamo coordinarci dando una mano a Iran, Qatar e Yemen, più altri, per riequilibrare il peso degli sciiti e dare una botta nei coglioni alla Corona Saudita che di guai nel mondo ne ha fatti finora troppi. Non dimenticare le Torri Gemelle e il Pentagono l'11 settembre del 2001. Sembra 1000 anni fa.

Purtroppo questi continuano a lavorare sotto traccia…

Rifletti su quanto ti ho detto e fammi avere quanto prima le tue decisioni riservate, magari mandando a Mosca Mark Cullinger. Non voglio vedere l'ambasciatore.

Ti saluto e vedi di lavorare i tuoi media perché cancellino le precedenti affermazioni contro di noi."
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Il giovane arabo inguainato in un perfetto doppio petto di Armani, era stato prelevato direttamente al suo arrivo con un volo privato all'aeroporto di Rijad.

Non aveva fatto in tempo a indossare gli indumenti che connotavano il suo alto livello nella famiglia del Principe.

Si trovava in quella stanza di un commissariato di polizia di uno dei 14 quartieri della capitale saudita.

Lo avevano sbattuto lì senza alcun riguardo ed ormai era passata più di mezz'ora da quando si era seduto su quella scomoda sedia pieghevole di metallo.

Chiaramente al di là del vetro che separava quella stanza da un'altra lo stavano seguendo.

Da quando era stato prelevato mentre scendeva la scaletta del Falcon il giovane arabo si stava chiedendo che cosa mai fosse successo e per quale ragione quegli agenti della polizia segreta fossero autorizzati a usare nei suoi confronti quei modi arroganti e oltraggiosi.

Gli erano state affidate difficili missioni che aveva portato a termine così come gli era stato ordinato.

È vero che al termine dell'ultima operazione non è che avesse ricevuto dal Principe della Corona un encomio anche soltanto telefonico.

Ma conosceva gli impegni del Principe e sapeva che non poteva chiedere più di quanto gli veniva riconosciuto, considerata la giovane età.

Bisogna sempre pagare un dazio per far carriera anche se sei stato generato da nobili lombi.

E comunque il suo mestiere di apprendista super spione aveva anche dei lati interessanti.

Come quando, finito quello che doveva fare nel dipartimento radiologico del Georgetown hospital, era tranquillamente uscito con la sua guardia del corpo dal campus e si era rintanato nella abitazione di un ex collega dell'università americana al quale aveva telefonato appena atterrato a Washington.

Il tempo di fare una doccia prolungata e poi si era buttato nelle braccia di due procaci fanciulle che, casualmente, erano state reclutate dal suo amico per fargli abbassare lo stress.

Doveva riconoscere che ci erano riuscite perfettamente. Altro che le donne arabe, con le loro mutilazioni genitali che ti facevano schifo. La loro incapacità di andare su di giri.

D'accordo: quelle erano professioniste del sesso (chissà quanto le aveva pagate il suo amico). Ma certo che scuola…

Aveva dato dimostrazione di essere un ventisettenne di alto lignaggio superdotato, grazie anche alle strisce di cocaina che si era fatto dopo la doccia.

Poi era crollato e si era risvegliato solo dopo qualche ora constatando che il suo portafoglio e il passaporto erano spariti, chiaramente presi dalle due mignotte.

Aveva dovuto far telefonare dal suo body guard all'ambasciata saudita perché gli fosse preparato subito un altro documento per poter passare il controllo al Reagan airport dove avevano intensificato gli accertamenti in entrata e in uscita dagli Stati Uniti.

Chiaramente l'ambasciata aveva informato Rijad e questa era la ragione per cui si trovava adesso in quell'ufficio di polizia circondariale per dare qualche chiarimento.

Un uomo tracagnotto di mezza età in abiti occidentali entro' nella stanza.

"Tu sei quello che perde passaporto e il portafoglio in giro per il mondo?" chiese con una smorfia che faceva presagire niente di buono.

"Può succedere a chiunque di farsi rubare il passaporto e il portafoglio…", rispose piccato il giovane arabo, sesto nella linea di sangue della Corona.

"Verissimo-rispose il tracagnotto-ma non dovrebbe succedere ad un super agente del servizio per giunta imparentato con la Corona.

Adesso cominciamo a raccontarci un po' di cose e tu devi rispondere correttamente a quanto ti domando…"

Le domande erano su chi era l'amico ex collega all'università, i nomi delle due ragazze che gli aveva procurato, quanto erano costate, cosa aveva detto loro, quanto aveva dormito, quante sniffate di coca aveva fatto, quali altre droghe aveva assunto, che liquori aveva bevuto, perché aveva dato incarico al suo body guard di chiedere un altro passaporto all'ambasciata saudita anziché farlo direttamente, perché si era divertito a forare completamente l'addome dell'urologo anziché limitarsi ad ucciderlo con i raggi concentrici del Cyberknife…

Il giovane arabo si era ormai reso conto che si trovava su una china che portava ad una conclusione molto amara.

Cercò di rispondere mantenendo la calma e un atteggiamento distaccato che gli derivava dall'appartenere ad una casta infinitamente superiore a quella di quel cialtrone che lo stava interrogando.

Finito per la terza volta di ripetere l'interrogatorio con le stesse domande ficcanti, il cialtrone aprì la porta della stanza e fece entrare due figuri coperti da lunghi grembiali neri di gomma.

Il primo si portò dietro le spalle del giovane arabo infilò i pollici dentro le cavità degli occhi strappandogli i bulbi oculari.

L'altro armato di un machete afferrò la mano sinistra del giovane arabo e sferrato un colpo con l'arma staccò divincolandolo dall'attaccatura della scapola il braccio. Poi passò all'altro braccio.

Il giovane arabo non poteva urlare perché gli avevano tappato la bocca con una striscia di nastro adesivo.

Pregava il suo Dio che la morte arrivasse presto.

Ma si sbagliava, perché i due carnefici non solo seguivano una specifica procedura ma anche provavano un vero orgasmico piacere nel tagliare a pezzi quel giovane arabo di casta superiore.

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